L’innovazione nei piccoli comuni:
la parola ai sindaci dell’Oglio Po

31 comuni, che per un terzo non arrivano ai 1000 abitanti e solo uno supera i 5000 residenti. Questo è il territorio all’interno del quale opera il GAL Oglio Po.
Un’area in cui vivono complessivamente circa 53.000 persone, per lo più anziane, che, secondo il report 2022 del MEF, racchiude anche un’ampia fetta della popolazione più povera del cremonese, considerato che in ben dieci paesi non si arriva ai 20.000€ pro capite.

A ciò, si aggiunge la distanza e i cattivi collegamenti tra i centri abitati e i tanti minuscoli insediamenti rurali che rendono difficile l’accesso ai servizi.

In questo quadro complesso, per un amministratore locale parlare di innovazione può avere un significato molto diverso da ciò che si intende comunemente.

Secondo il Sindaco di Solarolo Rainerio, Vittorio Ceresini, “per l’area dell’Oglio Po Chiese, anche se potrebbe sembrare una contraddizione, ‘innovazione‘ potrebbe essere un po’ un ritorno al passato.
Circa 25 anni fa, all’inizio del nuovo millennio, si era capito che non si poteva più andare avanti come in passato e il territorio aveva la necessità di unirsi e collaborare perché le risorse erano poche e i comuni sempre più piccoli.

Il municipio di Solarolo Rainerio

“Oggi – prosegue Ceresini – è necessario che questa collaborazione diventi effettiva, non sia più solo una collaborazione sulla carta, ma deve superare i campanilismi affinché si collabori veramente tutti insieme per dare un’idea coesa di un territorio che vuole uscire dalle difficoltà in cui si trova”.

Di opinione simile anche il Sindaco di Scandolara Ravara Ennio Oliva: “Io penso che il nostro territorio, che è formato da tanti piccoli comuni, debba collaborare in maniera molto più stringente rispetto alle esperienze che stiamo vivendo. Noto che le unioni di comuni si sono un po’ disfatte, è stato un esperimento, in un certo senso, fallimentare, mentre le fusioni, nonostante siano fortemente retribuite dal Governo, non partono“.

Scandolara Ravara

Il Sindaco di Asola, Moreno Romanelli, sottoscrive queste considerazioni, aggiungendo anche la necessità di adeguarsi alle nuove tecnologie per ridare forza alle potenzialità che caratterizzano l’Oglio-Po-Chiese.
“A mio modo di vedere – afferma Romanelli -, innovazione significa non dimenticare anzitutto la tradizione, perché è il punto di partenza su cui costruire i nostri territori; dobbiamo però portare questa tradizione ad un linguaggio al passo coi tempi, con le nuove tecnologie e anche con un nuovo modo di pensare.
Mi riferisco all’aspetto turistico, ma anche all’aspetto commerciale, industriale e tutto quello che può far correre l’economia nei nostri territori”.

Ma se la collaborazione può rafforzare un intero territorio, quale innovazione possono portare all’Oglio Po i piccoli comuni?

Noi stiamo pensando di domiciliare i servizi con un leggero investimento che possiamo fare come Comune, così da non far spostare le persone più fragili, come i tantissimi anziani che vivono nei nostri paesi – ci spiega il Sindaco Oliva – ma far sì che le istituzioni, soprattutto quelle sanitarie si muovano verso i soggetti più fragili”.

Anche Torre de’ Picenardi sta puntando sui servizi alla persona, ma, in questo caso, a partire dalle nuove generazioni.
“Ci stiamo focalizzando molto sulle attività da fare con le scuole e i servizi offerti ai ragazzi che sono in età scolastica – racconta il Sindaco Marcello Volpi -. Per esempio abbiamo inaugurato nuovi orti didattici, abbiamo puntato e continuiamo a puntare sul nostro servizio di biblioteca comunale e stiamo investendo nel turismo“.

“In questo senso – prosegue Volpi – abbiamo affidato a un esperto la gestione di una serie di attività per il rilancio turistico-culturale di Torre De’ Picenardi. Questo per attirare nuovi visitatori e per rendere l’offerta sempre più ricca. Come Comune abbiamo investito in un ostello, l’Ostello Postumia. Lo inaugureremo tra poco nello spazio delle ex scuole elementari dell’ex Comune di Ca’ D’Andrea“.

L’Ostello Postumia di Torre de’ Picenardi

“Solarolo può portare innovazione con la riscoperta di quelle che sono le sue radici – aggiunge Vittorio Ceresini -. Noi all’interno del Comune abbiamo la mostra permanente di cultura del territorio, che raccoglie tutte le esperienze della civiltà contadina, non solo del passato. E poi abbiamo un personaggio, Pietro Ripari, che è stato un eroe del Risorgimento ed è stato il medico della spedizione dei 1000 che ha curato Garibaldi quando fu ferito in Aspromonte”.

“Chiaro che questa innovazione deve passare attraverso la tecnologia, un uso intelligente di quelle che sono le risorse tecnologiche, di quelli che sono i canali, i portali turistici, ma anche quella che è la rete che deve crearsi necessariamente con i vari settori: settore produttivo, settore turistico, settore industriale, settore artigianale”. Secondo il sindaco di Asola “È importante fare rete e le amministrazioni devono fare da tramite”.