Cronaca

Cremona e quei 100 milioni bloccati il patto di stabilità pesa sulle imprese

I lavori vengono fatti, le forniture vengono eseguite. Poi, però, in diversi casi le spettanze non arrivano. C’è la necessità di contenere la spesa pubblica, le maglie del patto di stabilità per i Comuni sono molto strette. E i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, legati al bisogno di rispettare i vincoli di bilancio, strangolano le imprese. Imprese a cui viene meno la liquidità, perché costrette ad attendere tempi lunghissimi prima di ricevere il compenso. La criticità della situazione viene alleviata, talvolta, dall’intervento di protocolli d’intesa, con l’entrata in scena di istituti di credito che garantiscono prestiti agevolati o diventano, in sostanza, creditori al posto delle aziende, alle quali viene fornita la somma dovuta. Il problema, però, non viene estirpato certo alla radice in questo modo. Per analizzare meglio il quadro viene in aiuto un’elaborazione della Cgia di Mestre, che ha messo sotto la lente la situazione dei comuni capoluogo. Quindi anche di Cremona. I dati fanno riferimento al 31 dicembre 2009 (gli ultimi disponibili per fotografare il Paese), ma sono significativi. Viene calcolato che i citati comuni capoluogo bloccano oltre 33 miliardi di euro di pagamenti. Tecnicamente si chiamano residui passivi, nella realtà sono spese già impegnate che non sono state ancora onorate. Lavori eseguiti o previsti. Tra questi residui sono compresi quelli correnti, che includono le spese per forniture di beni e servizi (cancelleria, manutenzioni, acquisti per l’ordinaria amministrazione, etc.), e quelli in conto capitale, dove figurano gli investimenti in opere pubbliche (costruzioni di strade, scuole, parcheggi, impianti sportivi, etc.). Più di 100 i milioni ‘congelati’ a Cremona.

“La causa di questo mancato pagamento – commenta il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi – va ricercata nelle disposizioni previste dal patto di stabilità interno, che per ragioni di contenimento della spesa pubblica, non consentono, se non vengono rispettati i vincoli di bilancio imposti dallo Stato, il pagamento di lavori o di forniture ricevute. Il paradosso è che in questa condizione di insolvenza si trovano molte realtà comunali che, pur avendo i soldi, non possono saldare le spettanze, altrimenti non rispetterebbero più i vincoli previsti dal Patto. Un danno economico non di poco conto, che penalizza soprattutto le piccole imprese e le aziende artigiane le quali, dopo aver eseguito forniture od interventi, devono attendere tempi biblici per ricevere le loro spettanze”.

A livello territoriale, sottolineano dalla CGIA di Mestre, è il Comune di Roma che presenta la quota di spesa non onorata più alta di tutti: l’importo, al 31 dicembre 2009, è pari a 6,26 mld di euro. Seguono Milano, con 3,85 mld di euro e Napoli, con 3,39 mld di euro. Rispetto alla fine del  2008, l’incremento percentuale medio nazionale dei residui passivi è stato del + 5,4%, con punte massime del +55,6% a Carbonia, del +49% a Roma e del +25,2% ad Imperia. In termini procapite, invece, il Comune meno virtuoso è quello di Avellino, con un ammontare complessivo di pagamenti non effettuati pari a 3.754 euro. Segue Carbonia con 3.622 euro, Salerno con 3.608 euro e, al quarto posto di questa speciale classifica, Napoli con 3.529 euro.

A Cremona, come accennato, la quota supera i 100 milioni. Il totale dei residui passivi al 31 dicembre 2009 è di 101,2 milioni. Di cui 36 per spese correnti e 65,2 per spese in conto capitale. Nel 2008 il totale era pari a 121,2; si è quindi assistito a un calo del 19,7%. Guardando invece al totale dei residui passivi procapite, la somma arriva a 1.401 euro.

