Cappella de' Picenardi, un fondale
d'arte per presepe di S. Pancrazio
Un presepe particolare e con una lunga storia, quello realizzato nella Chiesa di San Pancrazio a Cappella de’ Picenardi, che quest’anno si è arricchito di un suggestivo fondale dipinto che rappresenta il paesaggio della Palestina. A raccontarne la genesi, il parroco don Giuseppe Bettoni: “Quando arrivai qui, 40 anni fa, mi resi conto che c’erano in soffitta queste grandi statue in gesso abbandonate, con diverse parti staccate. In soffitta c’erano delle infiltrazioni quindi erano in pessimo stato, ma in origine i parroci che le avevano commissionate dovevano tenerci molto. Inizialmente dovetti occuparmi di altre incombenze ma poi cominciai a prendere in mano la situazione. Aiutato da un artigiano, abbiamo realizzato delle sagome in legno a cui agganciare i piedi delle varie figure e nell’arco di un anno circa siamo riusciti a risistemarle tutte.
“Poi – continua il parroco – grazie alla famiglia Maggi è stata realizzata l’impalcatura in ferro che consente di sorreggere il peso delle statue e allestire così il presepe. La novità di quest’anno è però il fondale, volevamo fare qualcosa che facesse capire l’ambiente in cui nacque e visse Gesù”. E la provvidenza ha fatto il resto, nella figura dell’artista amatoriale Guido Nolli – anche animatore del coro The Hallelujah Singers Gospel Choir Cremona – dotato di passione e talento nel dipingere e che realizzato la grande tela di sfondo. “Vuole essere la rappresentazione di Betlemme al tempo di Erode”, spiega.
“Ho visto un’immagine su internet a cui mi sono ispirato e per i colori mi sono fatto aiutare da un amico che dipinge icone. Ho reinterpretato quello che poteva essere il paesaggio attorno a Betlemme: il castello d’Erode, la montagna, la grotta che evoca quella in cui nacque Gesù, identificabile da un ingresso che simula una mano, proprio in corrispondenza del dito anulare che rappresenta la fede”.
Tra gli elementi personali inseriti dall’artista, sopra la fortezza, aguzzando la vista, si può notare la sagoma di Erode che dalle mura guarda in basso dove, nascosto dalla grotta della natività, è stato dipinto un piccolo Gesù.
Una comunità sempre più piccola e molto cambiata quella di Cappella de’ Picenardi da quando 40 anni fa fece il suo ingresso don Bettoni – battezzato da don Primo Mazzolari da cui ricevette l’ispirazione alla vita sacerdotale e custode di una reliquia di san Giovanni Paolo II – ma che grazie alla presenza del sindaco Raffaele Leni mantiene sempre un forte senso di appartenenza, come dimostra anche la consueta cerimonia del passaggio della luce di Betlemme, la sera della Vigilia, dalla chiesa al balcone del Municpio, proprio dall’altro lato della strada. GB