Cronaca

Siccità, Berselli: "Continuità
irrigazione a regime ridotto"

Foto Sessa

Continua ad aggravarsi, giorno dopo giorno, la situazione della siccità sul nostro territorio, per nulla mitigata dalle irrisorie precipitazioni scese tra martedì e mercoledì. “Lo scenario nel distretto Padano, visti i nuovi indicatori comunicati dai territori, si fa obbligatoriamente “rosso”” commentano dall’Autorità di Bacino, dopo la riunione dell’Osservatorio, tenutasi nelle scorse ore. Tuttavia il segretario, Meuccio Berselli propone un provvedimento transitorio per equilibrare in modalità sussidiaria l’uso della risorsa rimasta: -20% dei prelievi per continuare comunque l’irrigazione e garantire risorsa al Delta che vede una risalita di acque dal Mare Adriatico arrivata oggi a oltre 21 km.

“Le storiche portate al ribasso dei giorni scorsi e quella registrata oggi a Pontelagoscuro di 180 metri cubi al secondo sono il sintomo chiaro di un generale ed esteso stato di estrema gravità idrica nell’intera area del Po che hanno portato alla anticipata convocazione d’urgenza dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi della risorsa nel bacino del Fiume Po (giunto oggi alla sua 8a convocazione stagionale dall’inizio del 2022 e ormai ribattezzato delle “crisi idriche”) che ha proiettato uno scenario desolante in cui la penuria diffusa di acqua disponibile condiziona e aggrava pesantemente le già acclarate difficoltà territoriali di agricoltura e habitat” fanno sapere dall’autorità.

“A soli dieci giorni dall’incontro precedente e senza il verificarsi di piogge in tutta la pianura Padana con un parallelo e contestuale aumento progressivo delle temperature, il quadro complessivo non poteva che peggiorare e i singoli scenari proiettati da tutti gli enti e portatori di interesse chiamati a raccolta e intervenuti dalle diverse aree del bacino ci consegnano una realtà drammatica, aggravata dalla prospettiva di una assenza ulteriore di precipitazioni (per un minimo di almeno 10-12 giorni e comunque solo temporalesche) e con temperature roventi, in linea con quelle che da giorni stanno interessando la quasi totalità del continente”.

E se il tempo stringe, sono oltremodo stringenti anche le tempistiche dei numerosi summit regionali e nazionali destinati a razionalizzare e centellinare l’utilizzo (per tutti gli usi) dell’acqua disponibile.

“L’imperativo categorico è salvaguardare, come raccomandato dalle direttive comunitarie, la portata del Grande Fiume, attuando rapidamente tutte le azioni possibili per rendere quanto più efficace e proficuo l’uso della risorsa disponibile lungo l’alveo, gestendo l’acqua più dinamicamente” spiega Berselli. “La siccità estrema con severità idrica alta ci obbliga ad un cosiddetto “semaforo rosso” che bloccherebbe ogni tipo di uso, consentendo solo quello idropotabile; ma grazie ad alcuni provvedimenti mirati utili, per quel che resta in termini di quantità disponibile, assicuriamo la continuità dell’irrigazione, pur se in misura ridotta, all’agricoltura e approvvigionamento per l’habitat mantenendo, come primo obiettivo, l’idropotabile. Proseguendo così il prelievo dai laghi si garantisce la continuità irrigua. Giunti a questi livelli ogni decisione porta con sé margini di criticità ma il traguardo, in ottica di area vasta, è minimizzare il danno quanto più possibile in attesa di potenziali integrazioni amministrative dei territori e organi di governo”.

In Lombardia, nello specifico, la riduzione dell’apporto di quasi tutte le portate degli affluenti verso il fiume Po è drastica, mentre solo il Lago di Garda resta al 60% della sua capacità di riempimento. Anche il Lago Maggiore, principale magazzino di risorsa essenziale per il Grande Fiume, è solo al 24% della sua capacità di invaso. Per quanto concerne la temperatura si sono registrati picchi fino a 5° C sopra la media, come comunica Arpa Lombardia.

Per quanto riguarda le acque irrigue, dalla riunione è emerso come il fabbisogno sia al picco massimo, e come le temperature aggravino il contesto. A questo proposito sono già in atto misure restrittive, con turnazioni di prelievo. E già con i volumi attuali si avranno perdite di produzione. Gli impianti di prelievo sono già quasi al fermo delle stazioni di pompaggio, stopparne l’uso potrebbe comportare alla riattivazione ulteriori tempistiche di ritardo.

Purtroppo sta emergendo con forza anche una criticità per quanto riguarda l’idropotabile, sebbene per il momento il problema non riguarda il Cremonese, come già evidenziato da Padania Acque.

In questo contesto è scarsissima la produzione idroelettrica attuale, con un pericolo per il raffreddamento delle centrali termoelettriche. Nonostante questo il settore si rende disponibile a collaborare con le Regioni e con Terna per sostenere il comparto dell’agricoltura.

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