Cronaca

Penalisti in sciopero "Stop intercettazioni coi clienti"

Adesione pressoché totale dei penalisti cremonesi nella prima giornata di astensione indetta dall’Unione Camere Penali. Lo sciopero, a cui partecipa anche la Camera Penale Sandro Bocchi di Cremona e Crema, durerà fino a mercoledì 15 gennaio.  Tra i motivi della protesta, “la questione del rispetto del diritto di difesa, inteso non come tutela delle prerogative dell’avvocato, ma come elemento necessario nell’equilibrio del sistema giudiziario”, che “deve entrare a far parte del più vasto dibattito sulla giustizia”. Per i penalisti, “le indiscrezioni su una possibile proposta governativa relativa alla sostanziale eliminazione del principio di immutabilità del giudice destano vivo allarme: tale principio, cioé la regola basilare secondo cui per giudicare é necessario conoscere, e per conoscere il giudice deve vedere la prova formarsi sotto i suoi occhi, non può infatti essere attenuato in nome dell’emergenza della durata irragionevole dei processi”. In questo panorama, continua l’Ucpi, é “sintomatico” il fenomeno dell’ascolto delle conversazioni effettuate dagli avvocati con i loro assistiti: “Nonostante la regola, chiaramente enunciata nel codice di procedura penale, non consenta l’intercettazione delle conversazioni o comunicazioni tra difensori e assistiti e casi di questo genere si ripetono da anni. Su tale questione il Parlamento può e deve intervenire rapidamente, autonomamente o all’interno di una generale riforma della materia delle intercettazioni”.
Nel mirino “il sistema del cosiddetto ‘doppio binario’, che si è da tempo stabilizzato nel nostro ordinamento ed ha preso a dilagare in ambiti che non riguardano più soltanto la criminalità organizzata, diventando il pretesto per la riduzione delle garanzie difensive e di libertà in tutto il processo penale”.
Una prima astensione, per le stesse ragioni era stata indetta dal 17 al 21 settembre di due anni fa.
“Ma da allora la situazione non è migliorata, anzi, se possibile, si è aggravata, con riguardo alle prassi investigative e giudiziarie”, scrivono i penalisti.

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