Scuola, rettore istituto Massimo (ex liceo Draghi): “distinzione tra studenti vax e no-vax è grave”
“Bisogna fidarsi di quello che il Governo con il Cts hanno individuato. Ma la situazione che il nuovo protocollo per la gestione dei contagi negli istituti scolastici ha innescato con la divisione tra studenti vaccinati e non vaccinati dai 12 anni potrebbe urtare molte sensibilità ed ingenerare situazioni non piacevoli”, che aprono le porte all’intolleranza. “L’esclusione dei non vaccinati è grave se la si cala sui bambini e i ragazzi. Lascia perplessi che in una situazione di emergenza dove chi ha le competenze ha stabilito che il contrasto alla pandemia ha efficacia con la vaccinazione, non stabilisca che tutti siano vaccinati offrendo le garanzie necessarie ai genitori”. Così all’Adnkronos Giovanni La Manna, rettore dell’Istituto Massimo, storica scuola gesuita della Capitale frequentata dal premier Mario Draghi, che aggiunge: “da un governo tecnico con un presidente del Consiglio tecnico immaginavo una libertà maggiore nell’assumere decisioni anche impopolari”.
“Tra l’altro noi come scuola non possiamo chiedere ai ragazzi informazioni sul loro stato vaccinale. Sono gli studenti che dovrebbero riferircelo. E questa è una grossa criticità – rileva – Un conto è l’esperienza concreta quotidiana di chi si confronta con gli studenti, li ha in classe. Un conto quello che si stabilisce a tavolino. Cosa accadrà lo vedremo da lunedì, in classe. Ma un fatto è certo: noi non chiederemo ai nostri studenti chi è o non è vaccinato. E di sicuro non li discrimineremo in base al loro stato vaccinale, isolando i non vaccinati. Sarebbe deleterio per la funzione della scuola che non è solo didattica, ma anche favorire le relazioni, aiutare a crescere insieme. Purtroppo in questa pandemia invece lo stato psicologico dei nostri giovani non è sempre stata una priorità”, conclude il Rettore del Massimo .