Cronaca

Violenza anche economica sulle
donne: il progetto Felice del Solco

Scardinare la subordinazione economica per favorire la fuoriuscita delle vittime da contesti violenti: è questo l’obiettivo di FELICE (Formazione Empowerment Lavoro Inclusione Conciliazione Emancipazione), il nuovo progetto, cofinanziato da Regione Lombardia e promosso dal Consorzio Sol.Co Cremona, capofila di una rete composta dal Centro Antiviolenza A.I.D.A, Centro Locale di Parità ed equipe di coordinamento degli inserimenti lavorativi del Comune di Cremona, con Mestieri Lombardia ed Azienda Sociale Cremonese e con il sostegno dell’ufficio Lavoro della Provincia di Cremona.

Il progetto, attivo fino al 2027, si rivolge a donne tra i 18 e i 60 anni vittime di violenza domestica o sul luogo di lavoro, prese in carico dal Centro Antiviolenza di Cremona o che abbiano concluso il percorso di presa in carico nei sei mesi precedenti. Le azioni previste sul territorio si concentrano sulla fase finale del percorso di fuoriuscita dalla violenza, accompagnando le beneficiarie nella costruzione di un nuovo equilibrio personale, professionale e familiare. Nel 2024 il Centro antiviolenza Aida ha accolto 91 donne. senza contare i numerosi contatti informativi o preliminari (in totale 137). Analizzando le caratteristiche delle donne accolte (sia
di nazionalità italiana che straniera), si rileva che la maggior parte possiede un livello di istruzione medio, mentre la fascia d’età maggiormente interessata è quella compresa tra i 30 e i 49 anni (64% circa), dato che appare costante negli anni. I dati, inoltre, mostrano che sono state per lo più le donne occupate – comprese le donne con lavori precari e/o poco remunerativi – a rivolgersi al CAV (61% circa).

Le difficoltà economiche, infatti, rappresentano spesso una delle principali barriere alla fuoriuscita da situazioni di violenza: la dipendenza economica dai maltrattanti, unita alla perdita di autostima e di fiducia in sé stesse, può impedire alle donne di intraprendere un percorso di autonomia. Ed ecco che entra in campo il progetto FELICE. Come? Attraverso un modello di équipe multidisciplinare già consolidato nel territorio grazie a esperienze come il progetto L.I.A. (Lavoro Inclusione Abitare), costruendo per queste donne percorsi personalizzati di formazione e occupazione, che tengano conto delle competenze e dei bisogni specifici di ciascuna, con particolare attenzione alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa, soprattutto – come accade spesso – in presenza di figli.

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