Cronaca

Quarta ondata, tornano a crescere
i ricoveri. Pan: "Lieve, ma è allerta"

La quarta ondata è iniziata anche a Cremona, come si evince dai ricoveri in ospedale, che da un paio di settimane sono tornati a crescere. A evidenziarlo è il dottor Angelo Pan, direttore dell’Unità Operativa di malattie infettive dell’Asst,  che raccomanda di non abbassare la guardia.

“La situazione è più complicata rispetto a una quindicina di giorni fa. Eravamo arrivati a 2 persone ricoverate, mentre ora sono 10 (di cui 9 a Cremona e 1 a Oglio Po). Ogni tanto abbiamo situazioni complicate e capita talvolta di dover trasferire i pazienti gravi nella terapia intensiva di Pavia, che è la nostra di riferimento. La situazione è ancora tranquilla, ma non troppo”.

L’appello forte di Pan è quello di continuare a proseguire con le strategie di controllo e prevenzione, dall’igiene delle mani all’uso della mascherina, ma soprattutto d vaccinarsi, alla luce del fatto che la maggior parte dei nuovi ricoverati sono persone che non hanno ricevuto il vaccino. “Il rischio del vaccino è un rischio marginale, come qualsiasi farmaco si prenda. Il rischio del Covid, soprattutto nelle persone con oltre 60 anni è un rischio serio, che non sta solo nella terapia intensiva o nella morte, ma anche nel long covid, che porta a sintomi che per quanto ne sappiamo oggi dura da 18 mesi”.

Ad imperversare ora è la variante Delta, che risulta essere quella preponderante. Ma ne potrebbero arrivare altre, avverte l’infettivologo, soprattutto considerando che la pandemia non si esaurirà in tempi brevi e che questo tipo di virus ha la caratteristica di mutare periodicamente.

Dunque l’allerta è alta, perché se per ora la quarta ondata è piuttosto lieve, la grande fatica del mondo ospedaliero è quella far ripartire il sistema, senza farsi travolgere dalla ripresa dei casi. “In Lombardia abbiamo ancora un 25% circa si persone non vaccinate. Buona parte sono i giovani, che sono a basso rischio di avere infezioni critiche, ma possono trasmetterle agli anziani. Tra gli anziani, che sono quelli a più alto rischio, il numero è basso, ma se il virus si diffonde molto velocemente la probabilità di peggiorare c’è. Senza contare che le persone fragili con deficit del sistema immunitario non sempre hanno risposte ottimali, dunque si dovrà anche valutare se per loro è il caso di procedere con una terza dose di vaccino”.

Laura Bosio

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