Cultura

Madonna del Boccaccino venduta per 100 mila euro

Lo scorso 9 giugno è andata in asta da Sotheby’s a New York una tavola cara ai cremonesi. Si tratta della Madonna e donatore di Boccaccio Boccaccino più conosciuta come “Madonna Lichtenstein” e aggiudicata per $.146.500 comprensivi dei diritti d’asta (figura a fianco).


L’opera conservata originariamente nella Chiesa di San Francesco, appesa ad un pilastro del quarto altare dedicato al Beato Giuseppe da Copertino, faceva parte di una tavola più grande comprendente ai lati San Giovanni e San Francesco e dipinta dal Boccaccino nel 1511, ma, essendosi ammalorata, venne tagliata e fu conservata solo la parte centrale.

Quando la chiesa venne sconsacrata per essere trasformata nel Vecchio Ospedale, la tavola venne rimossa e venduta. Le prime notizie  dopo la vendita di questa tavola, la danno presso gli antiquari Antonio e Giovan Battista Carrer di Venezia fin dal 1882 quando venne venduta al Principe Giovanni II di Lichtestein per la somma di 1.400 lire.

Da allora la tavola rimase di proprietà dei Principi di Lichtenstein prima nelle collezioni di Vienna, poi trasferia nel castello di Seebenstein, successivamente a Neunkirchen fino al 1906 quando ritornò a Vienna. Qui rimase fino al febbraio 1941 quando venne trasferita prima a Gaming in Stiria, successivamente a Lauffen fino all’aprile 1945 quando raggiunse in castello di Vaduz dove rimase fino al 9 luglio 2008 quando venne battuta all’asta da Chirstie’s di Londra e aggiudicata al l’ultimo proprietario per la somma di $.156.281 comprensivo dei diritti d’asta.

La tavola si presentava in cattive condizioni; erano state rimosse
le precedenti ridipinture (si veda la fotografia della fototeca Zeri in cui appare completamente ridipinta, figura a sinistra), ma in questa occasione era apparso ai piedi della Madonna il donatore (figura a destra).

La ricomparsa del donatore colpì il pittore Maurer Seraphin che lo ricopiò su una tavola nel 1898 sempre per la collezione Lichtenstein (figura sotto).

Ora si presenta restaurata con le integrazioni che ne permettono la visione quasi perfetta e ne mostra soprattutto la dolcezza della Madonna e l’immagine del Figlio con in mano un uccellino. Non è stato possibile recuperare la scritta sul cartiglio: ora è possibile solo leggere “’Dona[…] … maria … la … Td[r?]en verro B[oc?]az… …us …sir M…. ».

 

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