Cronaca

Studenti e aziende, nuovi sviluppi
del percorso Agorà in Cattolica

Mettere al centro la collaborazione tra università e imprese. E farlo in stretto rapporto con le istituzioni locali e con la massima attenzione al territorio. Ecco Agorà Network, la “piazza”, e la rete, dove la ricerca scientifica e tecnologica dell’Università Cattolica di Cremona incrocia e alimenta l’innovazione delle imprese dell’agro-alimentare.

«La ricerca realizzata in rapporto con le imprese permette di trasferire le conoscenze dall’Università al sistema imprenditoriale, ma altresì alimenta il territorio di una rete virtuosa tra istituzioni, ricerca e impresa il cui fine è quello di poter realizzare un’attività di grande respiro e alimentare quindi le attese dei giovani che si formano nell’Università stessa – sottolinea il dottor Mario Gatti, direttore della Sede di Milano e dell’Area Ricerca e Sviluppo dell’Università Cattolica.

Le istituzioni cremonesi hanno supportato questa idea, in particolare il coinvolgimento dei giovani in attività non solo di studio ma di creatività vera e propria, facendo così capire che l’innovazione è un processo congiunto tra ricerca e applicabilità della stessa sulla realtà che si vive – conclude Gatti».

Una iniziativa del territorio. Agorà Network è un’iniziativa che nasce dal territorio, perché sorge nell’ambito della convenzione Agri-Food Lab tra Università Cattolica, Comune, Camera di Commercio, Provincia e Diocesi di Cremona attraverso l’Istituto Gregorio XIV per l’educazione e la cultura. Agorà Network è dunque il luogo dove può avvenire l’incontro proficuo tra le esigenze delle aziende e i percorsi della ricerca scientifica, per migliorare, mirare e ottimizzare il trasferimento tecnologico e delle conoscenze.

In questo senso, Agorà Network si iscrive pienamente nel solco della Terza missione universitaria; con il plus del coinvolgimento co-creativo dei giovani studenti dell’Università Cattolica di Cremona e Piacenza e l’obiettivo generale volto allo sviluppo del territorio.

In questo modo, l’attività di Agorà Network dà luogo a una sorta di circolarità virtuosa che parte dalla formazione degli studenti, passa dallo sviluppo delle imprese per giungere alla creazione di occasioni di lavoro per i giovani laureati.

Le Challenge for Agorà. Nei mesi scorsi, l’attività di Agorà Network si è articolata in due filoni: le challenge e il matchmaking.

Nell’ambito delle “sfide”, il primo passo è stato chiedere alle aziende alimentari di individuare e proporre un “sogno nel cassetto”. Un’idea, cioè, di innovazione di prodotto o di processo che magari era da tempo oggetto di discussione all’interno dell’azienda ma che, per mille motivi, non aveva trovato attuazione nonostante l’importanza strategica che rappresenta.

«La risposta delle aziende cremonesi ci ha stupito – ci svela il professor Lorenzo Morelli, Ordinario di Microbiologia all’Università Cattolica di Cremona e responsabile scientifico di Agorà. Segno dell’onda lunga positiva che ha lasciato nel territorio il progetto Cremona Food-Lab. In breve tempo – prosegue Morelli – sono arrivate ben dieci proposte di “challenge”, ovvero idee progettuali di innovazione aziendale che abbiamo raccolto e prospettato agli studenti».

Le sfide lanciate dalle aziende sono state proposte agli studenti delle Lauree magistrali dell’Università Cattolica di Piacenza e Cremona. Sono stati quindi creati gruppi mixando oculatamente le competenze e i background degli studenti, per massimizzare il ritorno, anche formativo, da questa esperienza.

E gli studenti hanno risposto molto proattivamente: una ventina di ragazzi provenienti da quattro Lauree magistrali dei campus di Piacenza e Cremona (Scienze e tecnologie alimentari, Agricoltura sostenibile e di precisione, Food processing innovation and tradition e Agricultural and food economics) hanno accettato la sfida e hanno studiato i diversi casi proposti, coadiuvati da ricercatori e docenti Unicatt.

Progetti molto concreti, che ad esempio mirano a creare una merenda per bambini (6-10 anni) a base di latte o di yogurt e purea di frutta; o che puntano a realizzare prodotti di gastronomia adatti a persone infartuate e con colesterolemia fuori controllo, sostituendo i grassi nocivi. E non manca l’elaborazione di soluzioni di packaging senza plastica e sostenibili al 100%.

A quel punto gli studenti hanno iniziato il lavoro di analisi e studio delle sfide tecnologiche, costantemente affiancati da tutor accademici, per arrivare all’elaborazione di un progetto di soluzione della “challenge”. Un impegno per il quale ai ragazzi è stato messo a disposizione il ConLab, uno spazio di coworking creato presso il Campus di Santa Monica. Non solo. Nel corso del lavoro di approfondimento delle sfide, agli studenti che hanno partecipano alla Challenge è stato offerto un corso di public speaking, che li ha aiutati nell’esposizione del loro progetto all’azienda interessata e comunque rappresenterà una importante soft skill per il loro futuro professionale.

Il Matchmaking. «L’evento di Matchmaking che abbiamo organizzato – sottolinea il professor Morelli – potrebbe essere sintetizzato in uno slogan: la ricerca incontra le aziende». Nel corso di una giornata, manager e imprenditori aderenti all’Agorà Network hanno potuto partecipare a una serie di incontri molto concreti con i responsabili dei laboratori di ricerca dell’Università Cattolica di Cremona. Incontri avvenuti negli stessi laboratori, per mostrare direttamente e on field come strumentazioni e linee di ricerca in tecnologia alimentare possano essere utili allo sviluppo di nuovi prodotti e processi.

Davvero notevole l’elenco delle realtà di ricerca che le aziende hanno potuto incontrare. A cominciare dai laboratori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile (DiSTAS), con le linee pilota per prodotti da forno e per prodotti animali, e i laboratori di microbiologia, tecnologia alimentare, tecniche biomolecolari e metabolomica.

Per proseguire con due centri in grado di comprendere e analizzare le reazioni dei consumatori, più dal punto di vista tecnologico il Sensory Lab e dal punto di vista psicologico il Consumer Science Lab messo a disposizione dall’EngageMinds HUB, il Centro di ricerca in Psicologia dei consumi diretto dalla professoressa Guendalina Graffigna.

È stata infine l’occasione per primo approccio con le altre realtà di ricerca presenti a Cremona: la Smea, l’Alta scuola di management ed economia agro-alimentare; il Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti e il Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili.

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