Cronaca

Indennizzi per treni in ritardo
E' polemica in Regione

“La Lombardia, come le altre Regioni d’Italia, si è dovuta attenere ad una delibera dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART 106/2018) che non prevede più il bonus ma un indennizzo, così come stabilito dalle norme in caso di ritardi dei treni. Lo abbiamo fatto alla stipula del nuovo contratto con Trenord e siamo gli unici ad aver innalzato la quota dell’indennizzo al 30% del costo degli abbonamenti mensili e annuali. Le altre regioni, infatti, si sono attenute fedelmente alla delibera ART e, tranne rari casi isolati, riconoscono un indennizzo pari al 10%, quindi molto meno di quanto previsto dalla Lombardia”. Lo ha detto l’assessore regionale ai trasporti e Mobilità sostenibile, audito in quinta Commissione del Consiglio regionale della Lombardia per illustrare le modalità di indennizzo in merito ai ritardi dei treni di Trenord.

La stessa delibera dell’Autorità riconosce ai titolari di abbonamento mensile o annuale un indennizzo del 10% per ciascun mese in cui, per la tratta indicata sul titolo di viaggio, un numero di treni pari o superiore al 10% di quelli programmati subisca un ritardo superiore a 15 minuti o venga soppresso. Regione Lombardia con una delibera dello scorso marzo ha incrementato la quota dell’indennizzo dal 10% al 30% del valore sia per l’abbonamento ferroviario mensile sia per quello annuale.

Per gli abbonamenti integrati (TrenoCittà, IVOL, IVOP e STIBM) il valore dell’indennizzo allo stato attuale è pari al 10% della quota della tariffa ferroviaria. Si precisa che il 10% dell’indennizzo è rimasto a carico di Trenord mentre il 20% aggiuntivo è a carico della Regione.

Mentre il bonus era erogato indistintamente a tutti gli abbonati di una tratta, compresi coloro che non avevano subito disservizi nel mese considerato, ora l’indennizzo, come spiegato dall’assessore regionale “è riconosciuto solo al viaggiatore in possesso di un abbonamento nel mese in cui si sono verificati i disservizi”.

“Voglio ricordare che in Lombardia l’offerta di servizio è ben superiore rispetto a quella nelle altre regioni: qui si effettuano oltre 2200 corse al giorno. Sulle principali direttrici negli orari di punta i viaggiatori hanno a disposizione una corsa ogni mezz’ora o ogni 15 minuti. In Regioni come Lazio, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, l’offerta non raggiunge il migliaio di corse al giorno”.

LA REPLICA DEL PD

Pronta la replica del Gruppo consiliare del Partito Democratico in Consiglio regionale della Lombardia.

Rivedere i criteri dell’indennizzo ai pendolari per i ritardi dei treni. A chiederlo è il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni a seguito dell’intervento di questa mattina in Commissione trasporti dell’assessore Franco Lucente. “La scelta di togliere il bonus ai pendolari- dichiara Piloni- è, per noi, sbagliata. Si potevano lasciare sia il bonus che l’indennizzo, come nel precedente contratto, ma si è scelto di limitare l’erogazione dei rimborsi, e cioè di risparmiare sulla pelle dei pendolari. Le linee che avrebbero avuto diritto al bonus con i vecchi criteri per il mese di gennaio sono 20 su 41, ma con il nuovo meccanismo, che prevede il conteggio dei ritardi sopra i 15 minuti, le linee sono ‘solo’ 3. Un risparmio notevole per Trenord e una beffa per i pendolari”.

“Va poi evidenziato – prosegue Piloni – che due delle tre linee che danno diritto all’indennizzo sono della provincia di Cremona: la Cremona-Treviglio con 18 minuti e la Parma-Brescia con oltre 30 minuti, confermandosi la peggiore della Lombardia. Questo significa che i problemi maggiori continuano ad essere sui nostri territori e che il nuovo meccanismo rischia di disincentivare l’utilizzo del treno quando andrebbe fatto l’esatto contrario”.

“Ma non è finita qui- conclude Piloni- Il nuovo contratto prevede, nel caso di linee non dirette, come ad esempio la Cremona-Treviglio, il riconoscimento dell’indennizzo solo per la tratta più lunga. In poche parole, se un pendolare deve cambiare treno per raggiungere Milano e la sua linea di partenza rientra tra quelle che danno diritto all’indennizzo, come la Cremona-Treviglio, ma quella più lunga no (la Treviglio-Milano) viene conteggiata questa e il pendolare perde il diritto all’indennizzo. Per questo oggi ho chiesto all’assessore Lucente di rivedere questo meccanismo perverso che penalizza ulteriormente i già pochi pendolari che, dall’avvio del nuovo meccanismo, hanno diritto all’indennizzo”.

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