Politica

Padania Acque, il retroscena: così
è saltato il voto sullo statuto

I sindaci riuniti in assemblea il 18 dicembre per le modifiche allo statuto di Padania Acque

Sembrava tutto fatto sulle modifiche da apportare allo statuto di Padania Acque, dopo che la proposta deliberata è passata da tutti i consigli comunali della provincia, ben 113, ultimo quello di Cremona di giovedì. Invece la politica ci ha messo lo zampino.

All’inizio dell’assemblea di giovedì pomeriggio è intervenuta Simona Pasquali, assessore al sistema idrico della giunta Virgilio, spiegando che era vero sì che la proposta era passata dai consigli compreso quello di Cremona, ma nelle ultime ore era stato rilevato la mancanza del termine di mandato per gli organi della società (al massimo due) e ha chiesto di non votare le modifiche. Il riferimento era rivolto soprattutto al collegio sindacale che l’ultima assemblea dei sindaci non era riuscita a nominare.

Seduta sospesa, con i sindaci chiamati a esprimere il proprio voto. Liti e scontri tra centrodestra e centrosinistra; Michel Marchi, sindaco di Gerre è uscito e se n’è andato, (la linea Pd fino a qualche ora prima era quella di votare a favore del cambio di statuto).

 

Al momento del voto si è notata la spaccatura tra Pd cremasco che ha votato a favore e il cremonese e casalasco che si è astenuto. Stessa situazione nel centrodestra: a favore Lega e Forza Italia, Fratelli d’Italia si è astenuta con qualche franco tiratore.

Fa specie che nel PD provinciale sia assente un regista che dovrebbe mettere insieme le divergenze interne e arrivare tutta unita al voto. Fa sempre specie che il centrodestra, dalle elezioni amministrative, non abbia ancora trovato una quadra per tornare ad essere unito.

A questo punto arriviamo alle riflessioni finali: cosa succederà ora, visto che tutto è stato sospeso ?
Verrà re-inviata un’ulteriore modifica di statuto, con il limite delle candidature a due mandati, che dovrà ripassare di nuovo dai 113 consigli comunali, obbligati di nuovo a  deliberarlo. La caccia alle poltrone è aperta.

Poi arriva l’altra riflessione che riguarda la politica: non ci si deve chiedere perché c’è il crollo alle consultazioni elettorali e i cremonesi, come in generale gli italiani, non vanno a votare: i partiti sono spaccati, la politica di un tempo, quella che faceva battere il cuore non esiste più, serpeggia un sentimento comune di insoddisfazione per la classe dirigente, che spesso si traduce in critiche sulla mancanza di competenza e capacità di risolvere i problemi del paese, e questa vicenda di Padania Acque è l’ultima dimostrazione.
Silvia Galli

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