Cronaca

Peste suina, Ats: "Monitoraggio
attento: rischio danni economici"

Il dottor Maurilio Giorgi

I timori suscitati dall’avvicinarsi della peste suina a dell’influenza aviaria al nostro territorio coinvolge in prima linea Ats Val Padana, che porta avanti un piano di monitoraggio accurato. Grande è la preoccupazione da parte dei tecnici competenti, a fronte dei numerosi allevamenti presenti nel Cremonese e nel Mantovano, che possono essere messi a rischio da queste patologie.

“Le diverse segnalazioni sul territorio mantovano relativamente ad uccelli selvatici positivi al virus rappresenta un rischio sempre presente per tutto il patrimonio avicolo, che conta circa 12 milioni di capi su tutto il territorio” sottolinea Maurilio Giorgi, direttore Dipartimento Veterinario e Sicurezza Alimenti di Origine Animale di Ats Val Padana. “Abbiamo anche casi sospetti in alcuni allevamenti nel territorio veneto. Insomma, una situazione di massima allerta”.

Ma a rappresentare un pericolo è anche, appunto, la peste suina africana, sebbene per ora non presente da noi. “Attualmente è stata individuata nella zona Piemontese e Ligure, con un’espansione che è molto preoccupante. Il virus si sposta infatti tramite i cinghiali selvatici, molto presenti in territorio Cremonese e Mantovano. Il patrimonio suinicolo del territorio somma più di due milioni di capi: un’entità che se fosse interssata dalla peste suina porterebbe a danni enormi dal punto di vista economico, sia per poter allevare, ma anche solo per esportare”.

Attualmente sono in corso misure per cercare di arginare l’ingresso di cinghiali infetti con recinzioni, di cui una dovrebbe essere posta nel Pavese a breve, e cercando di implementare il piano di contenimento. Ma basterà? “Sebbene la peste suina non sia trasmissibile dall’animale all’uomo, essa e considerata una patologia gravissima per le ricadute economiche che può avere” evidenzia Giorgi.

Altra patologia sotto stretto controllo è la Tse, che da circa un anno è stata trovata in un allevamento di Formigara, e dove un po’ alla volta si stanno eliminando tutti i capi che ne sono venuti a contatto.

Ma oltre al monitoraggio delle patologie puramente animali, negli ultimi anni Ats ha implementato un ulteriore fronte di controllo: quello degli eventuali spillover, ossia salti di specie, come quello rappresentato dal Covid. “A metterci in allerta è il fatto che negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento della fauna selvatica: questo è un fattore positivo dal punto di vista ambientale, ma porta anche maggiormente a contatto con l’uomo microrganismi che prima ne erano separati” spiega ancora Giorgi.

“Anche per tal motivo Ats Val Padana ha creato il dipartimento One Health che si interessa proprio di queste modifiche, con una colalborazione tra veterinaria e medicina. Questo porta a un continuo interscambio di informazioni tra colleghi di malattie infettive e del dipartimento veterinario, per arrivare a comprendere meglio quali meccanismi potrebbero dare origine a salti di specie”.

A questo proposito, ad esempio, vi sono progetti specifici di controllo, come quello relativo alle zecche: “Si vuole dare un supporto diagnostico ai medici che si trovano di fronte pazienti morsi da questi insetti, facendo una diagnosi su quest’ultimi per capire se sono o meno portatori di patologie specifiche” conclude Giorgi.

Laura Bosio

 

 

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