"Fermiamo l'emorragia di medici
di base": l'appello di sette sindaci
Sette sindaci del territorio cremonese lanciano l’allarme per la carenza dei medici di base, problema endemico soprattutto in una provincia costellata di piccoli comuni e quindi poco appetibile per gli esponenti di una categoria che già viaggia a ranghi ridotti.
A farne le spese sono gli assistiti di diversi Comuni nei quali si è registrato, negli ultimi anni, un continuo ricambio di medici. Il problema si è acuito con la pandemia che ha visto anche un consistente numero di esodi per pensionamenti senza che questi venissero rimpiazzati.
Per affrontare questo problema, i sindaci dei Comuni di Isola Dovarese, Pieve d’Olmi, Piadena Drizzona, Calvatone, Cicognolo, Pieve San Giacomo, San Daniele Po, insieme ai dottori farmacisti che operano in quei territori, si sono trovati per analizzare questa comune situazione che rischia di precipitare con conseguenze pesanti per il servizio sanitario di base ai cittadini. L’allarme sulla situazione era già stato lanciato nel 2002, a livello nazionale e il contesto attuale fa presagire che le cose non stiano trovando una soluzione. In alcuni Comuni stanno addirittura entrando in servizio le USCA (Unità Sanitarie di Continuità Assistenziale), al posto dei medici di base, istituite durante il Covid, le quali, oltre rappresentare una discontinuità assistenziale, evidenziano ulteriori criticità come quella di non poter accedere al fascicolo personale dei pazienti.
I sindaci e i dottori farmacisti dei Comuni interessati, come espressione delle cittadinanze e dei disagi da queste sofferti, hanno quindi predisposto e condiviso il testo di una mozione indirizzata ai vari soggetti del territorio: agli amministratori, ai farmacisti, all’ATS, ai cittadini, e persino ai neoparlamentari eletti, perché ciascuno, secondo le proprie competenze e ruoli, interagiscano sinergicamente per porre fine a questo annoso problema che non è all’altezza delle attese di un Paese che vuole vantare una assistenza sanitaria di eccellenza.
IL TESTO DELLA MOZIONE – Il territorio Cremonese e in particolare quello più distante dai grossi centri è caratterizzato da una notevole frammentazione comunale e una popolazione particolarmente anziana. La Pandemia Covid in questi due anni ha evidenziato le maggiori criticità relative alla medicina territoriale e quali debbano essere gli ambiti di prioritario intervento. La situazione emergenziale se da un lato, grazie ad interventi straordinari da parte di tutti gli attori in gioco, ha mitigato le problematiche, dall’altro ne ha ritardato la strutturale presa in carico. La situazione va affrontata senza più alcun indugio, in particolare per quanto riguarda la problematica dei Medici di Medicina Generale.
I paesi che rimangono senza MMG sono in aumento e le sostituzioni, anche temporanee, sono sempre meno, lasciando intere comunità senza un servizio di medicina territoriale di prossimità. I Comuni, inoltre, spesso si fanno carico delle spese di gestione degli ambulatori, fornendo anche le attrezzature informatiche necessarie per la continuità del servizio, pur di mantenere e agevolare un servizio indispensabile per la comunità. Se pensiamo che a questo si sommano le sempre più ingenti spese per il sociale (fortemente a carico delle Amministrazioni Locali) è chiaro come lo sforzo sia davvero notevole.
A supporto di questa situazione va riconosciuto anche il ruolo delle farmacie, le quali stanno aiutando con grande professionalità e senso civico sia i pazienti disorientati da continui cambiamenti di medico che i medici stessi per quello che è loro possibile fare. Gli stessi cittadini/pazienti si sono resi conto dello stato delle cose e stanno reagendo in maniera composta a questa difficile situazione, tuttavia risulta ormai inderogabile porre in essere azioni per evitare un’ulteriore deriva della situazione.
