Studentessa e minore violentati
20enne condannato a 4 anni e 6 mesi
Due violenze sessuali nel giro di poche ore: una ai danni di una studentessa appena maggiorenne, l’altra ai danni di un 16enne. Oggi l’imputato, un giovane di 20 anni residente in provincia di Cremona, attualmente agli arresti domiciliari, è stato riconosciuto colpevole e condannato ad una pena di 4 anni e 6 mesi. Nei confronti dell’imputato, i giudici hanno applicato la misura di sicurezza per un anno e una serie di pene accessorie, come l’interdizione in perpetuo a frequentare scuole di ogni ordine e grado e luoghi frequentati da minori. Le due vittime, la giovane e il minorenne, erano parte civile attraverso gli avvocati Marilena Gigliotti, Renato Caminati e Isabella Burgazzi. In favore della studentessa andrà una provvisionale di 20.000 euro, mentre al minore 7.000 euro e ai suoi genitori 2.000 euro ciascuno.
La violenza sessuale contro la studentessa, prima palpeggiata, poi presa con la forza, si era consumata il 5 agosto dell’anno scorso sotto un albero, mentre la sera dopo, il minore, sotto violenza e minaccia, aveva subito atti sessuali nel garage della sua abitazione.
La ragazza conosceva il suo presunto aggressore da molti anni. I due frequentavano la stessa scuola da bambini, poi si erano persi di vista. Anni dopo lui l’aveva ricontattata su Instagram e i due si erano rivisti in più occasioni, anche in compagnia di altre persone. Quella sera la giovane aveva chiesto all’amico di farle i buchi nelle orecchie, in quanto lui le aveva raccontato di averlo già fatto in passato per altri suoi compagni, e si erano dati appuntamento per le 21,30 davanti ad un albero poco distante dalla casa di lei. La coppia era rimasta a chiacchierare fino alle 23,30, quando lui aveva iniziato a toccarla. Lei lo aveva subito fermato, dicendo di essere fidanzata e che non voleva che i loro rapporti andassero oltre l’amicizia, ma lui aveva tentato di baciarla, bloccandola nel tentativo di lei di fuggire e facendola cadere a terra. Poi le aveva stretto una mano al collo, mentre con l’altra le aveva infilato nella bocca foglie e arbusti per farla state zitta. Alla fine la ragazza era stata costretta a subire un rapporto sessuale completo.
In un successivo scambio di messaggi tra i due giovani, lui le aveva scritto di aver sbagliato, cercando di discolparsi dicendo che le aveva chiesto mille volte di giurare di volerlo fare, ma la ragazza gli aveva risposto che nelle condizioni in cui si trovava, e cioè con le mani al collo e la paura di perdere la vita, non poteva che dirgli di sì, semplicemente per preservare la sua incolumità.
La sera dopo, lo stesso incubo era stato vissuto dal 16enne, che il 6 agosto si trovava nella sua casa in compagnia dell’imputato e di un altro minore. I tre avevano in programma di decorare un cartello stradale. Una volta rimasti soli, però, il 20enne aveva cominciato a fargli richieste sessuali esplicite, insistendo davanti al rifiuto del ragazzino, che nel frattempo aveva attivato la telecamera del suo telefono. Agli atti c’era il video con alcuni fotogrammi salienti. L’imputato aveva messo in atto continui e insistenti approcci sessuali, fino a quando l’aveva afferrato ai polsi, tirandolo con forza verso di lui. I due poi si erano spostati nell’attiguo garage e lì l’imputato, nonostante i continui rifiuti del giovane, che gli ricordava che era minorenne, lo aveva stretto con forza nella parte posteriore del collo. Alla fine il 20enne aveva deciso di andarsene, approfittando un’ultima volta della vicinanza del ragazzo, che lo aveva accompagnato alla porta per assicurarsi che uscisse, per toccarlo nelle parti intime.
Entrambe le vittime si erano confidate con i propri familiari e avevano sporto denuncia.
“Siamo soddisfatti”, hanno dichiarato i legali di parte civile. “I giudici hanno ritenuto fondate le accuse”. “Siamo provati, siamo tutti scossi”, ha detto la mamma del minore. “E’ stata messa fine ad una situazione che speriamo non si ripeta ad altri ragazzi. Ormai questi reati sono all’ordine del giorno e speriamo che la pena a cui l’imputato è stato condannato faccia riflettere e faccia da deterrente”.

“Siamo soddisfatti nel constatare che l’impegno profuso nel contenere i fatti all’interno della loro cornice oggettiva sia stato recepito dal provvedimento emesso oggi dal Tribunale di Cremona”, ha a sua volta commentato l’avvocato Gigliotti. “È sempre una prova molto dura per le vittime la sovraesposizione cui l’accertamento dei fatti e delle responsabilità legittimamente richiede loro. Oggi abbiamo avuto dimostrazione che è possibile, superando gli stereotipi della violenza sessuale che comunque sono molto presenti nella nostra cultura, pervenire a un provvedimento che restituisca dignità alle vittime.
Quando ci si trova a misurarsi con questa tipologia di reati non è affatto scontato che si riesca a far emergere l’oggettività senza incorrere nel rischio di rendere la vittima colpevole e deresponsabilizzare l’autore. Vi è ancora una lunga strada da percorrere e una battaglia culturale da dover affrontare per debellare questo virus che sembra ancora resistere a qualsiasi antidoto per certa parte della nostra società.
Quando ci si trova di fronte a casi giudiziari come questi con dei giovanissimi come protagonisti e vittime si sente sempre molto di più la fatica di dover scandagliare l’animo umano con le sue imperfezioni, le sue debolezze e i suoi limiti. Ciò che bisogna a mio avviso tenere sempre presente da giuristi è che anche in caso di condanna non vi saranno vincitori né vinti . La vittoria potremo festeggiarla quando non ci troveremo più a scrivere così tante pagine di queste tristi storie”.
La motivazione della sentenza sarà depositata entro 90 giorni.
Sara Pizzorni