“In una fase di grave crisi economica – conclude Bortolussi – mettere in pagamento oltre 33 miliardi di euro sarebbe una boccata di ossigeno non indifferente per migliaia e migliaia di piccole imprese. Se in questa elaborazione abbiamo analizzato solo la situazione dei Comuni capoluogo di Provincia, in capo ai comuni non capoluogo stimiamo vi siano altri 7 mld di pagamenti non erogati. Infine, non dimentichiamo che ci sono altri 35/40 mld di euro di crediti che le imprese avanzano dalle Regioni in materia di sanità, sempre a causa dei vincoli previsti dal Patto di stabilità. Per questo è urgente che il Governo intervenga subito e, in sede di approvazione della manovra bis, riveda questa situazione per il bene delle piccole imprese e dei loro occupati”.

 

 

Le spese non pagate dai Comuni capoluogo: analisi dei residui passivi 2008-2009
Valori in milioni di euro
Totale 

residui

passivi

al 31/12/09

di cui, 

per spese

correnti

di cui, 

per spese

in c/capitale

di cui, 

per rimborso

di prestiti

Totale 

residui

passivi

al 31/12/08

Var. % 

residui

passivi

’08/’09

Totale 

residui

passivi

2009

procapite

(euro)

AVELLINO 212,1 25,5 186,6 0,0 234,1 -10,3 3.754
CARBONIA 108,0 18,6 89,4 0,0 48,0 +55,6 3.622
SALERNO 504,1 79,0 404,3 20,8 457,7 +9,2 3.608
NAPOLI 3.398,6 1.605,2 1.793,4 0,0 3.519,6 -3,6 3.529
FROSINONE 152,8 29,8 122,7 0,4 144,2 +5,6 3.160
CHIETI 171,4 38,1 133,2 0,0 134,3 +21,6 3.156
POTENZA 215,0 56,7 143,0 15,2 218,7 -1,7 3.136
SANLURI 26,2 4,6 21,6 0,0 28,8 -9,9 3.065
VENEZIA 825,6 136,9 688,7 0,0 824,4 +0,1 3.049
AOSTA 105,2 12,9 92,3 0,0 96,4 +8,3 2.998
CAGLIARI 466,0 158,8 307,2 0,0 467,9 -0,4 2.969
MILANO 3.857,3 948,8 2.907,4 1,1 4.029,9 -4,5 2.950
REGGIO CALABRIA 544,1 117,0 427,2 0,0 534,3 +1,8 2.928
NUORO 104,4 19,9 84,4 0,0 105,4 -0,9 2.866
VIBO VALENTIA 92,5 27,4 65,1 0,0 96,5 -4,3 2.734
CATANIA 799,3 379,7 341,7 77,9 904,8 -13,2 2.704
GORIZIA 88,7 15,2 73,5 0,0 98,8 -11,4 2.465
LECCE 231,8 58,4 170,4 3,0 211,5 +8,8 2.442
LANUSEI 13,6 3,3 10,4 0,0 11,5 +15,4 2.398
COSENZA 165,3 78,5 80,7 6,1 164,0 +0,8 2.371
ISERNIA 51,2 9,7 41,5 0,0 49,2 +4,0 2.329
CATANZARO 216,9 71,5 145,4 0,0 214,4 +1,1 2.324
ROMA 6.261,0 2.208,3 4.052,7 0,0 3.192,1 +49,0 2.282
BENEVENTO 141,8 27,5 112,7 1,5 163,0 -15,0 2.279
