Cronaca

Rapina ed estorsione alla base degli arresti nell'ambito di Cremona.dissing

Appartengono a famiglie apparentemente normali, i giovanissimi implicati negli episodi di violenza ai danni di coetanei, senza altro motivo se non l’esercizio della prevaricazione. Un gruppo di 25 persone, quello ormai noto come ‘Cremona.dissing’, dal nome della pagina Instagram su cui circolavano le immagini di pestaggi scaturiti da futili motivi, quasi sempre provocazioni fatte apposta per scatenare la rissa. I carabinieri della compagnia di Cremona, al comando del maggiore Rocco Papaleo, stavano indagando dall’inizio dell’anno su vari episodi segnalati da genitori e insegnanti di varie scuole della città. Dei sette arresti eseguiti nei giorni scorsi, quattro sono relativi alla rapina ai danni di un ragazzo da poco maggiorenne, avvenuta lo scorso aprile fuori dalla Centrale del latte. Il ragazzo era stato successivamente picchiato dal branco e aveva dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per frattura del naso, lesioni al collo, vomito incoercibile, che era stato a sua volta causa di insufficienza renale acuta. Con cinque giorni di ricovero in ospedale.

Il padre non solo aveva fatto denuncia ai carabinieri, ma si era rivolto anche al sindaco chiedendo, dopo aver spiegato i contorni del fenomeno Cremona.dissing, che “facesse una dichiarazione politica, spiegando –  aveva scritto in una lettera a Cremonaoggi – che Cremona non ammette che succedano cose così, che dei bravi ragazzi siano pestati da gruppi di delinquenti, che Cremona non ammette zone franche, zone dove si può delinquere senza conseguenze per i delinquenti, che Cremona protegge i suoi cittadini”.

Un altro episodio alla base di alcuni degli arresti ha avuto per oggetto l’estorsione compiuta da uno dei ragazzi della banda ai danni di diversi compagni di scuola. Fingendo di essere stato derubato di circa 100 euro, che lui deteneva per conto di Cremona.dissing, aveva preteso violentemente dai compagni delle somme di denaro per rimettere insieme il gruzzolo, non più in suo possesso.

I ragazzi coinvolti sono di varia nazionalità: per metà circa italiani, altri di famiglie straniere, ma regolari e nati a Cremona: un triste spaccato giovanile di una città apparentemente tranquilla. g.b.

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