Ponti San Daniele e Casalmaggiore
Il punto dalla sponda parmense
Quale futuro per i ponti sul Po e quindi per i collegamenti tra Cremonese e Parmense, Emilia e Lombardia? Da una parte proseguono i lavori al “Giuseppe Verdi”, quello che collega le due province e le due regioni tra i comuni di San Daniele Po, Roccabianca e Polesine Zibello. Dall’altra si lavora alla realizzazione del nuovo viadotto tra Casalmaggiore e Colorno.
I lavori al “Verdi” sono arrivati al 35 per cento della loro realizzazione che riguarda la messa in sicurezza e nel 2026, quindi a breve, saranno al lavoro anche i sommozzatori. Per quello tra Colorno e Casalmaggiore si attende l’ok di Anas. In questi giorni, per quanto concerne il “Verdi”, sono state definite le modalità di attracco del pontone, sulla sponda cremonese, che servirà a trasportare i mezzi d’opera (ruspe, gru, escavatori) durante le operazioni sulle pile in alveo del ponte per le quali si farà ricorso, ad inizio 2026, anche all’intervento dei sommozzatori. Il cantiere sta proseguendo come da cronoprogramma: terminati gli interventi nella corsia di marcia verso Cremona, ora sono già ben avviate le operazioni di consolidamento anche nella corsia di marcia opposta, verso Parma, con l’installazione di barriere e guardrail.
Sono arrivati i materiali e le attrezzature per procedere poi con gli interventi in alveo. I lavori sul ponte Verdi prevedono interventi su 35 campate prevalentemente per la parte in alveo (con rifacimento marciapiedi, cordoli e soletta con impermeabilizzazione) ed il ripristino e potenziamento delle pile in acqua. L’importo dei lavori è di 14 milioni e 866mila euro con un finanziamento complessivo di 20 milioni di euro del ministero delle Infrastrutture nell’ambito del programma di ripristino dei ponti su fiume Po. Ad eseguire l’intervento un consorzio di imprese costituito da Steelconcrete Consorzio Stabile di Verona (azienda mandataria), Locapal S.r.L. di Venezia (mandante) e Nautilus S.r.L. di Venezia (mandante).
Il ponte, come noto, a circa venti anni dall’entrata in servizio ha cominciato a manifestare segni di ammaloramento con particolare riferimento alle travi di impalcato. Si presume che il progressivo degrado sia dovuto alle infiltrazioni di acqua piovana e ai sali usati nei periodi invernali. Da anni si sta intervenendo sulla struttura (che da dieci anni esatti presenta problemi), agendo in prevalenza sulle travi, con operazioni di vero e proprio restauro, ma durante i lavori sono sempre emerse situazioni nuove (ammaloramenti estesi anche sulle pile e sui pulvini) e, soprattutto, peggioramenti strutturali dovuti al passaggio incontrollato di convogli pesanti non autorizzati. Il ponte è composto da 60 campate, ogni campata è costituita da 4 travi sulle quali si deve operare singolarmente (totale 240 travi).
Nel 2021 la Provincia di Parma, tra l’altro, aveva concluso lavori finanziati con 6 milioni di euro dal Ministero che avevano riguardato il ripristino di 21 travi, il consolidamento dei pulvini sulla parte di ponte che attraversa l’alveo inciso del fiume ed alcuni ripristini urgenti sui piloni in acqua.
IL PONTE DI CASALMAGGIORE
Per quanto riguarda il ponte tra Colorno e Casalmaggiore, ad inizio settembre è stato presentato il progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo al nuovo ponte che sarà costruito a fianco di quello attuale, che sarà poi demolito, e si innesterà negli stessi punti dell’attuale ponte rispetto alle due sponde.
Avrà un costo di 300 milioni di euro e potrà essere realizzato in 4 anni dall’inizio dei lavori più un anno per la demolizione del ponte attuale. Sarà lungo 2 km, dei quali 460 metri nell’alveo del Po, il resto in golena e sarà più alto di circa tre metri rispetto all’attuale ponte. La parte in alveo sarà composta da 3 campate di 150 metri di lunghezza, ciascuna in acciaio e con forma ad arco, mentre la restante parte, in golena, sarà caratterizzata da un viadotto multicampata in conglomerato cementizio e acciaio. Ci saranno solo due pile in acqua con conseguenti vantaggi per la navigazione e per la gestione idraulica, soprattutto per quanto riguarda l’eventuale deposito contro le pile di detriti, rami e tronchi trasportati dalla corrente del Grande fiume. Visti gli spazi disponibili i lavori potranno iniziare dalla sponda colornese, dove si concentreranno in una prima fase, e poi si sposteranno sulla sponda casalasca.
Il progetto di fattibilità tecnica ed economica – composto da 140 elaborati e curato dal raggruppamento temporaneo di progettisti italo spagnolo Enser-Ayesa – è stato consegnato all’Anas, l’ente al quale competerà, materialmente, la realizzazione del progetto esecutivo e la successiva realizzazione del ponte, una volta che saranno state individuate, con il supporto del Governo, tutte le risorse economiche necessarie. Il tempo tecnico per tutti i lavori è di 5 anni di cui quattro per la costruzione del nuovo ponte ed uno dedicato alla sola demolizione dell’attuale ponte. Un aspetto molto importante è che il progetto del nuovo ponte è stato concepito con l’idea di consentire l’utilizzo del vecchio ponte, durante il cantiere per la realizzazione del nuovo, in modo da non interrompere la viabilità, così come si sta facendo per i lavori in corso relativi al ponte “Verdi”. Un ulteriore aspetto rilevante, viste le tempistiche, è emerso dal costante monitoraggio dei sensori collocati sul ponte attuale di Colorno-Casalmaggiore da parte di Anas e Università di Parma.
I dati raccolti sino ad oggi fanno stimare una vita utile del ponte attuale superiore ai 10 anni che erano stati ipotizzati alla riapertura nel 2019. “In entrambi i contesti (ponte Verdi e Colorno-Casalmaggiore) – spiega Alessandro Fadda, presidente della Provincia di Parma – l’obiettivo primario è quello di garantire sempre i collegamenti tra le due sponde, parmense e cremonese, ed evitare chiusure totali al traffico. Sul Verdi i lavori stanno proseguendo bene: sino ad oggi non ci sono state chiusure e contiamo di mantenere fede a questo impegno sino al termine dei lavori, come emerso in occasione dei frequenti sopralluoghi effettuati insieme agli amministratori dei comuni di Roccabianca e San Daniele Po.
“Per il ponte sul Po tra Colorno e Casalmaggiore – aggiunge il presidente Fadda – in questo momento la Provincia ha completato le attività che aveva in carico, ossia quelle di raccolta dei dati e di elaborazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica. Ora il pallino è in mano ad Anas che ha il compito di analizzare il progetto presentato. Il confronto con Anas e con tutti gli altri enti coinvolti è costante. Non c’è stata alcuna bocciatura del progetto da parte di Anas. L’iter, dunque, prosegue. Ora entrerà nel vivo tutta la partita relativa al finanziamento economico dell’intera opera che deve coinvolgere, ovviamente, il Governo.
Una partita che seguiremo da vicino in stretta sinergia con i comuni di Colorno e Casalmaggiore, con il Comitato TrenoPonteTangenziale, con la Provincia di Cremona, con i parlamentari ed i consiglieri regionali dei due territori. Serve un lavoro di squadra – conclude – senza distinzione politiche o partitiche”.
Eremita del Po, Paolo Panni