Cronaca

Processo Tamoil, finisce in Parlamento la figuraccia del Ministero dell'Ambiente: interrogazione alla Camera

La figuraccia del Ministero dell’Ambiente nel caso Tamoil finisce in un’interrogazione parlamentare. La questione, emersa circa una settimana fa, è la tardiva richiesta del dicastero per costituirsi parte civile nel filone riguardante l’avvelenamento della falda da idrocarburi. Il fax da Roma è arrivato al giudice Guido Salvini fuori tempo massimo e per questa ragione la domanda è stata respinta. Pubblicato ieri agli atti della Camera un documento predisposto dal Gruppo radicale (prima firma Maurizio Turco): ci si rivolge al ministro Corrado Clini per chiarimenti sull’accaduto con le motivazioni del ritardo. “In apertura dell’udienza tenutasi il 19 novembre 2012 – si legge nell’interrogazione – il giudice Guido Salvini ha reso noto di aver ricevuto in data 31 ottobre la richiesta del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per l’acquisizione dei verbali delle udienze preliminari al fine di costituirsi parte civile in processo. Tale richiesta è risultata tardiva in quanto il 27 ottobre il giudice Salvini ha ammesso gli imputati al rito abbreviato”

L’INTERROGAZIONE COMPLETA

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18712

presentata da

MAURIZIO TURCO
lunedì 26 novembre 2012, seduta n.723

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI.

Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

– Per sapere – premesso che:

è in corso presso il tribunale di Cremona il processo a carico di cinque responsabili della società Tamoil Raffinazione con sede a Cremona imputati, fra l’altro, di gravi reati ambientali;

nella richiesta di rinvio a giudizio si legge «Con reiterate condotte di sversamento al suolo di sostanze inquinanti che penetravano nel terreno e nella falda acquifera (dovute a forme abituali di gestione illecita di rifiuti, ad incidenti, a perdite dai serbatoi e/o dalla rete di raccolta delle acque) a fronte delle quali non adottavano idonei interventi di messa in sicurezza di emergenza che avrebbero dovuto impedire la migrazione delle sostanze inquinanti, attraverso la falda, oltre i confini della raffineria, si rappresentavano e, comunque, accettavano il rischio di avvelenare le acque di falda superficiale, intermedia e profonda aumentandone il grado di contaminazione da idrocarburi e metalli pesanti, anche nelle aree circostanti al di fuori del perimetro della raffineria»;

in apertura dell’udienza tenutasi il 19 novembre 2012 il giudice Guido Salvini ha reso noto di aver ricevuto in data 31 ottobre la richiesta del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per l’acquisizione dei verbali delle udienze preliminari al fine di costituirsi parte civile in processo. Tale richiesta è risultata tardiva in quanto il 27 ottobre il giudice Salvini ha ammesso gli imputati al rito abbreviato;

quali siano le ragioni del ritardo.
(4-18712)

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