Carcere, situazione esplosiva
Sovraffollamento al 141%
La Camera Penale “Sandro Bocchi” di Cremona e Crema ha chiesto autorizzazione al Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero dell’Interno) in attesa di riscontro, per effettuare una visita al carcere di Cà del Ferro, teatro sabato scorso della morte per suicidio di un detenuto 31enne. La visita è prevista per il prossimo 13 agosto alle ore 9:30 e sono stati invitati a partecipare i parlamentari del nostro territorio.
Fin da subito la Camera Penale attraverso la sua presidente avvocato Micol Parati, ha ribadito le fortissime preoccupazioni per la situazione nel carcere di Cremona.
“La grave situazione della lunga scia dei suicidi in carcere è stata denunciata ovunque, da tutti coloro che a vario titolo hanno contatti con questa tremenda realtà che sono i luoghi di detenzione”, si legge in una nota diffusa oggi. “Resta tuttavia un’emergenza che non ha ancora trovato alcuna soluzione. E non c’è più tempo. L’Unione delle Camere Penali Italiane ha dato voce a coloro che non possono parlare con una lunga maratona oratoria organizzata a staffetta dalle singole camere penali sui rispettivi territori, conclusasi con una manifestazione nazionale a Roma l’11 luglio scorso, in concomitanza con l’astensione proclamata per i medesimi motivi: denunciare pubblicamente la mancanza di un programma di serie riforme strutturali e di ripensamento dell’intera esecuzione penale e l’irresponsabile indifferenza della politica di fronte al dramma del sovraffollamento delle carceri e alla tragedia dei fenomeni suicidari.
Lo denunciamo ancora, con il peso di un’altra vita in custodia allo Stato che è stata persa sabato sera.
In occasione della maratona oratoria a Cremona lo scorso 11 giugno, un detenuto esprimeva così il suo pensiero: “Mi rendo purtroppo conto che la situazione è questa; molte persone non reggono e si arrendono a se stessi facendosi del male e dando fine alla loro vita, attaccandosi a una corda, pur avendo magari vent’anni o poco più: una vita distrutta prima di iniziare la possibilità di cambiare”. Quella possibilità che non è una concessione ma uno dei principi fondativi della nostra società civile, scritto nella nostra Costituzione: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Il carcere di Cremona è arrivato ad avere una situazione tra le più critiche della Lombardia: con una capienza di 394 posti, risulta ospitare attualmente 557 detenuti: il tasso di sovraffollamento è del 141 per cento. Il personale penitenziario è carente, sia per quanto riguarda gli agenti di polizia sia per quanto riguarda il personale delle aree educativa e sanitaria”.
“Noi avvocati della Camera Penale ci siamo sempre stati – continua la nota – ci siamo in questo drammatico presente e ci saremo sempre, accanto ai nostri assistiti e per promuovere e tutelare il rispetto della legge e in particolare dei diritti fondamentali dell’uomo come riconosciuti e descritti nella Costituzione e nelle convenzioni internazionali, vigilando sulla loro concreta applicazione.
Per questo ora combattiamo affinché meno persone possibile oltrepassino le porte del carcere e affinché più persone possibile ne possano comunque uscire vive.
Esortiamo nuovamente le forze politiche sia del nostro territorio sia a livello nazionale a porsi concretamente il problema della drammatica situazione carceraria italiana e a trovarne soluzioni, con interventi immediati che possano rendere il carcere un luogo in cui resta viva la parola “futuro”.