Truccavano i cronotachigrafi dei camion: sei persone denunciate
Truccavano i cronotachigrafi affinché non registrassero le reali movimentazioni dei camion, in modo da poter raggirare le limitazioni previste per legge, dalle ore di guida massime per ogni autista, alla pausa obbligatoria, alla velocità: sei persone sono così state denunciate sulla base dell’articolo 437 de codice penale, per “rimozione dolosa e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”.
L’operazione, da parte della Polizia Stradale di Cremona, è scattata a gennaio scorso, durante alcuni controlli effettuati su camion a Cremona, che avevano portato a individuare una manomissione su cronotachigrafi che in teoria, secondo l’azienda produttrice, avrebbero dovuto essere “non manomissibili”, in quanto di nuova generazione (denominati cronotachigrafi 2.0), pensati per non poter essere alterati da campi magnetici.
“I nostri agenti del distaccamento della Polstrada di Pizzighettone sono riusciti a individuare un tipo di alterazione nuova e mai vista prima, che nessun altro era ancora riuscito a trovare” spiega il comandante della Polizia Stradale Federica Deledda. “In sostanza, erano stati modificati in modo da eliminarne l’immunità ai campi magnetici, rendendoli quindi truccabili”.
Da questa scoperta sono scattate le indagini, che hanno portato gli agenti dapprima l’azienda di trasporti proprietaria dei camion incriminati, con sede in puglia (a Canosa) e base logistica nel lodigiano (a Massalengo), il cui titolare, insieme a due autisti, è stato denunciato, dopo una perquisizione che ha permesso alla polizia di individuare altri veicoli alterati (sette in tutto tra quelli fermati e quelli trovati in azienda). Successivamente si è risaliti lungo la ‘filiera’ delle manomissioni, arrivando a un’azienda di installazioni con sede nel milanese, che si occupava di mettere in atto le manomissioni (denunciati i due titolari) e a un elettrauto con sede nel Piacentino, denunciato a sua volta, che sul banco di lavoro aveva proprio un dispositivo truccato.
“E’ la prima volta che in Italia viene alla luce un tipo di alterazione simile, tanto che l’azienda produttrice, la Continental, si è mostrata molto interessata, tanto da inviarci un proprio esperto a collaborare con la nostra task force in modo da poter studiare gli apparecchi alterati e capire come evitare future alterazioni. Inoltrre parte del materiale sequestrato è stata inviata alla facoltà di ingegneria della Sapienza di Roma, dove verrà studiata” sottolinea con orgoglio il comandante Deledda. “I miei agenti hanno acquisito grandi competenze in materia, tanto che si occupano di formare anche i colleghi di tutta Lombardia. Per noi il contrasto a questo tipo di illegalità è fondamentale, in quanto non va a tutelare solo la giusta concorrenza di mercato tra autotrasportatori, ma soprattutto la sicurezza stradale: un camionista che non rispetta le prescrizioni di legge, come il limite massimo di ore di guida o le pause obbligatorie, diventa pericoloso per chiunque circoli in strada”.
Laura Bosio