Dipendenze, Poli (SerD): 'Con pandemia e lockdown impennata di nuovi casi'
Il lockdown ha lasciato segni indelebili, per alcuni più che per altri, tanto che tra marzo e dicembre sul territorio cremonese si è registrata una vera e propria impennata delle dipendenze. A lanciare l’allarme è Roberto Poli, direttore del SerD (Servizio Dipendenze) dell’Asst di Cremona, che ha visto crescere notevolmente il numero degli assistiti, “soprattutto tra settembre e ottobre”.
Una delle problematiche che maggiormente è aumentata in questa fase è quella del consumo di alcolici, a causa del quale “abbiamo registrato un incremento di utenti dell’8,5%” spiega Poli. Del resto non a caso i dati sui consumi raccontano di un aumento nella vendita di questa tipologia di bevande. Cambiano anche le età dei consumatori: i nuovi utenti del SerD, per quanto riguarda le dipendenze alcoliche, “si concentrano nella fascia tra i 30 e i 50 anni” spiega ancora Poli. “In particolare ho osservato la riacutizzazione di situazioni già problematiche, ma anche persone che sono passate dall’essere bevitori moderati a patologici”.
In altri casi si sono rilevate situazioni “in cui la convivenza forzata ha evidenziato un problema che magari prima veniva nascosta, specialmente tra le donne”. A crescere è anche il tabagismo: “in particolare abbiamo rilevato che chi già fumava ha incrementato le dosi, mentre è aumentato anche il ricorso alle sigarette elettroniche”.
La forzata immobilità ha poi portato a crescere anche il consumo di sostanze illegali: “sebbene i vari lockdown non consentissero molta libertà di movimento, il mercato dello spaccio non si è mai fermato” spiega Poli, che evidenzia come, in assenza dello spacciatore di fiducia, i consumatori si siano spostati verso il dark web per i propri acquisti. Tanto che “anche per le droghe abbiamo registrato un incremento di prese in carico. Il maggior ricorso alla rete, tra l’altro, porta a un maggiore consumo di sostanze sintetiche, spesso più forti e pericolose, che si affiancano a quelle già ormai molto diffuse, come cocaina ed eroina”.
Tra le dipendenze rientra anche a pieno titolo quella del gioco. “Sebbene la chiusura delle sale da gioco abbia avuto un effetto positivo, scoraggiando i giocatori patologici, la loro attività in molti casi si è spostata su internet” spiega il dirigente del SerD. “Per molti il gioco d’azzardo online è stato uno sfogo durante il lockdown”. A questo proposito è partito proprio in queste settimane, grazie a un finanziamento regionale, un progetto sul gioco d’azzardo patologico, che consentirà “di avere maggiori risorse e strumenti per affrontare il problema, tenendo conto dei cambiamenti che ci sono stati in questo periodo storico e delle difficoltà di chi gioca” spiega Poli. “Bisogna cercare in modo proattivo di andare a intercettare questi utenti, che normalmente non accedono spontaneamente ai nostri servizi: molti arrivano su segnalazioni di familiari, oppure perché ci sono situazioni già molto avanzate con persone che hanno già perso molti soldi e si trova in difficoltà economica”.
Il SerD, durante la pandemia, non ha mai smesso di lavorare: “ci siamo riorganizzati con piani di sicurezza, norme di distanziamento e di presidi ma anche con accesso su appuntamento, che prima non facevamo” conclude Poli. “Ma soprattutto nel primo lockdown è iniziato un lavoro di colloqui in remoto da parte degli psicologi, che in alcune situazioni può essere un valore aggiunto e favorire un aggancio con l’utente”.
Laura Bosio