In momenti così difficili nessuno può e deve tirarsi indietro, ma occorre fare squadra per ottenere il massimo dalle risorse disponibili nella logica del buonsenso delle scelte. È chiaro a tutti che la causa maggiore di questa situazione è l’ormai cronica carenza di Medici di Medicina Generale e che tale situazione difficilmente potrà trovare soluzione in tempi rapidi, ma proprio per questo dobbiamo cercare, tutti insieme, soluzioni, accorgimenti che ci consentano di mitigare il più possibile gli effetti negativi congiunturali.
Per tutti questi motivi chiediamo:
A tutte le Amministrazioni 1. quando possibile, di rendere disponibili i locali e i mezzi informatici ai medici territoriali. 2. sollecitare le Associazioni di volontariato ad attivare servizi di trasporto dedicato dalle frazioni o da paesi non coperti dalla presenza del MMG verso gli ambulatori attivi per tutte quelle persone che oggettivamente possono essere in difficoltà. 3. Collaborare con i gruppi organizzati di MMG presenti sul territorio per agevolarne il lavoro e promuovere la formazione di nuovi gruppi mettendo a disposizione eventualmente i locali adeguati alle nuove esigenze.
A tutte le farmacie di rendersi disponibili ad un dialogo costante con i medici sostituti al fine di facilitarne il compito e rendere il più possibile indolore l’inevitabile cambio. Essere sempre più un riferimento per i servizi sanitari al cittadino con la qualità che le ha sempre contraddistinte fino ad oggi.
All’ATS Valpadana Oltre alle iniziative già messe in campo da Ats per mitigare gli effetti negativi dovuti dalla mancanza di MMG si chiede di:
1. Adoperarsi per razionalizzare, nel limite del possibile, gli ambiti dei medici per far sì che il numero degli ambulatori sia il minore possibile e che si trovino vicini l’uno all’altro. Questo per facilitare il lavoro e gli spostamenti dei medici e rendere “appetibili” anche ambiti del territorio rurale altrimenti difficili da coprire.
2. Attivare un servizio di segreteria con la possibilità di prenotare le visite o le ricette di cronicità, per i sanitari che non lavorano in un centro medico ( un call center dedicato per i medici di ogni ambito non forniti di segretaria).
3. Incentivare per quanto nelle loro possibilità il rientro dei MMG in pensione con ambiti ridotti e funzionali al loro potenziale impegno.
4. Semplificare la burocrazia connessa al lavoro sanitario e farmaceutico per consentire a medici e farmacisti di lavorare meglio e più concentrati sul paziente-utente.
5. Mettere a disposizione delle USCA i programmi di gestione del paziente per consentire l’accesso ai dati del paziente e la ricettazione informatizzata.
6. Sostenere la medicina di gruppo già presente sul territorio e promuovere la nascita di altre aggregazioni, anche in collaborazione con le amministrazioni per una più corretta pianificazione della dislocazione di questi centri sul territorio.
7. Adoperarsi per attuare velocemente la nuova riforma della sanità lombarda e nello specifico l’implementazione della medicina territoriale.
Ai neo parlamentari eletti
1. che portino all’attenzione del governo questa situazione.
2. si facciano promotori di norme che aiutino a mitigare gli attuali effetti negativi e a semplificare il lavoro degli addetti, per arrivare quanto prima ad una situazione di normalità.
3. Permettere ai medici specializzandi di poter operare a tempo parziale, in medicina di gruppo, già al primo anno di specializzazione.
4. Agevolare, anche fiscalmente, il rientro lavorativo di medici in pensione, magari affiancati dagli specializzandi.
Ai cittadini di portare pazienza, di non disperare e di sollecitare in modo fermo ma civile che venga fatto tutto il possibile per uscire da questa difficile situazione collaborando con sanitari e farmacisti nel modo più positivo possibile.
In conclusione Al fine di dar seguito a queste istanze si chiede la disponibilità di ATS di sottoporre questo documento quanto prima, non appena insediati, ai costituendi organi politici a seguito della riforma sanitaria. Infine di promuovere incontri tecnico/politici per affrontare in modo pragmatico le varie criticità sopra espresse nel minor tempo possibile”.