Cronaca

Caro bollette, don Maccagni: "Taglio
dei costi e attenzione alle famiglie"

Il caro energia sta mettendo a dura prova il mondo della Chiesa cremonese, che si trova ad affrontare molteplici problematiche. A partire dalla vita delle parrocchie, dove spesso i consumi si rivelano importanti, viste le numerose attività che vi si svolgono. Dunque, si punta al risparmio energetico, come spiega don Gian Paolo Maccagni, vicario episcopale per il clero e il coordinamento pastorale.

“In particolare, ci preoccupano due fenomeni” evidenzia. “Primo, il fatto che i costi erano già importanti da prima, sia per le parrocchie sia per le attività che ci girano attorno, e i rincari non faranno che peggiorare la situazione. In secondo luogo, questa situazione fa leva su una comunità parrocchiale che un po’ si è assottigliata, anche a causa della pandemia. Ciò porterà tutti a dover rivedere lo stile di vita, in chiesa e negli oratori. Dunque, alcune iniziative verranno forse limitate, si cercherà di svolgere determinate attività in ambienti più piccoli, in modo da evitare dispersioni di calore, evitando invece di riscaldare gli ambienti che non vengono utilizzati. Anche la stessa organizzazione della vita parrocchiale dovrà tener conto di strutture che pesano maggiormente dal punto di vista della gestione”.

Ma ad impensierire il mondo diocesano è soprattutto la situazione delle famiglie in difficoltà, che spesso chiedono aiuto alle parrocchie proprio nel pagamento delle utenze domestiche. “Ci preoccupa che la fragilità possa venire ancora più messa a rischio, per cui chi già faceva fatica prima, ora ne farà di più” continua il presule. “Pensiamo ad esempio ai tanti anziani che popolano la nostra Diocesi e la città di Cremona in particolare, tra cui persone che vivono sole, spesso con una pensione minima come unica fonte di reddito. O ancora, famiglie disgregate, padri separati. Le iniziative caritative della parrocchia, come Caritas e San Vincenzo, hanno già in carico diverse situazioni problematiche, ma i numeri potrebbero aumentare notevolmente. Di tutti ci faremo carico, sin dove possibile, anche perché credo che questa sia la prima voce di uscita che deve stare a cuore a una comunità cristiana”.

Tuttavia, compito della Chiesa è anche quello di educare, e a fronte del contesto attuale diventa imperativo sensibilizzare i parrocchiani al risparmio energetico e ad uno stile di vita più green. “Da alcuni anni c’è un’attenzione maggiore rispetto al creato e una crisi ecologica che sta già dando dei segni di allarme e preoccupazione inequivocabili” sottolinea don Maccagni. “L’enciclica Laudato Sii di Papa Francesco già aveva dato voce a questa situazione che lancia segni preoccupanti e non può più essere ignorata. Ora, la convergenza dei rincari e della crisi energetica apre nuovamente gli occhi su una realtà che ci deve trovare preparati. Dunque argomenti come le rinnovabili e le comunità energetiche devono essere presi in seria considerazione. Ma anche ognuno di noi è chiamato a cambiare il proprio stile di vita e a domandarsi cosa gli compete fare per rendere il mondo un posto migliore. E’ necessario avere un approccio diverso, perché il Creato non può più essere considerato una cava da saccheggiare, ma una casa da abitare, nel rispetto di risorse naturali che non sono inesauribili e che devono comunque essere messe a disposizione del bene di tutti: non solo le generazioni attuali, ma anche e soprattutto quelle future”.

A questo proposito la Diocesi è stata tra le prime realtà del territorio cremonese a riflettere sul tema delle comunità energetiche, per cui sono già in via di costruzione alcuni progetti. “Anche in seguito alla settimana sociale a Taranto, abbiamo preso in considerazione l’invito a dare vita alle comunità enetgetiche” conclude il sacerdote. “Alcune parrocchie si sono rese disponibili a mettersi in gioco, in collaborazione con amministrazione comunale, terzo settore, fondazioni, imprese e privati. Sono stati presentati 4 progetti, per i quali è stato chiesto un finanziamento a Fondazione Cariplo. Si tratta di esperienze pilota, che dovrebbero fare da apripista per altre realtà parrocchiali e territoriali che già si sono dimostrate interessate e che vogliono approfondire l’argomento”.

Laura Bosio

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