Loffi su aggressione: "Matrice
omofoba non passi in sordina"
“L’aggressione omofoba verificatasi in pieno centro a Cremona è un fatto grave da condannare senza esitazioni. Un episodio non infrequente che dovrebbe spingerci a interrogarci su quanti passi ancora vanno fatti per creare una comunità basata sul rispetto e la tutela del prossimo.
Auspichiamo che quanto successo non diventi strumento di polemica, ma stimolo per le Istituzioni a rafforzare la collaborazione con organizzazioni fondamentali come il Cremona Pride e Arcigay”. Così Vittoria Loffi, consigliera comunale e segretaria dell’associazione radicale “Fabiano Antoniani” si inserisce nel dibattito di questi giorni sull’episodio di violenza omofoba verificatosi a Cremona e che ha visto l’aggressione di un uomo per il solo utilizzo in pubblico di una borsa arcobaleno.
“La matrice dell’aggressione non può passare in secondo piano, come corollario di una incessante discussione sul tema della sicurezza. Si rischia di non fornire le risposte necessarie e di alimentare una sterile polemica. La riflessione deve rimanere incentrata sulla necessità di ottenere ad ogni livello maggiore collaborazione tra forze politiche per ottenere un cambiamentoculturale e sociale che rappresenta la vera emergenza di oggi” continua la Consigliera, a cui si unisce Nancy Pederzani, consigliera Comunale di Crema e Presidente dell’associazione Radicale “Fabiano Antoniani”. “L’aggressione avvenuta a Cremona non è solo da condannare senza se e senza ma, deve spingerci ad una profonda riflessione su quanto l’odio verso la comunità Lgbtqia+ sia ancora diffuso nel nostro territorio, sul tipo di società in cui vogliamo vivere e su quanto debba essere ancora fatto per raggiungere un livello minimo di convivenza che spesso diamo per scontato. Non si tratta, infatti, di un episodio di follia isolato e fuori contesto, come una parte del mondo politico sembra credere, ma dell’ennesimo caso di deliberata aggressione, fisica e verbale, di matrice omofoba, avvenuto nella nostra provincia negli ultimi anni.
Dobbiamo, interrogarci con urgenza su cosa non solo la politica locale ma l’intera società debba fare affinché non si verifichino più casi di discriminazione di tale gravità. Sotto questo profilo ritengo sia importante utilizzare il giusto linguaggio e, soprattutto, evitare generalizzazioni e strumentalizzazioni”-