Virgilio: "Su città universitaria
serve che contribuiscano tutti"
Appello alla corresponsabilità di tutta la comunità cremonese nel discorso del sindaco in Sala Quadri durante la votazione del Bilancio Preventivo 2026-28 e del documento unico di programmazione.
Cremona universitaria ha bisogno del contributo di tutta la comunità. Lo ha detto esplicitamente il sindaco Andrea Virgilio nella sua relazione al Bilancio di previsione votato giovedi in Consiglio comunale.
Dopo aver parlato della decisione dei Comuni (Cremona e Crema) di uscire da Reindustria, modello superato di società partecipata, ha aggiunto che “se Crema ha saputo, storicamente, muoversi su piattaforme territoriali per storia consolidata, noi dobbiamo avere l’ambizione di crearne di nuove, coerenti con la vocazione di Cremona oggi. Una su tutte: la città universitaria. Noi mettiamo mezzo milione di euro l’anno perché l’università non è una bandierina: è una leva di futuro.
“Ma se riuscissimo a fare un salto di sistema, coinvolgendo stabilmente anche altri attori territoriali, avremmo una marcia in più. Se la Camera di Commercio, in prospettiva, mettesse anche solo metà del nostro impegno — e sappiamo che in altri territori, penso a Mantova, ci sono contributi importanti sul sistema universitario — e se anche la Provincia facesse la sua parte, potremmo passare dalla somma di convenzioni a una piattaforma vera.
“Un’evoluzione di ciò che abbiamo già conosciuto – ha aggiunto il sindaco pensando ad ACSU associazione cremonese studi universitari del Politecnico – ma portata a una scala nuova: una piattaforma territoriale delle università, capace di mettere a sistema risorse pubbliche e private, ricerca applicata, tirocini, trasferimento tecnologico, attrazione studenti e servizi.
“Ecco la concretezza: non slogan, ma strumenti. E certo c’è stata la Fondazione Arvedi ma c’è stato anche un sistema territoriale che qualche anno fa è riuscito a sbloccare un patrimonio svenduto dal centro destra a un fondo immobiliare, svenduto per prendere in affitto quella Santa Monica come sede faraonica della Provincia, alla faccia della lungimiranza e della prospettiva”.
Virgilio ha poi parlato dei rapporti tra maggioranza e opposizione. “Su alcuni temi di competenza nazionale, non è stata mai manifestata quella obiettività e quell’assunzione di responsabilità che servirebbero”, ha detto. “La sicurezza è un esempio: è troppo comodo trasformarla in slogan e poi non affrontare il nodo strutturale delle carenze di organico, che dipendono da scelte centrali.
“La richiesta dei militari in stazione può essere un tampone, ma se diventa l’asse della risposta è l’attestato di un fallimento: perché significa che non si è riusciti a garantire presìdi ordinari adeguati. Lo stesso vale per la vicenda dei minori stranieri non accompagnati: i Comuni garantiscono protezione e percorsi educativi, ma i ritardi nei rimborsi e la tendenza a scaricare sui territori inefficienze e incertezze non sono accettabili.
“E mentre si enfatizza l’autonomia, poi sulle infrastrutture si spostano risorse sul ponte sullo Stretto e si indeboliscono capitoli che impattano la vita quotidiana, come strade e collegamenti locali: su questo il silenzio della Lega pesa.
“Sui cantieri – ha aggiunto infine Virgilio – capisco il disagio, lo viviamo tutti. Ma decidiamoci. Non si può accusare la città di immobilismo e, nello stesso tempo, lamentarsi perché un cantiere ritarda di un mese. Affrontare il tema idraulico non è romantico ma è funzionale, realizzare attraversamenti in sicurezza rientra nella stessa logica. Le trasformazioni si fanno aprendo cantieri e governandoli. Il nostro dovere è ridurre l’impatto, comunicare meglio, coordinare, vigilare sui cronoprogrammi. Ed è quello che stiamo facendo”. GB