Morti sul lavoro, Cremona si
conferma quarta peggior provincia
Numeri preoccupanti quelli che emergono in tema agli infortuni mortali sul lavoro nella provincia di Cremona nel primo quadrimestre 2023 e che confermano quelli del primo trimestre. Li ha esaminati l’Osservatorio Vega Engeneering di Mestre sulla base dei dati ufficiali Inail.
Sono quattro i casi avvenuti in provincia tra gennaio e aprile, con un indice di incidenza (ossia il numero di infortuni mortali ogni milione di occupati) pari a 27,5. Siamo la quarta provincia con il tasso più alto dopo la provincia del Verbanio – Ossola e quelle di Teramo e Piacenza. Un triste primato che vede il cremonese, insieme ad altre 34 province italiane con un indice superiore del 125% alla media italiana, pari a 9.
L’osservatorio ha conteggiato 264 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 207 in occasione di lavoro e 57 in itinere. Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (42). Seguono: Veneto (23), Piemonte (18), Emilia-Romagna (17), Lazio (16), Campania (14), Sicilia (12), Toscana (11), Puglia (10), Marche e Abruzzo (8), Umbria (7), Liguria (6), Sardegna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige (4), Calabria (2) e Valle d’Aosta (1). (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).
Nel primo quadrimestre del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 37. Ed è seguito dalle Attività Manifatturiere (23), dalle Costruzioni (18) e dal Commercio (17).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (80 su un totale di 207).
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio ad aprile 2023 sono 14, mentre in 7 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 36, mentre sono 11 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
Il venerdì è il giorno ‘nero’ della settimana, ovvero quello in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali nel primo quadrimestre dell’anno (19,8%).
INFORTUNI. Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 26,4% rispetto a fine aprile 2022. Erano, infatti, 254.493 ad aprile 2022. Nel 2023 sono scese a 187.324. E il decremento risulta essere maggiormente significativo nel settore della Sanità – lo scorso anno le denunce erano 40.042, mentre a fine aprile 2023 sono diventate 9.119 – a conferma della quasi totale scomparsa degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche. Un vero e proprio stravolgimento di dati rispetto al 2022: alla fine dello scorso anno, circa il 17% degli infortuni denunciati erano correlati al virus.
Nella graduatoria del nuovo anno per settore, il maggior numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (21.529). Seguono: Costruzioni (9.195), Sanità (9.119), Trasporto e Magazzinaggio (9.018) e Commercio (8.742).
Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nel primo quadrimestre dell’anno sono state 68.072, quelle dei colleghi uomini 119.252.
Ultimo, ma non meno importante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino a 14 anni si rilevano 20.859 denunce (oltre il 11% del totale).