Arvedi lancia “Arvzero”, acciaio
a zero emissioni nette di CO2
La presentazione a Milano, nel pomeriggio, nell'ambito della Fiera dell’acciaio "Made in Steel", da parte di Mario Arvedi Caldonazzo, CEO del Gruppo industriale.
“ARVZERO, l’acciaio Arvedi Carbon Neutral – Innovazione tecnologica al servizio della sostenibilità” è il titolo dell’incontro, organizzato da Siderweb nell’ambito della fiera dell’acciaio Made in Steel in corso fino a giovedì a Milano, che ha visto protagonista nel primo giorno il Gruppo cremonese Arvedi.
L’amministratore delegato del gruppo Mario Arvedi Caldonazzo ha spiegato come l’industria siderurgica cremonese sia la prima e unica al mondo a produrre acciaio, attraverso la tecnologia ESP, con zero emissioni nette di CO2 nell’aria. Ha aggiunto Arvedi Caldonazzo: “Il nostro progetto é anche Zero Waste, ossia gli scarti di produzione vengono riutilizzati al 92-93%; inoltre, si tratta di una produzione circolare perché l’acciaio viene ricavato dal rottame, quindi da un materiale che possiamo definire rifiuto”.
Tutto ciò, ha continuato il Ceo del gruppo Arvedi, rappresenta “il frutto della visione del Cavalier Arvedi che nel 1990 concepì, unico caso in Europa e tra i pochi al mondo, un processo di produzione dell’acciaio partendo dal forno elettrico e basato sul principio di colata e laminazione senza emissioni di anidride carbonica. A dimostrazione della sensibilità della nostra azienda per la sostenibilità ambientale”. Infine, ha affermato Arvedi Caldonazzo, “sono orgoglioso di annunciare il primo importante contratto di acciaio ARVZERO, già in consegna nel 2023, per il cliente Mercedes Benz, una casa che ha fatto anch’essa della sostenibilità un elemento cardine della sua strategia per i prossimi anni”.
Nel primo pomeriggio, sempre nella sala conferenze di Made in Steel, Arvedi Caldonazzo, che é anche vicepresidente di Eurofer e di Federacciai, era stato intervistato dal direttore dell’ufficio studi di Siderweb Stefano Ferrari sulla situazione e lo stato di salute del comparto in Europa, quest’ultima definita la casa dell’acciaio italiano, mercato di sbocco principale per i player italiani; europei sono altresì i fornitori di materie prime, semilavorati e prodotti finiti. I legami tra Italia e Europa, nel settore siderurgico – hanno tutti concordato – sono molto forti.
Ferrari, a margine dell’intervista, ha ricordato le difficoltà del settore nel breve periodo, con i consumi che crescono meno dell’anno passato e la concorrenza di nuovi player internazionali. “Per via della guerra – ha analizzato Ferrari – c’è stata da parte delle aziende una corsa all’approvvigionamento di materie prime, che ora vanno lavorate e commercializzate”. La strada che le aziende devono percorrere nella prospettiva della rivoluzione green voluta dall’Europa ha come tappe fondamentali il 2030 (riduzione emissioni gas serra del 55%) ed il raggiungimento della neutralità climatica nel 2050. E il gruppo Arvedi, in questo senso, con l’acciaio carbon neutral, ha anticipato i tempi.
Simone Bacchetta, inviato a Milano
Nel videoservizio, l’intervista a Mario Arvedi Caldonazzo