Negozi e bar: tra chiusure e
aperture, il saldo 2021 è positivo
Un anno di serrande chiuse causa Covid e una Cremona che al tempo stesso pian piano si rialza, è la fotografia dei negozi cremonesi. Alcuni corsi, in centro, un tempo vetrine della città hanno ancora tante saracinesche abbassate, con vetrine vuote e polverose.
Negli ultimi mesi dell’anno è continuata la saga delle chiusure, soprattutto quella delle grandi catene ma ci sono stati anche degli spostamenti in posizioni più centrali. Cremona ha sicuramente sofferto per il Covid ma ancor prima, della crisi economica e del caro affitti. A fine 2021 però il saldo si può dire che sia leggermente positivo e qualche spiraglio che fa ben sperare, c’è. Secondo i dati forniti dal distretto urbano del commercio dentro le mura di Cremona ci sono 518 esercizi di vicinato e 177 esercizi pubblici.
Al 31 dicembre 2021, sono stati aperti 35 negozi a fronte di 19 chiusure, aperti 13 pubblici esercizi a fronte di 10 chiusure. Il corso che soffre di più è sempre Corso Garibaldi, dove nel tratto di isola pedonale, sono ancora tante le serrande che si sono abbassate nel corso degli anni: ad oggi i negozi chiusi solo in questo tratto sono in tutto una quindicina, due i negozi chiusi in corso Campi, negli ultimi mesi qui c’è stato un balletto di chiusure e aperture con due grandi catene, Sephora e Footlocker che hanno abbassato le saracinesche.
Ma per una saracinesca che si abbassa altre se ne sono alzate: nuova linfa c’è stata in Galleria del Corso, forse quella che nel 2021 ha visto l’apertura di più negozi: uno studio di architetti, Maison Boutique dove un tempo c’era la gioielleria Somenzi, il negozio di antiquariato della famiglia Baldani e non da ultimo Dulcemania. E mentre Galleria 25 aprile soffre ancora, nelle centralissime vie dello shopping come in via Solferino, ci sono ancore vetrine abbassate, stessa situazione in via Mercatello, dove a breve ai negozi già chiusi se ne aggiungerà qualcun’altro.
Sono molteplici i fattori alla base di queste chiusure, oltre al Covid, anche il declino dell’economia e gli affitti alti.
Silvia Galli