Cronaca

Impedirono il transito dei tir
alla Prosus. 15 operai a giudizio

FOTO SESSA

Si è aperto oggi il processo nei  confronti di 15 lavoratori della Prosus di Vescovato, 14 indiani e un egiziano, tutti accusati di violenza privata aggravata. Secondo la procura, l’8 e il 9 agosto del 2019, con presidi non autorizzati, avevano impedito fisicamente l’entrata e l’uscita degli automezzi carichi di carne, stazionando vicino al varco di accesso al cantiere attiguo all’azienda Cooperativa Produttori Suini Pro-Sus, costringendo Gianfranco Caffi, l’allora presidente del Cda dell’azienda, a incontrare il delegato sindacale Roberto Montanari e a firmare un accordo con il quale si impegnava a sottoscrivere un nuovo appalto di servizi, con fornitore diverso dalla cooperativa “3T”, che garantisse la riassunzione di 19 lavoratori che non erano stati riconfermati dalla cooperativa.

Nel procedimento, l’ex presidente Caffi, che oggi ha testimoniato insieme ad un agente della Digos, si è costituito parte civile con l’avvocato Fabio Giarda, mentre gli imputati sono difesi dagli avvocati Paolo Brambilla, di Cremona, e Marco Lucentini, del Foro di Roma.

Il fatto trae origine dalle contestazioni nei confronti delle cooperative “Dharma” e “3T” che hanno in appalto la gestione di alcuni settori produttivi della Prosus e che forniscono alla stessa la relativa manodopera.

Dalle prime ore della mattina dell’8 agosto del 2019 una dozzina di lavoratori aderenti al sindacato di base Usb aveva intrapreso un’azione di protesta, salendo sul tetto degli uffici della direzione, mentre altri lavoratori, una quarantina, si erano posizionati davanti ai cancelli d’ingesso, impedendo il transito degli autoarticolati e arrecando, secondo l’azienda, che macella circa 14.000 maiali a settimana, un danno produttivo di centinaia di migliaia di euro.

Solo la notte tra l’8 e il 9 agosto, i delegati avevano accettato di sedersi al tavolo delle trattative con il presidente Caffi, costringendolo, secondo l’accusa, ad accettare le condizioni imposte dal rappresentante sindacale, siglando una bozza di accordo tra Prosus e sindacato di base, in seguito alla quale l’azienda si era vista costretta ad accettare di avvicendare la cooperativa “3T” con un altro fornitore di servizi, sottoscrivendo un nuovo appalto che garantisse la riassunzione a tempo indeterminato dei 19 lavoratori che non erano stati riconfermati dalla cooperativa.

In questa vicenda l’azienda si ritiene parte lesa, “pur non essendo direttamente responsabile di ciò che lamentano i lavoratori, in quanto non dipendenti di Prosus, ma soci lavoratori delle due cooperative.

Si torna in aula il prossimo 18 ottobre con la testimonianza del  rappresentante sindacale Usb Montanari.

Il prossimo 14 giugno, invece, è prevista la sentenza del processo “fotocopia” per i fatti avvenuti nel maggio precedente, con ancora i lavoratori sul piede di guerra “contro il sistema di appalti e cooperative all’interno dell’azienda”. Anche in quell’occasione il lavoro era stato bloccato per due giorni, con un danno all’azienda, come stimato dall’allora presidente Caffi, di 300mila euro.

“Era la mattina del 22 maggio 2019 quando sono stato avvisato che era in atto occupazione dell’azienda da parte di alcune persone, e che questo impediva lo svolgimento dell’attività aziendale”, aveva già raccontato in aula Caffi. I manifestanti, circa una 40ina, compresi familiari degli operai, si erano schierati in diverse zone dell’azienda. Il gruppo più sostanzioso era all’interno e bloccava l’ingresso carraio principale con un sit in. Un altro gruppo impediva l’accesso all’ingresso di carico merce, mentre un ultimo gruppo bloccava l’ingresso posteriore, dove accedevano i camion che portavano gli animali.

Caffi aveva chiamato le forze dell’ordine: “In quelle condizioni non era possibile lavorare”, aveva raccontato l’ex presidente. La situazione si era sbloccata il giorno dopo, quando Caffi aveva incontrato i delegati, che, secondo l’accusa, lo avevano costretto  ad accettare le condizioni imposte dal rappresentante sindacale, siglando una bozza di accordo tra Prosus e sindacato di base.

In udienza aveva già testimoniato anche il delegato sindacale Roberto Montanari di Usb logistica, che tornerà in aula il 18 ottobre per l’altro procedimento. Montanari aveva raccontato che la situazione dei lavoratori era critica: “Si volevano unire una serie di rivendicazioni, in quanto c’era una serie di lavoratori interinali che con il nuovo appalto non erano stati riassunti. Ma c’erano anche altri problemi, legati al mancato riconoscimento di diverse cose. Il problema di fondo è il sistema malato degli appalti”.

Sara Pizzorni

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