Lettere

Figli e famiglia o lavoro e carriera? Le donne di fronte a una scelta

da Angelo Zanibelli

Caro Direttore,

“La nostra società, con la sua rapida trasformazione, ha creato allettanti premesse per un avanzato sviluppo delle condizioni della donna sia nell’ambito famigliare che extrafamigliare……Lo sviluppo industriale e tecnologico della società moderna ha senz’altro incoraggiato la partecipazione della donna all’attività produttiva…..Tuttavia non sono stati creati gli strumenti perchè tale partecipazione avvenga nelle condizioni più idonee. Rimane infatti ancora aperto il problema degli asili nido, dell’armonizzazione degli orari di lavoro con quelli degli asili, delle scuole e dei negozi, il problema infine di una revisione della legislazione sulla tutela delle lavoratrici madri.

Enunciata come dichiarazione programmatica in più articoli della Costituzione, ……..la parità anche nel solo campo del rapporto di lavoro è tuttavia, nella pratica, lontana dall’essere compiutamente attuata. Non basta aver eliminato la doppia tariffa salariale maschile e femminile, quando nella stessa industria è ancora possibile trovare scappatoie per discriminare le retribuzioni, quando nelle attività terziarie, e non solo in esse, lo svolgimento delle carriere trova per le donne limiti precoci.

Una politica per la donna dovrà tener conto delle due dimensioni entro la quale la sua personalità si svolge: la famiglia ed il lavoro……”.

Sono parole tratte da un articolo di Amos Zanibelli su La Provincia del 18 maggio 1968 e che la dicono lunga su come, nonostante le battaglie iniziate proprio in quegli anni, nel concreto non sono stati fatti molti passi avanti, soprattutto nella capacità di adattare le strutture, i servizi, le piattaforme sindacali dei contratti di lavoro per garantire che i principi di parità ed uguaglianza potessero essere perseguiti ed applicati.

Si deve ricorrere all’ introduzione forzata delle quote rosa nei consigli d’amministrazione delle aziende, nelle liste elettorali, nei consigli di gestione delle società pubbliche, misure queste che servono ad imporre una presenza femminile, ma che, proprio perchè imposte, dimostrano tutta la debolezza di un percorso vero di parità.

Ancora oggi, in moltissimi casi si mette la donna, di fatto, di fronte all’opzione se scegliere figli e famiglia o lavoro e carriera, scelta che spesso diventa esclusiva portandola a dover stabilire una gerarchia tra i due.

E’ così per le posizioni direttive, ma è altrettanto per posizioni di lavoro di medio basso livello, sia per quanto riguarda la parità salariale, sia in relazione alla adozione di forme nuove e moderne di telelavoro, di flessibilità di orario, di job sharing che consentano di concorrere con i medesimi mezzi alla produttività dell’azienda.

E in questo periodo di crisi aziendali, di ristrutturazioni, di aperture di mobilità o casse integrazioni, i posti più a rischio sono quelli delle donne, che forse nel breve, con i sussidi di mobilità e con quello che risparmiano non dovendo pagare chi  tiene a bada i figli, ne hanno un vantaggio economico, ma rischiano di uscire definitivamente dal mondo del lavoro.

Quanta strada c’è ancora da fare in politiche sociali e in politiche del alavoro, a tutela della famiglia, che è il primo nucleo vitale della società e a tutela del lavoro, che non solo per l’uomo, ma anche per la donna è elemento essenziale alla dignità della persona.

 

Angelo Zanibelli
Consigliere comunale UDC

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