Santo Stefano al Ponchielli
con l'operetta "Cin-Cin-Là"
Giovani e innamorati ma timidi e inesperti: ecco i protagonisti di una delle operette più famose di sempre: Cin-Ci-là, in scena al Teatro Ponchielli venerdì 26 dicembre (ore 16), scritta nel 1925 da Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, che si ispirarono dall’esotismo in gran voga all’epoca.
Una trama ricca di equivoci ed esilaranti vicende con l’immancabile lieto fine. Sul palco la spumeggiante simpatia della Compagnia Corrado Abbati per un pomeriggio all’insegna della festa. L’operetta è inserita nella programmazione de Il Ponchielli per la Grande età, iniziativa sostenuta da Fondazione città di Cremona.
Cin-ci-là, anche per il suo nome curioso, è il titolo d’operetta più noto in Italia e questo sicuramente grazie alla sua musica immediata e dal ritmo spigliato ma anche dal clima assolutamente divertente suggerito dal testo. Cin-ci-là compie 100 anni, un successo che continua grazie anche all’edizione del centenario. Un allestimento moderno, sensibile al gusto del rinnovato pubblico di oggi: con Cin-ci-là, donna bella e sensuale, preparatevi a ridere con allegra spensieratezza! Buon divertimento.
Siamo a Macao, in Cina, ed è tradizione che, quando un membro della casa regnante si sposa, si dia inizio al Ciun-Ki-Sin: un periodo nel quale si sospende ogni divertimento e ogni lavoro. Questo fino a quando il matrimonio non sarà consumato. I due sposini, la principessa Myosotis ed il principe Ciclamino, non hanno le idee molto chiare sui doveri matrimoniali ed il Mandarino di Macao è disperato, perché il Ciun-Ki-Sin rischia di durare in eterno ma, guarda caso, arriva Cin-ci-là, un’attrice parigina seguita dal suo buffo spasimante Petit-Gris.
Fon-Ki, il mandarino, che aveva conosciuto Cin-ci-là nella capitale francese, vede in lei la soluzione: sarà Cin-ci-là ad insegnare al principe Ciclamino quello che non sa. Petit-Gris, dal canto suo, pur senza aver ricevuto alcun mandato, si occupa dell’educazione della principessa Myosotis.
Le due teste coronate non sembrano però molto interessate alle “lezioni” di Cin-ci-là e Petit-Gris sicché il suono del Carillon, il segnale che il Ciun-Ki-Sin è finito, tarda ad arrivare. Il popolo è in rivolta ed è stanco di aspettare; vuole l’erede al trono e, quasi per incanto, suona il fatidico carillon.
È festa grande, tutti festeggiano il principe Ciclamino che ora ha capito cos’è la felicità, ma poco dopo il carillon suona una seconda volta. “Com’è possibile?”, si interroga il mandarino, “il carillon rappresenta la virtù, e si può perdere la virtù più di una volta?”.
Il mistero viene presto spiegato: Ciclamino e Cin-ci-là, Myosotis e Petit-Gris hanno pensato di far suonare il carillon ognuno per proprio conto. È uno scandalo, ma uno scandalo da operetta che rientra subito perché Ciclamino e Myosotis, ora che sanno, si innamorano veramente uno dell’altra e finalmente Macao avrà l’erede.