Cronaca

Giornata mondiale della radiologia:
il punto nell'ASST di Cremona

L’attività delle équipe di Cremona e Casalmaggiore è sempre più trasversale: radiologi e neuroradiologi decidono insieme agli altri specialisti i percorsi di cura, con piani terapeutici personalizzati.
All’Oglio Po lavori in corso per l’istallazione di una risonanza top di gamma, sarà operativa dal 2024

Sono passati quasi 130 anni da quando – l’8 novembre del 1895 – il Nobel per la Fisica Wilhelm Conrad Röntgen ha scoperto i raggi X, aprendo la strada alla diagnostica per immagini. Trasversale a tutte le specialità, la Radiologia ha assunto nel tempo un ruolo cruciale nella definizione dei percorsi di diagnosi e cura, la cui evoluzione è frutto dello sviluppo di nuove tecnologie e della specializzazione dei professionisti. Negli ospedali di Cremona e a Casalmaggiore, la Radiologia si distingue per l’ampia varietà di esami specialistici e ultraspecialistici, con standard di esecuzione e refertazione in linea con i criteri definiti a livello nazionale. In base alla patologia o alla problematica trattata, i radiologi collaborano quotidianamente con gli specialisti di riferimento (chirurghi, oncologi, radioterapisti, anatomopatologi, endoscopisti, clinici del settore) e integrano i gruppi multidisciplinari nella gestione della malattia per ogni singolo paziente. Sono affiancati dal personale tecnico e infermieristico, che in questi anni ha adeguato gli standard di esecuzione degli esami alle esigenze cliniche, alla base di una valutazione corretta e accurata.

 

Come spiega Laura Romanini, direttore della Radiologia di Cremona, «L’evoluzione tecnologica degli ultimi vent’anni permette oggi di ottenere risultati diagnostici eccellenti, con esami sempre meno invasivi e meno rischiosi per i pazienti». Questo vale sia per le nuove apparecchiature a raggi X (radiografie tradizionali e TAC) che consentono una riduzione della dose di esposizione con la medesima accuratezza, sia per le ecografie di ultima generazione, caratterizzate da un’altissima risoluzione e dalla possibilità di studiare strutture superficiali come i nervi e le articolazioni, con un dettaglio anatomico prima d’ora impensabile. 

Il vantaggio tecnologico più consistente si riscontra nelle strumentazioni per la risonanza magnetica, che – dal sistema nervoso centrale ai vari altri distretti anatomici – consentono di fare esami più veloci, meno sensibili ad “errori” di rilevazione causati dal respiro o dal movimento, con la possibilità di distinguere in modo preciso tra patologico e non patologico.A ciò si aggiunge la possibilità di effettuare biopsie ecoguidate (che sono spesso le meno invasive), che sincronizzando e sovrapponendo immagini (TC o Risonanza) ed ecografie realizzate in tempo reale permettono d’identificare tumori non visibili con esami diagnostici tradizionali.

 

 

«Vent’anni fa il ruolo del radiologo era considerato poco più che marginale – prosegue Romanini – oggi i nostri specialisti partecipano a tutti i processi decisionali sulla cura dei pazienti, contribuendo alla valutazione di patologie neoplastiche, infiammatorie acute o croniche».Soprattutto in ambito oncologico, la capacità di caratterizzare con precisione le diverse lesioni e il possibile coinvolgimento di altri organi contribuisce in modo inequivocabile alla pianificazione degli approcci terapeutici. «Per esempio – aggiunge Romanini – la presenza o meno di lesioni metastatiche in organi come il fegato o l’osso può cambiare radicalmente il tipo di terapia proposta al paziente. Lo stesso avviene in contesto di emergenza, dove rilevare in modo preciso quali organi sono interessati da lesioni aiuta a definire il percorso e la priorità degli interventi sul paziente traumatizzato».

 

Tra le dotazioni tecnologiche, c’è una nuova risonanza magnetica destinata alla Radiologia dell’Ospedale Oglio Po – in arrivo entro fine novembre – cui presto si aggiungeranno altri due macchinari di ultima generazione per effettuare radiografie.«La nuova risonanza – spiega il responsabile Matteo Passamonti – è identica a quella utilizzata a Cremona: ciò permette di avere esami sovrapponibili in termini di qualità e precisione, facilitando la collaborazione tra gli specialisti dei due ospedali».

 Rispetto al macchinario sostituito, il nuovo sarà più silenzioso e più confortevole per il paziente. Grazie all’alta risoluzione delle immagini rilevate, consentirà di fare diagnosi più precise e acquisizioni più rapide. La nuova risonanza sarà operativa da gennaio per terminare le opere di muratura e il collaudo tecnico. Pur non essendo una specialità distinta dalla Radiologia, la Neuroradiologia è una disciplina che nel tempo ha rafforzato la propria identità. Il progresso tecnologico e la disponibilità di nuovi materiali per le procedure endovascolari hanno lo sviluppo di un’équipe dedicata alle patologie del sistema nervoso centrale, in ambito diagnostico ed interventistico. Dalla sua istituzione nello scorso mese di maggio, la Neuroradiologia di Cremona è collocata all’interno del Dipartimento di Neuroscienze e si dedica 7 giorni su 7 dell’attività dei presidi di Cremona e Oglio Po.

 

«Il Neuroradiologo – spiega Claudia Ambrosi, direttore della struttura – è una figura indispensabile in un ospedale di grandi dimensioni come il nostro, centro di riferimento traumatologico e per le urgenze neurologiche tempo-dipendenti. I nostri specialisti collaborano con i colleghi Radiologi (con cui condividono apparecchiature e personale tecnico-infermieristico) e partecipano attivamente al percorso diagnostico-terapeutico dei pazienti, interfacciandosi con i colleghi Neurologi e Neurochirurghi, con i Neurorianimatori e i Medici di Pronto Soccorso».  L’équipe si dedica inoltre in elezione all’attività diagnostica specialistica in ambito neurologico e neurochirurgico, con l’utilizzo di tecniche di neuroimaging avanzato (ad esempio RM funzionale e trattografia nei Pazienti oncologici), sia nell’adulto sia in età pediatrica.


Anche dal punto di vista della formazione, Cremona è tornata ad essere punto di riferimento nazionale per la disciplina radiologica: proprio a fine ottobre presso il campus Santa Monica di Cremona si è tenuto il congresso dal titolo “La patologia infiammatoria, dalla semeiotica radiologica alla gestione clinica”. ’evento (organizzato da Laura Romanini in qualità di responsabile scientifico) ha portato in città specialisti di settore di livello internazionale, che si sono confrontati con i colleghi cremonesi per condividere i migliori standard di gestione e cura dello stato infiammatorio nei diversi distretti del corpo.

 

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