Predoni del Po, in arrivo più controlli e sanzioni più aspre

Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale una risoluzione con varie azioni da attuare per contrastare le attività dei predoni del Po e di pescatori di frodo e ladri di motori in generale: tra le azioni l’inasprimento delle sanzioni amministrative, fino al sequestro e alla confisca di autoveicoli e natanti. Il documento, illustrato da Marco Carra del Pd e passato in aula martedì, impegna la Giunta a prevedere un rafforzamento delle punizioni e a valutare la possibilità di ridurre i canoni di concessione applicati dalla Regione agli operatori di settore, concordando anche la predisposizione di strutture galleggianti di videosorveglianza. C’è inoltre la richiesta di coinvolgere i Comuni e gli enti interessati per controlli più stretti sulle rive dei fiumi e dei laghi, sulle barche che vengono messe in acqua e ai fini della chiusura delle rampe di accesso nelle ore notturne.
Il testo prende spunto dall’aggravarsi del fenomeno della pesca di frodo e dalle indagini che riguardano i corsi d’acqua lombardi, soprattutto il Po e i laghi di Mantova. I pescatori di frodo attuano una vera e propria azione predatoria con reti, elettrostorditori e altro. I risultati sono un impoverimento della quantità e della qualità della fauna ittica e un grave danno ambientale ed economico. Le sanzioni previste dalla legge in vigore sono lievi e le autorità non possono sequestrare mezzi e attrezzature.
“Oggi abbiamo approvato velocemente e all’unanimità la risoluzione contro la pesca di frodo nel fiume Po e già da subito si potrà partire prendendo adeguati provvedimenti per sconfiggere una piaga che si trascina da ormai troppo tempo”, commenta Agostino Alloni, consigliere regionale del Pd della provincia di Cremona. “L’argomento era stato sollevato nella precedente legislatura – ha ricordato Alloni in aula –. Erano stati presi impegni dai precedenti assessori, uno dei quali era quello di coordinarsi tra le Regioni interessate, quindi Lombardia, Emilia Romagna e, in subordine, Veneto. Perché oltre al danno al patrimonio ittico, questi predoni pescano con reti enormi che fanno un danno all’ambiente incalcolabile”.
I predoni “arrivano organizzatissimi e allestiscono un campeggio che nel giro di 48 ore è capace di produrre un danno notevolissimo, utilizzando territori spesso vincolati – ha spiegato ancora Alloni –. E agiscono impunemente perché non c’è controllo adeguato, le sanzioni sono troppo leggere, ci sono golene enormi che sono assaltabili con poche difficoltà”.
La proposta, dunque, deve andare nella direzione di “favorire gli accordi sanciti da decisioni di Giunta, dagli impegni del Consiglio regionale, con le due Regioni contermini che devono muoversi all’unisono con noi”. E se per il Pd è importante “inasprire in modo molto importante le sanzioni”, Alloni ha chiesto che “si aiutino i gestori dei porti fluviali privati a realizzare interventi di videosorveglianza per fare da deterrente per i furti di motori sulle imbarcazioni che sono una conseguenza di questa situazione”.
“E’ un fenomeno – ha dichiarato in aula il consigliere regionale della Lega Nord della provincia di Cremona Federico Lena – che preoccupa fortemente la popolazione locale, sia sotto il profilo della sicurezza sia sotto l’aspetto economico e ambientale. Infatti è ormai da tempo che lungo l’asta del Po, fra le sponde lombarde e quelle emiliane, si registrano episodi di furti e danneggiamenti alle barche ormeggiate, ai motori e ai ripostigli dei pescatori oltre che razzie di pesci con tecniche vietate che creano ingenti danni ambientali. Il ritrovamento lungo le sponde del fiume Po e dei laghi mantovani di notevoli quantità di scarti organici di pesce di grossa taglia, come il siluro, testimonia inoltre che la lavorazione del pesce catturato avviene direttamente sul posto per poi essere immesso nel mercato alimentare con conseguenti problemi di ordine igienico-sanitario”. “Inoltre – ha aggiunto – nelle zone golenali è in costante aumento la presenza di campeggi abusivi, occupati prevalentemente da pescatori provenienti dall’Est Europa, nonostante le numerose denunce da parte dei cittadini e delle associazioni sportive. Sulla scorta di queste motivazioni pensiamo quindi sia importante far sentire la posizione di quest’aula, che condanna duramente il progressivo impoverimento della qualità e della quantità della fauna ittica e il grave danno ambientale, senza trascurare le ripercussioni sull’indotto generato dalle manifestazioni agonistiche di pesca praticate sul territorio”.
Michele Ferro
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