SIENA 118,0 31,1 86,8 0,0 132,0 -11,9 2.168
PALERMO 1.411,6 506,8 870,6 34,3 1.457,3 -3,2 2.152
BRINDISI 190,1 45,9 144,2 0,0 184,3 +3,1 2.119
L’AQUILA 153,3 68,3 79,1 5,9 111,9 +27,0 2.109
TRENTO 241,6 49,0 192,6 0,0 275,8 -14,2 2.092
CASERTA 150,7 65,3 63,0 22,3 205,7 -36,6 1.915
TORINO 1.735,0 733,5 1.001,5 0,0 1.929,8 -11,2 1.908
LATINA 219,6 51,7 168,0 0,0 224,4 -2,2 1.852
PORDENONE 94,7 27,0 67,6 0,0 99,8 -5,4 1.841
CROTONE 109,9 30,4 79,1 0,4 97,1 +11,6 1.790
OLBIA 97,8 26,2 71,7 0,0 98,5 -0,7 1.783
FIRENZE 629,8 182,5 447,3 0,0 701,4 -11,4 1.707
TERNI 188,2 54,6 121,1 12,5 178,0 +5,4 1.670
SASSARI 212,6 64,4 148,1 0,0 227,2 -6,9 1.631
BARI 519,1 200,0 319,1 0,0 581,6 -12,0 1.622
RIMINI 223,8 37,3 186,5 0,0 231,8 -3,6 1.582
FERMO 59,7 11,9 47,8 0,0 58,0 +2,9 1.578
MESSINA 382,4 91,5 265,4 25,5 416,8 -9,0 1.575
MONZA 191,1 60,9 130,2 0,0 187,7 +1,8 1.572
TRAPANI 110,3 50,7 59,6 0,1 102,0 +7,6 1.562
FORLI’ 183,2 40,5 142,7 0,0 179,5 +2,0 1.558
PARMA 284,7 67,7 216,9 0,0 239,9 +15,7 1.543
VICENZA 175,9 45,1 130,8 0,0 163,4 +7,1 1.523
BRESCIA 288,9 66,9 222,0 0,0 256,8 +11,1 1.508
FOGGIA 221,8 104,1 105,1 12,6 366,8 -65,4 1.450
VERCELLI 67,0 17,1 50,0 0,0 62,3 +7,1 1.427
SIRACUSA 174,7 64,1 103,2 7,4 177,1 -1,4 1.411
CREMONA 101,2 36,0 65,2 0,0 121,2 -19,7 1.401
LECCO 66,5 20,0 46,5 0,0 67,2 -1,0 1.391
BOLZANO 143,1 30,3 112,8 0,0 124,4 +13,1 1.387
GENOVA 843,0 275,4 565,9 1,7 913,4 -8,4 1.383
VERONA 365,3 89,0 276,3 0,0 375,3 -2,7 1.381
MANTOVA 66,5 17,2 49,3 0,0 76,7 -15,4 1.375
ORISTANO 43,7 10,2 33,6 0,0 37,4 +14,5 1.360
ALESSANDRIA 127,0 62,4 50,8 13,8 114,2 +10,1 1.348
RAGUSA 98,0 37,1 60,8 0,0 108,3 -10,5 1.336
MATERA 76,9 14,2 62,7 0,0 95,6 -24,3 1.271
IMPERIA 53,2 11,9 41,3 0,0 39,8 +25,2 1.258
ANCONA 127,9 33,7 94,2 0,0 134,6 -5,3 1.248
TRIESTE 245,5 87,1 158,3 0,0 242,9 +1,0 1.194
PESCARA 145,0 60,5 84,5 0,0 151,2 -4,3 1.178
ASCOLI PICENO 59,4 18,3 40,4 0,7 67,0 -12,6 1.161
PADOVA 246,2 104,1 142,1 0,0 305,9 -24,3 1.156
UDINE 114,6 36,0 78,6 0,0 105,8 +7,7 1.153
CUNEO 63,1 17,3 45,8 0,0 59,0 +6,5 1.137
MODENA 208,1 67,7 140,4 0,0 221,8 -6,6 1.136
SAVONA 68,2 17,0 51,2 0,0 67,7 +0,7 1.091
BERGAMO 125,2 42,2 83,0 0,0 155,8 -24,4 1.061
TERAMO 56,9 8,7 48,1 0,0 65,2 -14,7 1.034
VITERBO 63,8 29,7 34,1 0,0 87,2 -36,8 1.015
BOLOGNA 379,6 134,1 245,5 0,0 436,2 -14,9 1.006
