Economia

Nutrie, dopo anni di attesa approvato
il piano nazionale per il controllo

Dopo anni di solleciti e pressioni da parte del mondo agricolo è finalmente stato approvato il piano nazionale per il controllo della nutria (Myocastor coypus). E’ infatti stato firmato dal ministro della transazione ecologica Cingolani, e pubblicato sulla G.U., il piano nazionale di gestione e controllo della nutria, elaborato in collaborazione con Ispra.

Da tempo gli agricoltori e le loro organizzazioni chiedevano un provvedimento organico in grado di contrastare la diffusione sempre più accentuata della nutria lungo i corsi d’acqua della pianura padana. Più e più volte si è fatto appello alle autorità locali e regionali evidenziando i danni enormi che il cosiddetto “castorino” provoca a coltivazioni agricole, argini di fossi e canali e creando anche diversi incidenti stradali. Infine, ormai da qualche tempo, la nutria ha fatto il suo ingresso in diversi centri abitati.

A Cremona la lotta alla nutria è in corso da diversi anni con il coinvolgimento della amministrazione provinciale, di quella regionale, entrambe con lo stanziamento di diversi fondi e la formazione di personale apposito, e con la collaborazione di guardie provinciali ed il concorso di associazioni di cacciatori e di volontari, ma nonostante questi sforzi non si sono ottenuti risultati significativi.  Se non un contenimento della loro diffusione.

La pubblicazione del decreto di livello nazionale, reso possibile anche dall’inserimento della nutria tra le specie nocive e dannose, grazie anche all’intervento del deputato Luciano Pizzetti, e quindi tra le specie esotiche invasive. Con il regolamento Ue 1143/2016 è stato chiesto agli Stati membri l’adozione e l’applicazione di piani di gestione nazionale. Ora si spera che le cose possano migliorare soprattutto grazie allo stanziamento di una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro per il triennio 2022-24, fondo per il controllo delle specie esotiche ed invasive.

Ora, con questa copertura legislativa e finanziaria, l’operatività torna alle Regioni e alle Province che, come detto, hanno già maturato una solida esperienza nel settore. Le modalità previste dal decreto sono quelle già note ed applicate da tempo: la cattura con gabbie e la successiva soppressione, oppure con il ricorso allo sparo, mentre è vietato il ricorso ai veleni in quanto non selettivi. La cattura di soggetti vivi tramite gabbie viene considerato il metodo preferenziale di riduzione numerica, grazie alla sua rispondenza a requisiti di buona selettività, efficacia e ridotto disturbo che ne consentono l’utilizzo in tutti i periodi dell’anno e in tutti i territori interessati dalla presenza della specie.

A seguito della cattura è prevista la soppressione nel minor tempo possibile dal momento della cattura, mediante sparo o trasferimento in contenitori ermetici dove vengono esposte al biossido o al monossido di carbonio ad alta concentrazione. Le catture e/o gli abbattimenti di nutrie possono essere attuati dal personale degli enti parco e delle riserve o da persone autorizzate, sotto la diretta responsabilità e sorveglianza dell’organismo di gestione dell’area protetta, secondo le modalità e le prescrizioni fornite e limitatamente ai territori di competenza. Ma anche dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali. Queste ultime potranno avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio, nonché delle guardie forestali e delle guardie comunali munite di licenza di caccia.

Alla riduzione del numero di nutrie potranno contribuire anche i cacciatori e figure selezionate a seguito della frequentazione di appositi corsi di preparazione al controllo della nutria svolti in base a un programma tipo approvato da Ispra e organizzati dalle Regioni e dalle Province. Figure professionali già ampiamente formate ed utilizzate a Cremona e provincia. L’adozione di un decreto a valenza nazionale che quindi richiede una operatività su larga scala ed il conseguente coordinamento, cosa che è mancata finora, potrebbe portare ad una azione più incisiva? Gli agricoltori ci sperano.

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