Dimensionamento scolastico, botta e risposta politico tra Crema e Cremona
“Non ci sono ragioni di partito o di campanile che sconsigliano di scorporare l’Istituto Stanga su due ambiti, ma solo ragioni di merito e di buon senso” con queste parole il vice sindaco di Cremona Maura Ruggeri risponde alle bordate del sindaco di Crema Stefania Bonaldi, che accusava Cremona di penalizzare costantemente il Cremasco, relativamente alla vicenda del dimensionamento scolastico.
“Ragioni richiamate in modo molto netto nei tre incontri della commissione provinciale preposta, dalle rappresentanze del mondo della scuola a partire dal dirigente dell’unione scolastica territoriale, alla rappresentante dell’Associazione delle autonomia scolastiche, ai dirigenti scolastici presenti cremonesi o cremaschi che fossero” continua Ruggeri.
“Le scuole non sono pedine di un gioco che si possono spostare a piacimento a tavolino e la divisione dello Stanga per avere i numeri necessari a sostenere l’operazione, avrebbe comportato necessariamente un ulteriore scorporo, con successiva nuova aggregazione, di istituti scolastici sia a Cremona che a Crema. Il tutto ad un solo anno di distanza da un’operazione di dimensionamento che aveva già comportato una profonda riorganizzazione delle scuole cremonesi e cremasche. Tale operazione, anche a prescindere da una valutazione di merito sulla opportunità di dividere lo Stanga, sarebbe stata insostenibile, ci è stato detto a chiare lettere dai tecnici della scuola, sia dal punto di vista organizzativo che gestionale e avrebbe avuto pesanti conseguenze sulla qualità e sostenibilità dell’offerta formativa.
Inoltre restano tutte le ragioni di merito che più volte sono state portate da rappresentanti del mondo scolastico, economico e delle professioni che invitano a salvaguardare l’integrità di una scuola fortemente orientata alla tradizione agricola, lattiero casearia ed ambientale che una volta scorporata in due ambiti ed aggregata ad altre scuole rischierebbe di perdere identità e il posizionamento che oggi la contraddistingue nell’ambito dell’offerta formativa provinciale e nazionale.
Mi pare naturale e di buon senso che anche chi aveva preso in considerazione l’ipotesi della divisione dell’Istituto, potesse avere la necessità di una riflessione ulteriore, a fronte di nuovi elementi di conoscenza e di valutazione della situazione portati all’attenzione dei consiglieri provinciali.
Le valutazioni diverse permangono e, a quanto pare, sono trasversali agli schieramenti politici, ma in ogni caso ci sarà spazio per ulteriori approfondimenti nei tavoli di lavoro che abbiamo voluto insieme superando visioni ristrette e finalizzati a promuovere l’attrattività e lo sviluppo del territorio provinciale e non solo, di cui la filiera della formazione costituisce un volano fondamentale”
Sulla vicenda interviene anche il M5S Cremasco, che evidenzia come il territorio Cremasco debba “essere tutelato e valorizzato” si legge in una nota. “Tuttavia, nonostante avesse in precedenza votato a favore dell’emendamento per l’autonomia, il sindaco di Rivolta d’Adda Calvi, ha cambiato idea e si è astenuto, negando quindi con il suo voto la scissione da Cremona. Un tradimento in piena regola da parte di un sindaco del Pd Cremasco, del quale tutto il Pd dovrà assumersene le responsabilità. E’ ormai chiaro come il Pd sia solo un cumulo di macerie e la Bonaldi non sia minimamente in grado di fare rispettare una linea condivisa. Abbiamo sempre sostenuto che il Pd Cremasco fosse succube di Cremona, ma non pensavamo fino a questo punto, con un sindaco che tradisce il proprio territorio”.
Il M5s si chiede quali siano le motivazioni che hanno spinto Calvi a rinnegare la sua stessa posizione, facendo naufragare la possibilità concreta di vedere lo Stanga di Crema e Pandino autonomi. “Imbarazzante anche la posizione assunta dal Presidente Viola, il quale non si è astenuto dalla votazione in maniera super partes, ma ha preferito intervenire per penalizzare nuovamente il territorio Cremasco a favore di Cremona, dimenticandosi di essere il presidente di tutta la provincia e non solo di una parte. Ci saremmo aspettati che tutelasse anche le richieste del territorio Cremasco, invece così non è stato. E’ poi opportuno che un consiglio provinciale uscente lasci una tale eredità, quando per legge le scuole devono essere suddivise per ambiti?”.