Anche Cremona avrà il concerto del I Maggio
Anche a Cremona un concerto per celebrare il 1° maggio. Nel giorno della Festa del lavoro, il progetto Fare Legami, di cui è capofila il Comune di Cremona, in collaborazione con i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, partner del progetto, organizzano un concerto in piazza Stradivari (inizio ore 21,00) con Gianmaria Simon dal titolo L’ennesimo Malecon. Un’occasione per ricordare uno dei temi chiave di questo innovativo progetto che sta rivoluzionando il welfare: il tema del lavoro. Perché una comunità che gira è una comunità che tutela e promuove il lavoro. Sarà anche un’occasione per avviare la campagna di raccolta fondi “Il gusto di FareLegami” presente in molte piazze cremonesi per tutto il mese di maggio.
Da oltre un anno il Comune di Cremona ha intrapreso con ‘Fare Legami’ un percorso importante per valorizzare i luoghi di vita delle persone, promuovendo contesti accoglienti, attivando risorse del territorio che devono essere in grado di farsi carico di chi è più fragile attraverso un nuovo modello di welfare. Sul tema del lavoro il progetto ha già attivato, in collaborazione con la Provincia, 4 incontri sull’orientamento al lavoro, in totale ne verranno attivati 12 nel corso del progetto. E’ previsto inoltre il coinvolgimento di 15 aziende per attivare laboratori con i lavoratori e gli imprenditori per promuovere una nuova attenzione alla vita in azienda e al collegamento con i servizi del territorio.
In occasione della Festa del lavoro – dichiara l’assessore alla Rigenerazione Urbana Barbara Manfredini – insieme ai sindacati confederali CGIL, CISL e UIL e con i promotori del progetto Fare Legami, abbiamo voluto celebrare questa importante giornata con un concerto. Un momento innanzitutto di aggregazione all’insegna della musica e della solidarietà che segna, tra l’altro, l’avvio di un’iniziativa di grande rilevanza per il nostro territorio qual è la campagna di raccolta fondi per la comunità ‘Il gusto di Fare Legami’. Ma il concerto sarà anche un modo per animare il cuore cittadino nel suggestivo scenario di piazza Stradivari, un evento che si colloca peraltro a conclusione de ‘Le Invasione Botaniche’ che coloreranno ed animeranno Cremona proprio in quel fine settimana”.
Occupazione e welfare: questi sono i punti cardine della contrattazione che si dovranno sviluppare ai vari livelli”, così dichiarano all’unisono i segretari provinciali dei sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, che aggiungono: “La caduta dell’occupazione e della protezione sociale sono le conseguenze della pesante crisi che da otto anni ferisce il paese con pesanti riflessi sulle fasce deboli della popolazione. Investire in infrastrutture, ricerca e innovazione diventa decisivo per dare una prospettiva per rilanciare la crescita economica e di lavoro, creando una prospettiva per le giovani generazioni. Lo sviluppo deve confermare un welfare universale che garantisca alla popolazione le tutele storicamente conquistate per i lavoratori ed i pensionati”.
L’ARTISTA – Gianmaria Simon nasce a Sarzana nel 1976 e cresce sulle Alpi Apuane. A diciotto anni inizia a suonare blues. In seguito viaggia in Germania e in Francia suonando per strada musica di Dylan e di Neil Young. Suona musica d’autore con i Bandido Maria, musica tradizionale coi Mus, gipsy rock con Mira Leon, combat folk coi Visibì, studia Bach al conservatorio. Nel 2011 prende vita il progetto “Gianmaria Simon” grazie alla collaborazione con Nicola Guazzagni (contrabbasso), Nicola Bellulovich (sassofono), Lorenzo D’Angelo (chitarra), Matteo Rovinalti (violino) e Cristiano Rocchetta (batteria). Dopo tre anni di concerti prende forma il primo album dal titolo L’ennesimo Malecon uscito nel 2015.
Un viaggiatore nello spirito e nell’ispirazione che fotografa personaggi e scene del quotidiano, quadrando nel suo multilinguismo un cerchio che lambisce Vinicio Capossela, Fred Buscaglione, Paolo Conte, Tonino Carotone, Fabrizio De Andrè, Leonard Cohen ma anche gli chansonnier francesi come Jacques Brel.
L’ennesimo Malecon significa un lungo cammino, in lingua romanì e racconta un’umanità varia e bizzarra che si muove nella penombra dei vicoli, nei sobborghi malfamati, nelle bettole più sordide, fra le macerie della civiltà, lontano dal luccichìo del centro e, per dirlo con De Andrè, “dall’amore bianco vestito”. Le epoche e gli idiomi si accavallano e si confondono formando un racconto corale e prismatico.