Festa di Sant'Agata, ma senza la 'sacra' Tavola



Esattamente un anno fa nel primo giorno d’esposizione, e con l’attenzione di tutti rivolta all’operazione di posa della nuova campana sul campanile, è stata trafugata una parte della cornice ottocentesca che contornava la “sacra” Tavola di S.Agata nell’omonima chiesa cittadina; così la Tavola è rimasta esposta senza cornice per tutto il periodo a cavallo della festa, solennizzata tra l’altro dalla presenza dell’arcivescovo di Bologna cardinal Caffarra, ed i fedeli hanno potuto convincersi che la sua bellezza era accentuata dalla mancanza delle “abbaglianti” dorature della cornice.
Passata la festa, gli stessi fedeli hanno potuto leggere su un volantino, sovrapposto alle belle riproduzioni della Tavola generosamente donate dalla Fantigrafica, che “La Sacra Tavola è in restauro”. Molti hanno espresso a mezza voce il dubbio che potesse trattarsi di un’assenza provvisoria “all’italiana” che, tradotta, diventa la regola per cui “nulla è più definitivo del provvisorio”; del resto proprio in quei giorni si parlava dell’istituzione del Museo diocesano, nel quale sicuramente un’opera come la Tavola di S.Agata, considerata di importanza assoluta sul piano artistico, potrebbe ben figurare.
Abbiamo posto più volte a Monsignor Achille Bonazzi la domanda se fosse legittimo il dubbio circolato fra i fedeli, ricevendo sempre la completa assicurazione sul ritorno della Tavola nella sua chiesa: anzi, fino al novembre scorso, rimaneva in lui la speranza di un possibile rientro per la festa di S.Agata di quest’anno. Lo stesso Monsignore, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali diocesano, ci ha precisato come tutte le ispezioni fatte con le più raffinate tecnologie, hanno permesso di stabilire in maniera definitiva come la “macchia scura” rilevata in una delle precedenti radiografie, sia originata da un grumo di stucco e non dalla presenza di una reliquia incastonata nella tavola: questo toglie ogni “sacralità” alla Tavola, ma non elimina il suo valore rispetto sia al secolare culto popolare che in passato coinvolgeva tutta la città, che alla bellezza artistica di quest’opera pittorica del XIII secolo. Purtroppo il restauro della Tavola di S.Agata non è ultimato per tempo e l’ultima operazione segnalata riguarda la disinfestazione completa del legno della Tavola.
Al culto dei fedeli è stata esposta una scultura lignea, dovrebbe rappresentare la santa catanese, commissionata nel gennaio 1928 dall’allora parroco monsignor Agostino Desirelli allo scultore bergamasco Manzoni (è gradevole pensare si tratti di Giacomo, divenuto famoso come Manzù, allora ventenne alle prime armi, ma non esistono prove) che l’ha eseguita su disegno del pittore Loverini (forse Ponziano morto nel 1929) pure di Bergamo; la misura dell’opera era calcolata per essere messa in una nicchia posta sopra la grata di protezione della Tavola e delle reliquie che sovrasta l’altare della Cappella dedicata alla Santa, nicchia ora coperta da un quadro del ‘700 dedicato al suo martirio.
La statua è un’opera di “scarsa” ispirazione sacra, sembra piuttosto rispondere a canoni dannunziani in voga in quegli anni, e per i fedeli che la vedono da vicino e non nella prospettiva dal basso all’alto originaria, il confronto risulta particolarmente deludente.
Giorgio Bonali