Cronaca

Il 25 novembre in Duomo la
cantata per Sant'Omobono

In occasione della solennità patronale di sant’Omobono, nella serata di venerdì 25 novembre, alle 21, nella Cattedrale di Cremona risuoneranno le note di Pater pauperum, imponente Cantata sacra composta dal maestro cremonese Federico Mantovani. Un progetto che nasce dalla volontà del compositore di presentare alla città, a quindici anni dall’ultima esecuzione, il grande affresco musicale contemporaneo dedicato alla figura di sant’Omobono, il “padre dei poveri”, festeggiandolo solennemente dopo il lungo e terribile periodo della pandemia.

L’iniziativa coinvolge il Coro Polifonico Cremonese, che per primo ha condiviso con entusiasmo le ragioni profonde della proposta, e la Camerata di Cremona, affiancati nella preparazione e nell’esecuzione dell’opera. La ripresa cremonese, per desiderio dello stesso compositore, sarà affidata alla direzione del maestro Marco Fracassi, che commissionò e diresse la Cantata per la prima volta il 31 gennaio 1999, in occasione dell’ottavo centenario della canonizzazione del santo patrono. L’opera, per 5 soli, 2 voci recitanti, coro e orchestra, fu poi riproposta con alcune integrazioni nel 2007 dal Coro Polifonico Cremonese, sotto la direzione dello stesso Mantovani, nell’ambito delle celebrazioni per il nono centenario di fondazione della Cattedrale.

Il concerto, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Arvedi-Buschini e con il patrocinio dell’Assessorato alla cultura del Comune di Cremona, si collocherà, per volontà del vescovo Antonio Napolioni, all’interno del programma celebrativo della festa patronale e nella suggestiva cornice del massimo tempio cittadino dopo i lavori di adeguamento liturgico.

Intensa e coinvolgente, la partitura si apre con il festoso corale Gaude et laetare Cremona (“Gioisci e rallegrati Cremona”) e si conclude con il solenne inno al santo patrono su testo latino di Marco Gerolamo Vida, ripercorrendo la vita e le opere di Omobono Tucenghi, primo santo laico non nobile della storia della Chiesa, canonizzato dal papa Innocenzo III nel gennaio 1199 e assunto poi a patrono della città e della diocesi. I testi sono attinti dalle vite del santo e dalla bolla di canonizzazione Quia pietas (nella traduzione di don Daniele Piazzi), oltre che dalle Sacre Scritture.

«Con questa opera musicale – precisa l’autore della Cantata, il maestro Federico Mantovani – si intende segnalare l’attualità di Omobono, che si distinse nella vita della città come uomo di pace, di profonda preghiera e di proverbiale carità. Riproporre l’esecuzione del lavoro oggi, a cori uniti, dopo lo smarrimento degli ultimi due anni, acquista inoltre un significato particolare, perché diventa occasione per riaccendere l’entusiasmo di un progetto artistico condiviso, affidando all’intercessione del nostro santo patrono il cammino dei vivi e la memoria dei tanti cremonesi vittime della pandemia».

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