Pfas elevati in acqua potabile,
Padania: "Nostre acque sicure"
Ci sono dieci siti cremonesi tra quelli in cui, secondo Greenpeace, si registrano i valori più alti di contaminazione da Pfas (composti poli e perfluoroalchilici, sostanze chimiche artificiali altamente persistenti prodotte da alcune attività industriali) in Lombardia. Secondo la ricerca pubblicata dall’associazione ambientalista in queste ore, in provincia di Cremona su 152 campioni ricevuti, 43 sono risultati con la presenza di queste sostanze, ossia il 28,3%. Nel territorio i livelli più elevati sono stati rilevati a Crema, al pozzo di via Derrario. con 1.386 nanogrammi al litro.
Le indagini, svolte dall’’Unità Investigativa di Greenpeace Italia in un’inchiesta condotta grazie all’invio, tra ottobre 2022 e gennaio 2023, di numerose richieste di accesso agli atti generalizzato, indirizzate a tutte le Ats ed enti gestori delle acque lombarde.
Non si fa attendere la replica da parte di Padania Acque, che evidenzia come non vi sia “nessun rischio per la potabilità e la sicurezza dell’acqua distribuita dagli acquedotti della provincia di Cremona e nemmeno per la salute delle persone, che possono continuare a bere l’acqua del rubinetto che arriva nelle nostre case e che è anche disponibile in tutti i punti di erogazione pubblici, come le fontanelle e le case dell’acqua” dichiara il presidente, Cristian Chizzoli.
In merito ai dati pubblicati da Greenpeace, Padania Acque, in qualità di gestore unico del Servizio Idrico Integrato della provincia di Cremona, chiarisce quindi alcune cose: i dati diffusi – sottolinea la società – sono stati forniti da Padania Acque a seguito di richiesta di accesso agli atti da parte di Greenpeace, che ha chiesto di fornire unicamente riscontri puntuali sulle campagne analitiche di ricerca Pfas. I dati, pertanto, non si riferiscono a un campione rappresentativo dei monitoraggi che complessivamente vengono eseguiti sugli acquedotti. Padania Acque esegue di fatti annualmente oltre 3.500 campioni per un totale di più di 100mila parametri misurati”.
Inoltre, “i dati pubblicati sono, inoltre, quasi esclusivamente relativi alle acque grezze (di falda) che in maniera cautelativa, dal 2018 vengono, di fatto nella totalità, già trattate con sistemi di filtrazione a carboni attivi”. Tra l’altro, “Padania Acque monitora l’eventuale presenza di Pfas già dal 2019. Inoltre, dal 2022, per tale monitoraggio, il laboratorio della società ha acquisito una strumentazione all’avanguardia in modo da poter svolgere direttamente in proprio queste analisi”.
Entrando nel dettaglio dei controlli, Padania Acque chiarisce la situazione di uno dei pozzi di prelievo che alimentano l’acquedotto di Crema: “Si precisa che si tratta di un pozzo dismesso tempestivamente già nel 2021 a seguito dei risultati del monitoraggio. Nella rete dell’acquedotto della cittadina non sono mai stati rilevati valori superiori a quelli stabiliti dall’Istituto Superiore di Sanità con riferimento al noto “caso Veneto”.
“Il laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche di Padania Acque, accreditato da Accredia fin dal 1999 secondo la Uni En Iso/Iec 17025, effettua controlli rigorosi e costanti” conclude l’Amministratore Delegato Alessandro Lanfranchi. “Dall’inizio del corrente anno sono stati effettuati 72 campionamenti per la ricerca dei PFAS sugli acquedotti gestiti in tutto il territorio provinciale senza riscontrare alcun superamento dei futuri limiti nelle acque di rete.
Il rischio legato alla presenza di queste ed altre sostanze inquinanti è comunque sempre valutato preventivamente attraverso l’adozione di Piani di Sicurezza dell’Acqua per la valutazione e la gestione del rischio di tutta la filiera idropotabile, dalla captazione all’utente finale, al fine di garantire la protezione delle risorse idriche e la riduzione di potenziali pericoli per la salute nell’acqua destinata al consumo umano. A ulteriore garanzia dell’impegno sistematico di Padania Acque nella gestione della sicurezza alimentare dell’acqua potabile, si ricorda che la società è certificata Iso 22000:2018” conclude Lanfranchi. lb