Cronaca

Covid, nuova ricerca: più contagi
nelle zone maggiormente inquinate

Già altre ricerche lo avevano accennato, ora lo conferma anche uno studio elaborato da Enea – Università di Roma Tor Vergata: c’è uno stretta relazione tra l’inquinamento e la possibilità di contrarre il Covid. Emerge infatti una forte interazione tra le polveri sottili (PM2.5) e la proteina Spike del virus Sars-CoV-2 responsabile del Covid.

Durante la fase iniziale della pandemia la zona della Pianura Padana, a partire dal nostro territorio, è stata quella colpita più duramente dall’infezione virale rispetto al resto del Paese. Proprio la parte d’Italia tra le più inquinate. Questo, sottolineano i ricercatori, ha spinto la comunità scientifica a ipotizzare un possibile ruolo del particolato atmosferico nella diffusione del virus.

Del resto basti pensare che solo nel mese di Novembre il territorio cremonese ha già avuto tre giorni di superamento del livello limite delle Pm 10 e delle Pm2,5.

Dal rapporto annuale dell’Agenzia europea dell’ambiente, con dati riferiti al 2021, emerge che Polonia, Italia e Germania sono, nell’ordine, i Paesi europei dove lo smog fa più danni alla salute. Solo in Italia, 46mila 800 morti sono attribuibili all’esposizione al particolato sottile Pm2.5, responsabile di 415.400 anni di vita persi (701 ogni 100mila abitanti).

E il Covid? A Cremona, come nel resto della Lombardia, risulta in aumento. Nell’ultima settimana i casi sono stati 482, con incidenza di 135,43 ogni 100mila abitanti: numero non indifferente considerando che ormai la maggior parte delle persone fa i tamponi in casa e non viene quindi registrata.

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