Processione, vescovo invita a misericordia e ricorda le 'stragi insensate per la fede'
Foto Sessa
Tantissima gente ieri sera per la processione cittadina del Venerdì Santo. Un ritorno in massa al tradizionale appuntamento religioso dietro la preziosa reliquia della Sacra Spina, che la tradizione vuole appartenga alla corona di spine di Gesù della Passione donata a Cremona, la città dov’era vescovo, da Gregorio XIV appena eletto Papa. Il cammino dietro la croce spoglia è iniziato in una suggestiva cornice, con le fiaccole accese di palazzo comunale. Molte persone, i chierichetti, i religiosi, i sacerdoti, i parroci della città, il capitolo della Cattedrale e poi il vescovo con il baldacchino. Dietro le rappresentanze cittadine con il sindaco Gianluca Galimberti, l’assessore Barbara Manfredini, il comandante della polizia locale Pierluigi Sforza e il consigliere comunale Carlo Malvezzi. Lungo il tradizionale percorso ( piazza del Comune-largo Boccaccino-via Mercatello-corso Mazzini-via Verdi-piazza Stradivari-via Baldesio- Cattedrale) sono state proposte le meditazioni ed eseguiti brani dal coro della cattedrale. Al rientro in chiesa – gremitissima – l’omelia del vescovo centrata sulla croce che svela il “mistero d’iniquità” e quello di “misericordia” a secondo delle prospettive in cui la si guarda se dal basso verso l’alto o al contrario, dall’alto verso il basso. “Quanti morti – ha ricordato il Vescovo – a motivo della fede, perché cristiani”. A dimostrarlo i numeri, certamente al ribasso: “Il 2014 – ha proseguito – ha contato più di 4mila martiri e 186 chiese distrutte”. “Stragi insensate” le ha definite il Vescovo, “sotto gli occhi di tutti noi” e “a volte ridotte addirittura a spettacolo per farsi beffa del condannato”.
Poi un invito: “Fermiamoci, domani soprattutto, a contemplare la croce, guardandola dall’alto in basso. Può essere una bella preparazione all’Anno santo della Misericordia” (8 dicembre 2015 – 20 novembre 2016). E qui il riferimento proprio alle parole di Papa Francesco: “Sono convinto che tutta la Chiesa, che ha tanto bisogno di ricevere misericordia, perché siamo peccatori, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e a ogni donna del nostro tempo”. Subito dopo, però, un monito, citando sant’Agostino: “Non fate della misericordia di Dio il salvacondotto dell’inferno”.
Una misericordia per tutti che – ha sottolineato ancora il Vescovo – a volte dà fastidio. E qui il richiamo alla parabola del figliol prodigo. “A volte la misericordia può indispettire! Come se ci facesse rabbia che qualcuno ne possa usufruire. Chissà, forse è proprio così! Qualcuno indispettito che questi giorni particolari di memoria ha pensato di proclamare altre libertà, che non onorano la vita. Ma se fosse così è anche questo un riconoscimento della misericordia di Dio, che, per chi ragiona con le categorie umane, non ha senso. O addirittura indispettisce perché altri ci credono e ne usufruiscono”.
Da qui l’invito a riscoprire “il segno della misericordia, che è indispensabile per la vita umana. Perché senza misericordia non c’è neanche pienamente giustizia”.
“È con questi sentimenti – ha concluso il Vescovo – che ci mettiamo in ginocchio davanti a Cristo crocifisso. Non per altro se non per riconoscere la Tua misericordia e ringraziarTi, perché essa è infinitamente più grande delle nostre colpe e infinitamente più compassionevole dei nostri cuori”.
La celebrazione si è conclusa con la raccolta di offerte per le necessità della Chiesa in Terra Santa e la benedizione episcopale con la reliquia della Sacra Spina.
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