Cronaca

Regione avvia schedatura moschee, Cremona per ora non ha risposto

Nessun comune della provincia di Cremona ha partecipato alla mappatura delle moschee in Lombardia lanciata dall’assessore al territorio  Viviana Beccalossi. “Le risposte giunte fino a questo momento – spiega Beccalossi – sono arrivate soprattutto dalle province di Brescia (75), Bergamo (59) e Milano (42), seguite da Varese (39), Pavia (38), Como (31) e Sondrio (30). Si tratta soprattutto di Comuni di media grandezza. E’ per questo che chiedo ai sindaci che finora non lo hanno ancora fatto di risponderci, in modo da avere una mappatura il più completa possibile a livello lombardo. Il termine ultimo, prima di fare un bilancio definitivo, è indicato per il 31 di ottobre”. Non solo moschee, interessano alla Regione, ma anche centri culturali come quello islamico La Speranza, a Borgo Loreto, altri luoghi di culto, scuole coraniche.

L’assessore regionale è esponente di spicco di Alleanza Nazionale e tra le principali sostenitrici della legge ‘anti moschee’ varata  nel 2015 dalla Regione, che prevedeva limiti urbanistici particolari per la costruzione di edifici di culto diversi dalla religione cattolica. Nel 2016 la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittima la parte di legge che riguardava questo trattamento differenziato, sentenziando che “non è consentito al legislatore regionale, all’interno di una legge sul governo del territorio, introdurre disposizioni che ostacolino o compromettano la libertà di religione, ad esempio prevedendo condizioni differenziate per l’accesso al riparto dei luoghi di culto”.

La proposta di mappatura lanciata ora dalla Beccalossi è caduto per il momento nel vuoto a Cremona. “Come Assessore che segue il tema migrazioni – afferma l’assessore alla Vivibilità sociale Rosita Viola –  non mi è arrivata nessuna richiesta in merito alla mappatura. Dopo una verifica con altri Settori sono stata aggiornata sul fatto che è pervenuta tale comunicazione nelle scorse settimane e che entro il termine previsto sarà data risposta”. Ma, fa notare Viola, il monitoraggio dei luoghi di culto non è certo una novità di regione Lombardia, visto che sia il ministero dell’Interno che la presidenza del Consiglio tengono sotto osservazione i fenomeni legati all’immigrazione e in particolare alla pratica del culto”. Settore monitorato anche dall’Osservatorio sull’immigrazione curato  fino a qualche tempo fa dalla Provincia, prima che la legge Delrio cancellasse questa ed altre funzioni.

“Il lavoro di mappatura che stiamo compiendo – conclude Beccalossi – può essere utile per conoscere nei dettagli soprattutto quelle situazioni ‘grigie’. Con la richiesta inoltrata ai sindaci desideriamo valutare al meglio la possibilità di intervenire con eventuali provvedimenti legislativi di competenza regionale atti a regolamentare questa materia e per sviluppare un’ulteriore forma di collaborazione con i sindaci sulla sicurezza urbana ai quali, in linea con quanto segnò il decreto 269 del dicembre 2010 dell’allora ministro degli Interni Roberto Maroni, vogliamo fornire ulteriori strumenti a favore della pubblica sicurezza dei loro cittadini”.

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