Economia

'Rilanciare Cremona con il porto, la navigabilità del Po e le infrastrutture'

Rilanciare l’asse del Po e il porto di Cremona, nonché il polo Tencara, migliorare l’infrastrutturazione del territorio con assi viari come la Cremona-Mantova, ma soprattutto rilanciare il comparto industriale: queste le priorità emerse durante l’Assemblea dell’Associazione industriali di Cremona, a cui hanno preso parte il presidente nazionale Giorgio Squinzi e il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni. L’assemblea si è aperta con il saluto di Alberto Antolini, amministratore delegato dell’Ocrim, azienda che ha ospitato quest’anno l’assemblea. “Quando mi rapporto con persone di altri Paesi mi rendo conto che la parola Italia è un rafforzativo e credo che l’industria italiana deve riprendere possesso di questa parola. Non possiamo lasciare che il Paese si arrenda a un mondo che spinge e cerca di metterlo in un angolo”.

Forti le parole del presidente dell’associazione, Umberto Cabini, che ha fatto appello affinché a livello territoriale “si creino i presupposti per la crescita economica, dal Cremasco al Casalasco, passando per il Cremonese”. E per farlo “serve l’impegno di tutti, in primis delle amministrazioni”. Insomma, bisogna ripartire, lavorando con la Regione, “da un nuovo modello di AQST (Accordo quadro di sviluppo territoriale)”.

Secondo Cabini la provincia di Cremona deve “sperimentare un nuovo patto per lo sviluppo”, valorizzando le proprie peculiarità: un agroalimentare forte, un settore metalmeccanico importante, il mini-distretto della termometria, una notevole concentrazione di imprese che si occupano di make up, il futuro polo tecnologico, l’arte musicale, oltre alle università e ai centri di ricerca.

Servono però “politiche che consentano di esaltare le nostre eccellenze”. Ma per farlo ci sono delle emergenze d risolvere. A partire da quelle infrastrutturali, “e penso alla Ti.Bre e alla Cremona-Mantova, così come alla grande opportunità di investire sul porto di Cremona e sulla navigabilità del fiume Po”.

Ma non mancano neppure le frecciatine da parte del presidente, che ha ribadito: “Vogliamo che finisca il conflitto improduttivo tra chi è alla guida e chi all’opposizione: non ci sono scelte di destra o di sinistra. Ci sono scelte giuste”. Un cenno anche alla questione dell’inceneritore: “Si può discutere sul destino di un termovalorizzatore, avendo però presente la realtà. La storia d’Italia è piena di chi manifesta contro le nuove centrali ma si lamenta per l’aumento delle bollette o di chi è contro gli inceneritori, ma poi si scandalizza se le strade vengono invase dai rifiuti”.

All’intervento di Cabini è seguito un dibattito tra Maroni e Squinzi, moderato da Andrea Cabrini. Squinzi ha posto l’accendo sull’andamento finalmente in positivo dell’economia italiana, dopo due trimestri a segno positivo e con un Pil che per il 2015 è previsto a circa l’1%.”Ma non dobbiamo accontentarci: l’obiettivo deve essere quello almeno del 2%” ha sottolineato. E le riforme sono ora quello di cui si ha necessità. Anche su temi “finora ignorati dal Governo, come l’innovazione e una vera spending review”.

Tuttavia, per il governatore Maroni, la spending review va fatta con un certo criterio: “Questi tagli indiscriminati non hanno senso e penalizzano le regioni virtuose come la nostra”.

Maroni ha però raccolto anche la sfida di Cabini, che chiedeva alla Regione un patto per lo sviluppo. “A noi serve sapere di cosa avete bisogno, quali sono i vostri progetti… le risorse le abbiamo, sul tavolo possiamo mettere centinaia di milioni per dei progetti buoni”. E il rilancio del porto di Cremona e della navigabilità del fiume fino a Milano? “E’ un buon progetto ma ci servono autorizzazioni dal Governo per farlo partire”.

Ed è questo uno dei nodi fondamentali da risolvere, come ha evidenziato anche Squinzi: “E’ necessario snellire il comparto legislativo e burocratico, che non consente alle imprese italiane di essere efficienti”.

Laura Bosio

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