Tennis malato, giustizia sportiva: Bracciali inibito un anno, Starace scagionato
Entrambi erano accusati di illecito sportivo per aver alterato alcuni incontri allo scopo di realizzare guadagni illeciti tramite una rete di scommesse sportive.
La Corte d’appello federale della Federtennis ha emesso sentenza in merito al procedimento relativo allo scandalo scommesse nei confronti degli azzurri Daniele Bracciali e Potito Starace. Il primo è stato inibito un anno con una sanzione di ventimila euro, mentre il secondo è stato scagionato. Entrambi erano accusati di illecito sportivo per aver alterato alcuni incontri allo scopo di realizzare guadagni illeciti tramite una rete di scommesse sportive. Per Bracciali, la motivazione parla di violazione dell’articolo uno del regolamento di giustizia relativo alla lealtà e alla correttezza sportiva.
Lo scorso 12 dicembre il Collegio di Garanzia del Coni aveva rinviato alla Corte d’appello federale della Fit il procedimento nei confronti dei due tennisti azzurri, che poco più di due mesi prima avevano visto il parziale accoglimento dei rispettivi ricorsi da parte del giudice federale di secondo grado che nei confronti della sentenza di primo grado, che aveva pronunciato la radiazione per entrambi, li aveva prosciolti dalla contestazione di illecito sportivo e aveva comminato a Bracciali l’inibizione di dodici mesi e la multa di ventimila euro. Questa decisione però era stata annullata dal Collegio di Garanzia del Coni che aveva provveduto a trasmettere tutti gli atti alla Corte d’appello federale della Fit per la rinnovazione del secondo grado di giudizio.
Nel mirino degli inquirenti erano finite la finale del torneo di Casablanca del 2011, che secondo l’accusa Starace avrebbe ‘venduto’ per una cifra che si aggirava intorno ai trecentomila euro, e la sfida del torneo Atp di Barcellona del 19 aprile 2011 che il giocatore campano aveva giocato contro Gimeno Traver, per un accordo su una base di cinquecentomila euro.
Ora si passa alla giustizia penale con l’udienza preliminare, fissata per il 18 maggio a Cremona, nei confronti di Bracciale e di Starace, ma anche di altri imputati per i quali il procuratore Roberto di Martino ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte combine nel tennis. L’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.