Romanelli: "Suicidio in carcere
specchio di una realtà inaccettabile"
Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cremona, interviene sulla notizia diffusa oggi della morte di un detenuto nel carcere di Cà del Ferro, probabilmente un gesto di protesta che voleva essere dimostrativo e che invece si è concluso drammaticamente.
“La tragica notizia che ha raggiunto tutti noi questo pomeriggio ci rattrista profondamente”, afferma Romanelli.
“Di fronte al dramma umano di una persona detenuta che decide di togliersi la vita si rimane sgomenti, ma come avvocati e come cittadini sentiamo il dovere di ricordare che questo dramma è ormai divenuto una costante inaccettabile nelle carceri italiane.
Il fatto che quest’ultimo tragico evento sia avvenuto a Cremona ci fa avvertire la tragedia ancora più vicina, perché conosciamo bene la realtà di “Ca’ del ferro”, i suoi luoghi, le persone che ci vivono e quelle che, con competenza e senso del dovere, vi operano per cercare di garantirne al meglio il funzionamento.
E conosciamo bene i problemi del carcere di Cremona, tante volte denunciati, in tante sedi, da tanti anni.
Sono problemi che prescindono dai singoli e che sono le specchio di quella che è divenuta la realtà detentiva dell’intero paese: sovraffollamento cronico e insostenibile, carenza di personale, insufficienza del trattamento rieducativo, psichiatrizzazione del detenuto, ancora troppo limitato accesso alle misure alternative alla detenzione.
A questo si aggiungono le problematicità specifiche del carcere di Cremona, divenuto, suo malgrado, una sorta di “ultimo vagone” regionale, dove confluiscono moltissimi detenuti da altri istituti lombardi, spesso privi di qualsiasi supporto familiare sul territorio, con fine pena brevi che rendono di fatto impossibile il percorso trattamentale.
Di fronte a fatti di questo tipo il pensiero corre alle parole dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel 2011 – sono passati ben 13 anni – definiva la condizione carceraria una questione di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile, che ha raggiunto un punto critico insostenibile, una realtà che ci umilia in Europa e ci allarma, per la sofferenza quotidiana – fino all’impulso a togliersi la vita – di migliaia di esseri umani chiusi in carceri che definire sovraffollate è quasi un eufemismo.
Invitiamo quindi, ancora una volta, tutte le forze politiche a farsi finalmente effettivo carico della insostenibile situazione carceraria italiana, con interventi immediati e realmente efficaci nel ridurre senza ulteriori indugi il sovraffollamento carcerario”.