“Non aderire allo sciopero significa accettare povertà e precarietà”
Egregio direttore,
il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Cremona sostiene e condivide le ragioni dello sciopero generale proclamato da CGIL e UIL il 17 novembre e il 24 novembre e auspica che presto anche la CISL recuperi maggiore autonomia rispetto al Governo Meloni e alle sue scelte ingiuste. La storia italiana dimostra che l’unità sindacale è la garanzia più forte dell’autonomia del sindacato e che l’autonomia del sindacato si rafforza se tra i grandi sindacati c’è convergenza e unità d’azione su obiettivi comuni.
In questo anno di governo della peggior Destra di sempre, almeno da quando nel nostro Paese esiste la Costituzione e la Repubblica nata dalla Resistenza, non solo non sono state mantenute le promesse elettorali rispetto alla situazione di crescente precarietà del lavoro, ma sono diminuiti i servizi alla persona, sanitari e sociali, le pensioni sono sotto attacco sia dal punto di vista economico che per la stessa età pensionabile, prosegue un processo di privatizzazione dei Servizi Pubblici e del Welfare duramente conquistato dalle lotte dei lavoratori e da questi in gran parte pagato.
Durante la crisi energetica, che a tutt’oggi continua, aziende e banche hanno avuto extra profitti giganteschi che, dopo gli annunci governativi di una loro imminente redistribuzione, resteranno invece agli azionisti e alle aziende stesse.
L’inflazione sta falcidiando la capacità di acquisto delle famiglie a basso reddito e dei ceti medi. Le misure di contenimento dei prezzi sinora attuate oltre che insufficienti, non sono strutturali e si esauriranno nel dopo elezioni europee come misure congiunturali volte alla propaganda anziché al miglioramento sostanziale delle fasce meno abbienti del Paese.
A fronte di un’Italia impoverita e sulla soglia di ulteriori crisi economiche, CGIL e UIL ricordano ai cittadini, attraverso il sacrificio che comporta lo sciopero per i lavoratori, che, non solo la crisi oggi pesa sulla parte meno abbiente del Paese, sui giovani, sugli operai, sulle famiglie, sugli anziani, ma che non ci sono provvedimenti e strategie per migliorare la situazione di generale impoverimento.
Ancora una volta aumenta la ricchezza dei pochi e chi è a reddito fisso, o ancor peggio precario, non ha speranze di poter migliorare la sua condizione economica e sociale.
Le famiglie, i giovani, gli anziani, pagano ogni giorno il peso di un Paese indebitato e senza prospettive, cresce il peso dei mutui sulla prima casa, la spesa quotidiana paga l’inflazione e la crescita dei prezzi a cui non corrisponde un aumento dei redditi mentre i Servizi Pubblici e la Sanità sono sempre più cari e aleatori.
Tacere e non far sentire la voce della protesta, significa accettare che la povertà e la precarietà siano la normale condizione di vita per gran parte del Paese.
Lo scomposto attacco portato al diritto di sciopero da parte del ministro Salvini è il grave segno di una destra che vuol far tacere i lavoratori, la loro protesta e la loro proposta secondo una logica intimidatoria e padronale di stampo ottocentesco ed evidenzia come un governo conservatore possa trasformarsi in governo reazionario quando non sia in grado di misurarsi con la capacità di lavoratori e sindacati non solo di denunciare manovre ingiuste ma di saper indicare risposte e soluzioni della crisi sostenibili e praticabili: risposte e soluzioni che richiederebbero almeno la volontà politica di ascoltarle per realizzare in Italia un minimo di decente giustizia sociale e ambientale.
In questo quadro si aggiunge la volontà di questo governo di manomettere la Costituzione italiana, da un lato spaccando il Paese con l’Autonomia Differenziata tra Regioni ricche e Regioni con meno servizi e minore benessere, dall’altro con il Premierato che concentrerebbe il potere politico nelle mani di un Presidente del Consiglio da far eleggere direttamente dai cittadini come investitura di un Capo cui affidare i destini di una nazione. Non è così che si rafforza la vita democratica di un Paese, non è così che si affrontano i problemi veri e complessi che affliggono le nostre società.
Per questo i democratici, i cittadini davvero interessati al tema dei diritti uguali per tutti e ad affrontare seriamente il tema delle disuguaglianze e delle ingiustizie dovrebbero sentire che lo sciopero di CGIL e UIL è un fatto di enorme rilevanza democratica e sociale, da sostenere e promuovere anche in loro nome e dei molti che vengono lasciati indietro, perché solo una società più giusta può essere la casa e la patria di tutti.
Per questo Il 17 e il 24 novembre noi saremo a fianco di CGIL e UIL!”.