Ceraso e Fasani attaccano Pasquali su procedura referendum strada sud
Una “richiesta di convocazione urgente dell’Ufficio di Presidenza e del Consiglio Comunale”, quella protocollata questa mattina dai consiglieri Maria Vittoria Ceraso e Federico Fasani in Comune ed anche in Prefettura. Al centro della questione c’è sempre la strada sud e l’ipotizzato referendum consultivo, tema che sta dividendo i cittadini e le forze di maggioranza e minoranza. Sotto accusa stavolta è la presidente del Consiglio Comunale, Simona Pasquali, che secondo i due consiglieri non starebbe dando corso a quanto comunicato lunedì scorso, prima dell’inizio del consiglio comunale, in un ufficio di presidenza – lampo riunito proprio per stabilire modalità di indizione di un referendum consultivo sul tema della strada sud. Una forzatura delle regole, peraltro poco chiare quelle contenute in regolamento e statuto comunali, contro cui i consiglieri Ceraso e Fasani pretendono ora un chiarimento.
Ecco il testo della lettera a Simona Pasquali e per conoscenza al prefetto Paola Picciafuochi.
“In data 23 Ottobre 2017, la seduta del Consiglio Comunale convocata per quel giorno alle ore 15, è stata da Lei temporaneamente sospesa per lo svolgimento di un Ufficio di Presidenza, nel quale, la S.V., alla presenza di tutti i capi gruppo, del Vice Sindaco e dei Tecnici del Comune, dando riscontro ad una mia richiesta inviata via mail il 19 ottobre 2017, ha illustrato ai presenti la procedura prevista dallo Statuto del Comune di Cremona e dal Regolamento del Referendum Consultivo per poter indire lo stesso.
In particolare è stato specificato che l’Ufficio di Presidenza non era competente per l’avvio di un confronto politico tra maggioranza e opposizione sul tema dell’indizione di un Referendum in quanto lo stesso avrebbe dovuto avvenire a livello di Segreterie di Partito.
Rispetto invece alla procedura sono state illustrate due possibilità entrambe percorribili:
1) presentazione di una proposta di deliberazione da parte di un Consigliere Comunale ai sensi dell’art. 33 comma 1 lett. a) del Regolamento del Consiglio Comunale a seguito della quale, Lei nel suo ruolo di Presidente del Consiglio, ha prospettato l’attivazione della procedura d’urgenza ex art. 61 del Regolamento del Consiglio Comunale per la convocazione dello stesso, urgenza dettata dalla necessità di discutere e votare la delibera in tempo utile rispetto al termine del 31 ottobre previsto dall’art. 3 comma 1 del Regolamento del Referendum Consultivo;
2) presentazione entro il 31 ottobre di un’istanza sottoscritta da 300 cittadini.
Inoltre rispetto alle incongruenze tra l’art. 23 dello Statuto Comunale e il Regolamento del Referendum Consultivo n. 65/23231 del 20/4/1993, è stato indicata la prevalenza della disposizione Statutaria in quanto norma fondamentale dell’Ente.
A seguito di quanto sopra, i sottoscritti si sono immediatamente attivati, ai sensi dell’art. 33 comma 1 lett. a) del Regolamento del Consiglio Comunale per la predisposizione della proposta di deliberazione al Consiglio Comunale, con il supporto degli Uffici (sig. Flaviana Sesena e Dr. Mariano Venturini) previsto dall’art.8 lett. g) del Regolamento del Consiglio Comunale e della stessa S.V. che, nell’incontro avvenuto in data 24 ottobre 2017, ha ribadito nuovamente la disponibilità ad una convocazione d’urgenza del Consiglio Comunale, ipotizzando un Ufficio di Presidenza nella giornata di venerdì 27 ottobre 2017 e del Consiglio Comunale nella giornata del 31 ottobre 2017.
In data 25 ottobre 2017 i sottoscritti hanno depositato all’Ufficio Protocollo del Comune di Cremona la proposta di deliberazione con la richiesta di indizione Referendum, rimanendo in attesa della convocazione da parte della S.V. dell’Ufficio di Presidenza per definire l’ordine del giorno del Consiglio Comunale.
Solo in via informale, si è venuti a conoscenza che la S.V. non procederà alla convocazione d’urgenza dell’Ufficio di Presidenza e del Consiglio Comunale ai sensi dell’art. 61 del Regolamento Comunale, impedendo così al Consiglio Comunale di votare in tempo utile rispetto alla citata scadenza del 31 ottobre 2017.
Quali sono le circostanze che hanno indotto la S.V. a non ritenere più esistenti le condizioni d’urgenza da Lei stessa prospettate sia in un contesto ufficiale come quello dell’Ufficio di Presidenza del 23 ottobre 2017 alla presenza di Capi Gruppo e Tecnici del Comune che nulla hanno obiettato in proposito, sia nell’incontro informale di supporto per la redazione dell’atto il 24 ottobre 2017?
