Oscar di CremonaSport 2025
Gentili miglior atleta uomo
Se il 2024 aveva consegnato a Cremona l’immagine di Giacomo Gentili con l’argento olimpico al collo, il 2025 ha aggiunto un dettaglio ancora più rivelatore: non solo la continuità del campione, ma la crescita dell’uomo-gara. Nel canottaggio, dove i risultati pesano ma i ruoli pesano ancora di più, il cremonese cresciuto in canottieri Bissolati ha attraversato la stagione da riferimento del quattro di coppia azzurro, sempre più riconoscibile per ciò che porta in barca: concentrazione, lettura, gestione, freddezza. E, soprattutto, quella lucidità da capovoga che non è un’etichetta, è un mestiere.
La prima fotografia nitida dell’anno arriva a Varese, in Coppa del Mondo, il 15 giugno: l’Italia vince l’oro nel quattro di coppia maschile e con Giacomo ci sono Matteo Sartori (al posto di Chiumento), Luca Rambaldi e l’amico fraterno Andrea Panizza. Una squadra che costruisce una prova definita “impeccabile” dalla stessa Federazione. È il segnale che, dopo Parigi, l’equipaggio ha ritrovato ritmo e ambizione, senza l’ansia di dover dimostrare qualcosa, ma con la necessità di rifare bene ciò che sa fare meglio.
Il punto più alto, però, è Shanghai. Ai Mondiali 2025, sul lago di Dianshan, il quattro di coppia maschile italiano torna campione del mondo sette anni dopo Plovdiv 2018, con un equipaggio che unisce esperienza, freschezza e memoria: Luca Chiumento, Luca Rambaldi, Andrea Panizza e Giacomo Gentili vincono l’oro in 5:48.08, davanti a Gran Bretagna e Polonia. Il percorso è pulito e convincente: miglior tempo in batteria per l’Italia (5:38.09), semifinale vinta (5:43.89), poi la finale gestita da squadra adulta, capace di non concedere strappi emotivi e di restare dentro la propria architettura tecnica fino all’ultimo metro.
È qui che Gentili completa il salto: non è più soltanto l’atleta “da prestazione”, è il regista del passo, ruolo che pretende responsabilità e lettura continua del campo-gara: scegliere il ritmo, sentirlo sotto pressione, difenderlo quando l’avversario lo attacca.
Il valore del 2025, per Gentili, sta anche nella continuità mentale. Shanghai non è un acuto isolato: è un titolo che arriva “dopo” l’argento olimpico e conferma che la parabola è ancora in salita. Non a caso la Federazione, a fine stagione, ha indicato quel quattro come “Equipaggio dell’Anno 2025”, riconoscendone qualità e significato dentro il movimento azzurro. E Gentili, nel frattempo, continua a essere premiato anche a livello istituzionale sul territorio.
Poi c’è l’altra faccia dell’anno, quella che racconta la dimensione umana dietro la bacheca. Al rientro dal Mondiale di Shanghai, Gentili ha denunciato il furto dello zaino con le sue medaglie, oro e argento, trasformando amarezza e incredulità in un appello pubblico diventato virale. La reazione non è stata quella di chi difende un trofeo, ma di chi ne custodisce il significato e basta osservare l’apertura della sua pagina social per comprenderlo, non una vetrina patinata, ma una sequenza che tiene insieme medaglie e lacrime, la squadra e la solitudine, l’abbraccio olimpico e una vacanza in un paese lontano. È la fotografia di un atleta che ha metabolizzato vittorie e ferite con la stessa lucidità.
In questo quadro si inserisce anche il riconoscimento di CremonaSport per gli Oscar 2025, con i verdetti della redazione, perché oggi Gentili è questo: un campione che si conferma anno dopo anno, in uno sport, dove la differenza tra medaglia e rimpianto spesso è un dettaglio di ritmo e di scelte al momento giusto, una capacità vale quanto un colpo perfetto.
Cristina Coppola