Galimberti e Malvezzi si giocano tutte le carte nel dibattito in piazza

Un dibattito acceso quello andato in scena in piazza del Comune stasera, giovedì 6 giugno, trasmesso in diretta tv da Cremona1 e moderato dal giornalista Giovanni Palisto. Il sindaco uscente Gianluca Galimberti e il candidato sindaco Carlo Malvezzi non si sono risparmiati durante l’ultimo confronto prima del voto di domenica 9 giugno e hanno provato a giocarsi le carte migliori.
Inizia e chiude Galimberti (in modo casuale, in virtù delle alternanze, ndr) che sottolinea come voglia “rendere Cremona sempre più per i giovani che sono il futuro della nostra città”. Il primo affondo è di Malvezzi (“Immagino una una città attrattiva per gli imprenditori, dove i ragazzi possano mettere su famiglia e lavorare, ma anche più sicura con piazze dove le persone possano incontrarsi in modo pieno e dove le donne possano uscire sicure: la nostra città deve fare non uno, ma tre passi avanti”), ma il sindaco uscente contrattacca e lancia il primo colpo al ministro dell’Interno Matteo Salvini, venuto lunedì 3 giugno a Cremona per sostenere il suo contendente: “Le donne hanno paura di uscire? Ma è una città che non esiste! E poi con questo Ministro non c’è più un problema sicurezza. Sicuramente, invece, un problema di sicurezza percepita c’è, ma non bisogna instillare paura: è sbagliato e irrispettoso delle persone”.
Sempre Galimberti chiude evocando il “vento di partecipazione ed entusiasmo importante che si è alzato e che vogliamo che vibri”. “La nostra coalizione – ha concluso – sono i cittadini di Cremona, vogliamo lavorare con e non per le persone, insieme si costruiscono le cose: così abbiamo fatto per 5 anni e continueremo così, ma usando parole civili, non immettendo odio”. Malvezzi, che rimpiange di “non aver lavorato in campagna elettorale 24 ore al giorno anziché 18”, chiude così: “Sembrava impossibile quando è iniziata quessta avventura, avevamo contro una corazzata che da tempo tiene in scacco la città, ma abbiamo messo idee e professionalità e rimesso speranza nel cuore delle persone: siamo ad un passo dal traguardo e il 9 giugno faremo ripartire la nostra amata Cremona”.
In mezzo, il dibattito, come prevedibile, si è sviluppato soprattutto con un Galimberti pronto a difendere e rivendicare quanto fatto, senza rinunciare a qualche contropiede nei confronti di un Malvezzi che non ha rinunciato a qualche punzecchiatura. Non potevano quindi mancare le polemiche, come sulla strada sud con un reciproco addebito di responsabilità sul progetto di fattibilità. Ma anche su centro e quartieri è avvenuta qualche schermaglia, mentre su attenzione ad anziani e nuovo Palazzetto gli intenti sono comuni, non le strade per arrivarci. Sul raddoppio ferroviario è invece Galimberti a tirare una stilettata a Malvezzi (“La nostra città è stata trascurata per troppo tempo, anche a causa del contributo trascurabile di Malvezzi da Consigliere Regionale: vogliamo i treni, il raddoppio della Mantova-Milano, ma anche sulle linee verso Brescia e Piacenza”), che si è difeso sottolineando che “la rete di Rfi è vecchia” e che “si impegnerà con Regione e Rfi per risolvere un servizio non adeguato”.
Sull’immigrazione il candidato del centrodestra si è giocato una carta politica che il sindaco uscente ha provato a ribaltare. “La loro integrazione – ha sostenuto Malvezzi – la conosciamo: siamo stati invasi. Il Pd ha fallito ovunque, dal Governo alle città. La nostra idea di immigrazione è chiara: dev’essere quella regolare e chi chiede di venire deve avere i requisiti e deve imparare l’italiano, oltre che accettare e rispettare le nostre tradizioni e le nostre regole di convivenza civile”. “Il problema – ha chiosato Galimberti – è che a livello nazionale si va nella direzione opposta: chiediamo al Governo di stare attento perché continuando così si generano fantasmi in città. Il modello di integrazione che hanno in mente è Lodi. Se l’Europa vuole fare qualcosa in Africa è bene che Salvini ci vada in Europa e lavori”.
Altro terreno di scontro Aem e, il passo è breve, a tasse ed inceneritore. Il sindaco uscente cita il risanamento di Aem e rinfaccia il contratto con Saba alla Giunta Perri, per aggiungere: “In questi cinque anni abbiamo lavorato per mettere a posto i bilanci come deve fare un’amministrazione seria. Le banche mi telefonavano per sapere se Aem avrebbe pagato o meno il debito. Ci hanno lasciato le tasse al massimo e hanno depredato Aem: oltre a rilanciarla, abbiamo avuto un forte recupero dell’evasione fiscale, per cui ora siamo nelle condizioni fare un intervento sull’Irpef (alzando la prima soglia a 12mila euro)”. Un’uscita definita dal contendente “un escamotage al pari dell’inceneritore” (su cui Galimberti non ha voluto tornare, ndr) e aggiunge: “Negli ultimi 25 anni Aem è stata gestita dal Pd, e dal punto di vista tecnico l’ha venduta senza gara: un’operazione fatta contro trasparenza e concorrenza”.
Nessuno, poi, si è sbilanciato sull’eventuale squadra di assessori che sceglierebbe, anche se Malvezzi ha ricordato che la carica di vicesindaco andrà ad Alessandro Zagni: “Non ho nessuna intenzione di immaginare ora la Giunta, ma avremo cura di scegliere i migliori. Di certo Zagni sarà il vicesindaco: lo voglio ringraziare pubblicamente, ha dimostrato passione e competenza”. Galimberti, invece, non ha risparmiato un ulteriore attacco all’avversario: “E’ evidente che ci sono state due modalità diverse per scegliere il candidato: da una parte un sindaco uscente che ha allargato il più possibile la propria proposta, dall’altra un candidato che è stato imposto e che suona come una spartizione di poltrone ed è una cosa brutta, come sanno anche i protagonisti. La squadra, in ogni caso, la costruiremo e coinvolgerà tutto il grandissimo gruppo di lavoro e di qui tutti i cittadini”.
mtaino