Lettere

Acqua, Torchio: “Analizzare l’ipotesi società consortile”

da Giuseppe Torchio

Dalla recente Assemblea dei sindaci, rimangono in evidenza tre elementi di criticità.

1) Il conferimento del servizio “in house” – preferito da molti alla privatizzazione – perpetua, tuttavia, sulla società partecipata dagli Enti Locali i famigerati effetti del “patto di stabilità” in quanto la “manovra” governativa, pur avendo escluso il settore idrico dalle privatizzazioni, non ha ancora provveduto a concrete vie d’uscita o deroghe, pur richieste, al “patto di stabilità”. Per intenderci, per esempio, questo tetto impedisce alla Provincia di spendere 40-50 milioni di euro che ha a disposizione, cioè “in pancia” e, allo stesso modo, a tutti gli altri Comuni cremonesi. Quindi il Governo ha provveduto ad emanare una “deroga” formale ma non sostanziale; il ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti o altri Istituti per finanziare il “piano degli investimenti per il servizio idrico” è ammesso, ma nei limiti delle capacità mutuatarie degli Enti Locali soci, già del tutto impegnate per i bilanci locali.

2) Tra la privatizzazione ed il conferimento del servizio “in house” totalmente pubblico ma in questa fase assai poco praticabile per la ridotta bancabilità, esiste la terza via della “società consortile”, non esplorata né correttamente declinata dal pool di consulenza Sciumè, Zaccheo, Guffanti & c. dell’Autorità d’Ambito Idrico, mai spiegata ai Sindaci ed ai Consiglieri Provinciali, ma concretamente operativa, ad esempio, in provincia di Asti. Nell’Astigiano-Monferrato nel 2007 è stato conferito il servizio idrico non già a una società consortile ma a quattro consorzi esistenti di cui tre interamente pubblici ed uno partecipato al 45% dal privato. È stato previsto un fondo di garanzia su conto vincolato per gli investimenti, nella misura di 6 cents al metro cubo di acqua erogata ed è stato sottoscritto un mutuo a tasso fisso e agevolato. A breve si prevede di andare ad un rinnovo del mutuo onde garantire nuovi investimenti, sempre supportati dalla tariffa. Con tale forma societaria, a tutt’oggi, non si incorre nei vincoli del “patto di stabilità”, si può accedere al credito della Cassa DD.PP. e del sistema bancario finanziando, in tal modo, il “Piano d’ambito” che prevede gli investimenti per il prossimo ventennio, anche se ridotti allo stretto necessario, garantendo direttamente, attraverso la tariffa introitata e senza il ricorso ai privati.

3) Secondo la Legge regionale lombarda i termini per decidere sono molto ristretti e se l’Assemblea dei sindaci non si pronuncia a breve sulla forma societaria a cui affidare il servizio idrico, è previsto il subentro del Commissario nella persona del Presidente della Provincia che, a sua discrezione, potrebbe privatizzare. Contro tale legge regionale, tuttavia, il governo Berlusconi ha adito la Corte Costituzionale anche per superare quanto indicato.

In sede di audizione dei rappresentanti del Servizio Idrico Integrato, tenuta dalla Commissione Affari Istituzionali della Provincia, non ho mancato, insieme ad altri colleghi di chiedere una corretta e completa prospettazione della proposta della società consortile, anche attraverso il ricorso ad esperti del Comitato Nazionale per l’Acqua Pubblica, come già avvenuto, a suo tempo con il Prof. Lucarelli.

Il quadro conoscitivo per i consiglieri provinciali, i sindaci ed i cittadini interessati (perché le sedute sono pubbliche e non blindate) potrà essere completato con l’audizione dell’Ato Astigiano-Monferrato contattato nella giornata di ieri. Il Direttore Giuliano ed il Presidente Gerbi (professore universitario a Torino) hanno dato la loro disponibilità a fornire ogni notizia riferita alla forma societaria attivata. Sono in corso contatti con la presidente della Commissione Provinciale di Garanzia Maria Rosa Zanacchi.

È evidente la necessità di estendere tali informazioni, unitamente a tutti gli apporti di esperti bipartisan a tutta l’assemblea dei sindaci. Ugualmente necessario è affiancare i consulenti dello studio Sciumé, Zaccheo, Guffanti & Associati con quelli messi a disposizione gratuitamente dal Forum dell’Acqua Pubblica, come ripetutamente richiesto dai sindaci intervenuti alla recente assemblea “blindata” tenuta alla sede Avis.

È una questione di fair play e di intelligenza politica che potrà portare a decisioni più meditate e condivise, al di là di colpi di mano che non sembrano particolarmente apprezzati.

Giuseppe Torchio

 

 

© Riproduzione riservata