LIVORNO 161,7 58,5 103,1 0,0 179,0 -10,7 1.006
ROVIGO 51,6 15,1 35,8 0,7 51,4 +0,3 990
MASSA 68,9 26,4 42,5 0,0 71,5 -3,8 973
LUCCA 81,6 32,8 48,8 0,0 89,8 -10,1 964
PISA 80,6 24,4 56,2 0,0 92,2 -14,3 922
NOVARA 95,6 32,0 63,6 0,0 119,8 -25,4 916
REGGIO EMILIA 151,8 41,7 110,2 0,0 170,9 -12,5 905
LODI 39,8 16,3 23,6 0,0 30,4 +23,6 905
PAVIA 63,5 20,9 42,5 0,0 70,1 -10,5 891
VARESE 72,2 33,4 38,8 0,0 71,8 +0,5 882
AGRIGENTO 50,4 24,5 14,4 11,4 52,9 -5,0 851
TREVISO 69,9 18,7 51,2 0,0 83,1 -18,7 851
PERUGIA 140,0 56,8 83,2 0,0 134,6 +3,8 840
COMO 70,5 27,3 43,2 0,0 72,4 -2,7 831
RAVENNA 130,4 38,0 92,4 0,0 158,8 -21,8 828
PIACENZA 84,1 21,9 62,2 0,0 80,8 +4,0 819
MACERATA 34,4 11,0 23,4 0,0 33,2 +3,6 800
BARLETTA 75,0 25,7 49,3 0,0 66,8 +10,9 797
PISTOIA 70,4 20,6 49,8 0,0 78,4 -11,3 781
ASTI 58,9 19,3 39,6 0,0 63,7 -8,2 776
PESARO 72,2 23,7 48,5 0,0 70,7 +2,0 762
CALTANISSETTA 44,1 15,6 28,6 0,0 51,1 -15,7 732
PRATO 136,6 49,3 87,3 0,0 155,3 -13,7 731
BELLUNO 26,1 9,6 16,5 0,0 37,6 -44,1 712
BIELLA 32,4 9,1 19,9 3,4 32,4 +0,1 707
GROSSETO 56,4 23,1 32,9 0,4 57,9 -2,5 699
VERBANIA 21,4 4,8 16,7 0,0 21,7 -1,3 688
AREZZO 68,4 29,2 39,1 0,0 66,2 +3,2 687
FERRARA 91,7 24,7 67,0 0,0 107,7 -17,5 679
ENNA 18,7 13,6 5,1 0,0 15,8 +15,6 670
LA SPEZIA 61,6 27,1 34,4 0,0 90,9 -47,7 644
SONDRIO 10,3 4,8 5,5 0,0 14,0 -35,4 463
TOTALE 33.367,7 10.985,6 22.102,8 279,3 31.563,2 +5,4 1.905
Nota: Rieti, Campobasso e Taranto non disponibili
I residui passivi sono spese impegnate ma che, per varie ragioni, non sono ancora state pagate, talvolta mettendo in difficoltà i fornitori.
Nella tabella viene riportato l’ammontare dei residui passivi nei comuni capoluogo a fine 2009 (confronto con il 2008).
Tra i residui della spesa corrente rientrano le spese per forniture di beni e servizi ai comuni (cancelleria, acquisti per l’ordinaria amministrazione);
tra i residui della spesa in conto capitale figurano gli investimenti dei comuni in opere pubbliche (costruzione di strade, parcheggi, impianti sportivi);
tra i residui per rimborsi di prestiti (che sono marginali) vi sono le quote per il rimborso di prestiti obbligazionari, finanziamenti a breve, mutui.
Elaborazione Ufficio Studi CGIA Mestre su dati Ministero dell’Interno


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