Cronaca

"Liuteria cremonese rappresentata da chi non è nemmeno in grado di garantire comportamenti professionali dei propri associati"

Liuteria cremonese rappresentata da “chi non è nemmeno in grado di garantire comportamenti professionali dei propri associati”. E ancora: atti di concorrenza sleale nel corso di Mondomusica 2011, con azione di “lobby al ribasso”.
Non c’è pace per la liuteria cremonese, come evidenzia la lettera inviata dai liutai Davide Sora e Annamaria Menta al presidente del Consorzio Liutai, Giandomenico Auricchio, e al segretario di Confartigianato, Roberto Maffezzoni.
“In circa 30 anni di attività – scrivono – abbiamo visto (e vissuto) i corsi e ricorsi della liuteria cremonese, con tutto il corollario di dichiarazioni e proclami. Nel corso degli ultimi anni politici, associazioni di categoria e, di conseguenza, il Consorzio Liutai  ‘Antonio Stradivari’, hanno operato in modo che si arrivasse a identificare LA liuteria cremonese con il consorzio stesso. Ora, a completamento dell’operazione,  la ‘novità’ del ‘bollino qualità’ che non si nega a nessuno”.
Proseguono Sora e Menta: “Ci domandiamo da dove viene questa impellente e ‘condivisa’ necessità di consentire ai non consorziati l’utilizzo del marchio ‘Cremona Liuteria’. Non essendo il consorzio un ente ‘a numero chiuso’ (strada impraticabile, essendo beneficiario di cospicui finanziamenti di denaro pubblico), niente e nessuno impedisce a qualsiasi iscritto alla Camera di Commercio di associarsi a detto organismo. Chi avesse necessità di veder ‘etichettato’ (tutta o in parte) la propria produzione da un ente terzo, senza grossi problemi potrebbe recarsi in Camera di Commercio e farsi rilasciare una certificazione di provenienza”.
Poi un passaggio sugli ultimi avvenimenti in seno al Consorzio: “Pochi giorni fa il ‘colpo di scena’ (solo per chi non vuole vedere la realtà) con titoloni sulla stampa locale: ‘2012, fuga dal consorzio’. Il Presidente del consorzio dichiara, per giustificare la grande fuga, che l’avvicendamento delle imprese è un fattore ‘fisiologico’. Giusto, nel caso in cui si trattasse di imprese che si trasferiscono, cessano, modificano o iniziano l’attività. QUESTO è fisiologico. Non è fisiologico che nel corso degli anni numerose imprese consorziate ‘storiche’, certo non bisognose del consorzio per ‘farsi strada’, caso mai era il consorzio ad avere bisogno di loro per ‘darsi lustro’, si siano chiamate fuori”.
“L’ultima uscita collettiva di pochi giorni fa – avvertono Sora e Menta – dovrebbe far riflettere chi sta ai vertici. Invece si continua nell’atteggiamento omertoso che da sempre avvolge le questioni relative al consorzio, perchè, così come una cosa diventa vera a forza di parlarne, basta non toccare argomenti tabù e come d’incanto ogni problema o conflitto svanisce. Quanto poi a definire ‘anacronistica e di difficile realizzazione’  l’eventuale nascita di altro consorzio o associazione (chi e in che modo potrebbe impedire cosa?), ci preme ricordare al signor Segretario di Confartigianato che nel corso degli anni molte associazioni si sono formate, trasformate, sciolte. QUESTO è fisiologico. Non è certo scritto nelle tavole della legge ‘non avrai altro consorzio all’infuori di me’.  Confartigianato dovrebbe preoccuparsi di svolgere bene il proprio ruolo di sindacato di TUTTA la categoria degli artigiani, piuttosto che mettersi ‘a servizio’ del consorzio. Più volte abbiamo fatto notare questo aspetto all’interno dell’associazione, siamo sempre stati ignorati”.
“Siamo decisamente stufi di sentirci dire cosa, come e quando è meglio fare per la liuteria e i liutai – incalzano -. Le ‘collaborazioni’, le ‘sinergie’, la modaiola ‘sussidiarietà’, sono parole vuote se si viaggia sempre  e solo a senso unico: noi vi diciamo cosa vi serve, cosa dovete fare e voi ci dimostrate pubblica ed eterna gratitudine. A questo si vuole aggiungere la beffa di vedere la liuteria cremonese rappresentata da chi non è nemmeno in grado di garantire comportamenti professionali dei propri associati. Il comportamento, definibile come minimo di concorrenza sleale, che i consorziati hanno tenuto nel corso dell’edizione 2011 di Mondomusica è un esempio: i soci che esponevano all’interno dello stand istituzionale hanno praticato un azione di ‘lobby al ribasso’ verso un possibile cliente che si era proposto come acquirente a patto di ottenere prezzi da ‘saldi di fine fiera’. E’ questa l’immagine che si vuole portare in giro per il mondo?”.
“Il consorzio – ricordano – si è arrogato il diritto di rappresentare tutta la liuteria cremonese. In quanto beneficiario di fondi pubblici, che si auto investe della carica di garante della qualità e quindi pretende di ‘parlare’ a nome di tutti i liutai cremonesi, dovrebbe come minimo diffondere presso tutti i professionisti operanti sul territorio il verbale dell’assemblea che ha approvato il nuovo regolamento. I liutai, complici del proprio ‘declino’, sono stati tirati in mezzo innumerevoli volte per i motivi più disparati. La liuteria, così come l’arte, la storia, l’urbanistica della nostra città, da cultura (bene di tutti e a favore di tutti) sono state trasformate in ‘marketing territoriale’, oltre tutto da persone che niente (o poco) sapevano (sanno) di storia, arte e cultura in genere. I liutai sono stati di fatto esautorati ed esclusi da qualsiasi scelta e/o decisione che li riguardasse da vicino, dal concorso triennale, alla fiera fino al museo del violino”.
“La liuteria potrebbe avere bisogno della città, sicuramente meno di quanto la città ha il bisogno (indotto) della liuteria – concludono i due liutai -. Cremona non è solo ‘violini&Stradivari’, una città ‘migliore’, più vivibile e viva culturalmente andrebbe a vantaggio di tutti. Fino a che si continuerà sulla strada tracciata (da altri, spesso per i propri interessi personali) non si arriverà molto lontano”.

 

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