Se ci fosse stato detto esplicitamente che anche presentando una proposta di deliberazione non saremmo stati più nei termini per discuterla e votarla in Consiglio in tempo utile per rispettare il termine previsto dal Regolamento del Referendum non ci saremmo certo attivati in questo senso.
Ci teniamo a specificare che la proposta di Referendum nasce in conseguenza di quanto avvenuto nella Commissione Territorio del 18 ottobre 2017 in cui l’Amministrazione ha formalizzato la decisione di stralcio del progetto Strada Sud dal Piano di Governo del Territorio. La proposta di Referendum, avente ad oggetto il mantenimento del suddetto progetto negli strumenti di pianificazione del Comune di Cremona, non avrebbe potuto legittimamente essere avanzata prima della formalizzazione della decisione di stralcio da parte dell’Amministrazione.
Pertanto la Sua decisione di non convocare il Consiglio Comunale d’urgenza appare fortemente lesiva dei diritti dei sottoscritti Consiglieri di minoranza che hanno semplicemente seguito le procedure da Lei indicate e nonostante questo si vedono negato il diritto di discutere in tempo utile la deliberazione di proposta del referendum regolarmente depositata, nonostante Lei sia ancora in termini per la convocazione di un Consiglio Comunale d’urgenza che in base all’art. 57 del Regolamento può avvenire con un preavviso di sole 24h.
Riteniamo che in questo modo Lei stia violando l’art. 8 comma 1 lett b) del Regolamento del Consiglio Comunale che prevede tra i compiti del Presidente del Consiglio la tutela dei diritti e delle prerogative dei singoli Consiglieri.
Le chiediamo quindi, in base a quanto sopra esposto, di procedere ad esercitare il suo potere di convocazione urgente del Consiglio Comunale ex art. 61 del Regolamento affinché il Consiglio possa esprimersi entro il 31 ottobre rispetto alla proposta di deliberazione di indizione Referendum depositata dai sottoscritti.
Tenuto conto che nella stessa seduta si potrebbe cogliere l’occasione di discutere anche altre mozioni della minoranza, alcune delle quali, Le ricordiamo, in attesa di arrivare in Consiglio da mesi (molte risalgono addirittura a marzo/aprile/maggio 2017), anche questo in violazione dei diritti di noi Consiglieri ai quali dovrebbe essere garantita una frequenza di Convocazione del Consiglio tale da garantire la discussione degli atti che presentiamo in tempi ragionevolmente brevi, visto che è prevalentemente attraverso la presentazione di mozioni, ordini del giorno e interrogazioni che possiamo esercitare il nostro ruolo di minoranza nell’interesse dei cittadini.
In alternativa si chiede di non considerare perentorio ma ordinatorio il termine del 31 ottobre previsto dall’art. 3 comma 1 del Regolamento del Referendum Comunale, tenuto conto che lo stesso non è richiamato dallo Statuto e considerato il fatto che non viene disposto esplicitamente che eventuali richieste avanzate fuori termine, dopo il 31 ottobre, siano da considerarsi irricevibili o illegittime. (…) Riteniamo che dovrebbe essere quest’ultima l’interpretazione corretta del termine del 31 ottobre prevista dal Regolamento del Referendum del Comune di Cremona, considerando il fatto che nei Regolamenti di molte altre città non è previsto alcun termine per la presentazione dell’istanza.
Questa soluzione ci permetterebbe, anche in assenza di una convocazione d’urgenza, di discutere e votare la proposta di deliberazione avente ad oggetto la richiesta di indizione del Referendum in tempo utile anche in occasione di un prossimo Consiglio Comunale convocato dopo il 31 ottobre 2017.
Si tenga conto infine che in base all’art. 6 del Regolamento del Referendum i conflitti interpretativi concernenti la corretta applicazione dello stesso sono demandati al Comitato dei Garanti.
A questo proposito cogliamo l’occasione per segnalare alla S.V. la grave violazione delle norme statutarie da parte dell’Amministrazione che non ha ancora provveduto alla nomina del Comitato dei Garanti, che in base all’art. 23 comma 4 dello Statuto avrebbe dovuto essere designato subito dopo l’entrata in carica del Consiglio Comunale.
L’assenza di un Comitato dei Garanti non ci permette di far valere la nostra interpretazione del Regolamento ad esempio rispetto alle questione prospettata del termine del 31 ottobre e comunque denunciamo come la nomina a posteriore dei componenti dello stesso rispetto alla presentazione di un quesito referendario specifico, non garantisca quella imparzialità e indipendenza dagli organi di governo del Comune che dovrebbe essere propria di questo organo in base a quanto stabilito dall’art. 23 comma 4.
Non si può infatti escludere che nella designazione dei candidati ciascuna parte politica possa proporre persone di cui conosca già l’orientamento rispetto ad un quesito ormai noto.
Riteniamo opportuno inviare questa nota anche al Prefetto affinché venga messo a conoscenza di tutti i fatti di cui sopra.
Rimaniamo in attesa di sollecito riscontro.